Come parlare per essere ascoltati
23 Maggio 2024

 

Qual è il segreto di una comunicazione efficace, comprensibile e armoniosa?   

Carmen Lăiu – “Il problema della comunicazione è l’illusione di averla compiuta” (George Bernard Shaw).
Il desiderio di essere ascoltati è profondamente radicato dentro di noi. Vogliamo esprimere le nostre opinioni e i sentimenti, e farlo in modo efficace, così da essere compresi dai nostri interlocutori. Quando le persone non si sentono ascoltate e comprese, sostiene lo psicologo Leon Seltzer, avvertono che le loro relazioni sono incrinate e questa percezione dà origine a sentimenti di ansia, solitudine o irritazione.

In un articolo dal titolo appropriato, “Sentirsi compresi: ancora più importante che sentirsi amati?”, Seltzer esamina diversi motivi per cui la sensazione di essere compresi crea un senso di sicurezza. Il fatto che chi ci circonda ci capisca è fondamentale per la nostra identità. Convalida ciò che crediamo di essere, ci offre un senso di appartenenza, migliora la soddisfazione relazionale e ci consente di realizzare cose che non faremmo se non sentissimo che gli altri si preoccupano per noi.
A volte potremmo avere la sensazione che, qualunque cosa diciamo o il modo in cui lo diciamo, l’altra persona non riesca o non voglia capirci. Ma prima di giungere a questa conclusione, dice lo psicologo, dovremmo verificare se abbiamo fatto tutto ciò che era in nostro potere per farci ascoltare.

Comunicazione non aggressiva
Quando la nostra frustrazione raggiunge un livello difficile da sopportare, tendiamo ad avere meno controllo su ciò che diciamo e su come lo diciamo. Tuttavia, la comunicazione aggressiva non fa altro che diminuire le nostre possibilità di essere ascoltati, abbattendo i ponti con l’altra persona.

Gli attacchi verbali creano un circolo vizioso, commenta Seltzer. La frustrazione ci porta ad avvicinarci all’altro con ostilità, e lui, o lei, si concentrerà più sulla nostra rabbia che sul contenuto del messaggio, con il risultato che contrattaccherà o si ritirerà, amplificando così la frustrazione iniziale. La difficoltà di rimanere ricettivi quando l’altra persona esprime il proprio punto di vista in modo aggressivo è un fenomeno universale, afferma lo psicologo, spiegando che l’aggressività è un ostacolo quasi insormontabile all’empatia con le emozioni dell’altra persona e alla convalida delle sue opinioni. Alla fine, dovremo decidere se ciò che desideriamo di più è essere ascoltati o avere ragione.

“Uno dei paradossi interessanti che sperimentiamo nella vita è che le relazioni hanno il potenziale di essere estremamente benefiche e terribilmente dannose per noi”, sostiene Samantha Shebibm dell’Università dell’Alabama, campus di Birmingham. Esperta nella risoluzione dei conflitti, Shebibm si è concentrata sulla comprensione di come la comunicazione distruttiva possa essere sostituita da forme più efficaci.

In un matrimonio non è la frequenza dei litigi a predire la rottura del rapporto, piuttosto il modo in cui sono affrontati i disaccordi e le tensioni. Il conflitto genera stress, e lo stress non è amico del nostro lato razionale, afferma Shebibm, sottolineando la necessità di una sosta per consentire alle nostre emozioni di “raffreddarsi” in modo da poter valutare razionalmente la situazione.

A volte le persone dicono cose importanti, ma ciò che affermano porta con sé una forte carica emotiva negativa o trasmette il messaggio… “Io ho ragione e tu hai torto” con il risultato che l’ascoltatore non riesce a cogliere il messaggio vero, afferma l’autrice Erika Andersen, evidenziando alcuni semplici modi per dare peso al nostro messaggio. Evitare avverbi come “sempre” e “mai” è una regola fondamentale per esprimere un’opinione; anche se le persone pensano che usare queste parole le aiuti a esprimere il loro punto di vista in modo più forte, in realtà spesso si ritorcono contro. Anche formulare richieste funziona meglio che elencare i reclami, assicura Andersen. Mentre le lamentele mettono sulla difensiva l’ascoltatore, le richieste sono accolte meglio o, almeno, attivano una maggiore disponibilità all’ascolto.

Come trovare ed esercitare la propria voce
“Non sono sicura che ci sia qualcosa di più importante per le relazioni dell’imparare a parlare per essere ascoltati” dice la terapista Kathryn Ford, sottolineando che a volte l’aspetto più difficile può essere farsi sentire dalle persone più importanti nella nostra vita.
La capacità di essere onesti con il proprio partner è un indicatore chiave di una relazione sicura e sana, afferma la psicologa Lisa Firestone, che evidenzia alcuni principi di comunicazione efficace in cui entrambi i partner si sentono considerati, ascoltati e, alla fine, più vicini.

La vulnerabilità è uno di questi principi. Anche se è difficile aprirsi quando ci si sente offesi, la vulnerabilità genera vulnerabilità. L’amore stesso è una forma di vulnerabilità, afferma la ricercatrice Brené Brown, osservando che l’amore implica esposizione emotiva, assunzione di rischi e confronto con l’incertezza. Quando scegliamo di “toglierci” la maschera, di lasciare andare la pretesa che la verità e la rettitudine siano esclusivamente dalla nostra parte e di ammettere che abbiamo un ruolo, anche se insignificante, nelle incomprensioni create, contribuiamo a costruire un rapporto di fiducia che può sopportare il peso di discussioni e confessioni difficili.

Una delle sfide maggiori della vita è imparare ad avere conversazioni complicate quando ci si sente inascoltati dai propri cari, sostiene la psicoterapeuta Harriet Lerner, che ha scritto un libro su come massimizzare le nostre possibilità di essere ascoltati.[1]

Mettere i paletti può essere un compito molto arduo quando ci sforziamo di avere una voce autentica in una relazione, dice Lerner, sottolineando che i limiti sono necessari per difendere la nostra dignità, integrità e, in definitiva, la salute mentale. Prendere una posizione ferma significa conoscere bene noi stessi e capire cosa possiamo accettare e cosa riteniamo intollerabile; quindi stabilire un confine non è qualcosa che facciamo contro gli altri, ma per il nostro benessere e per quello della relazione. Inoltre, continua Lerner, un confine non significa lanciare un ultimatum, una minaccia, una reazione impulsiva stimolata da un momento di tensione o un’osservazione ambigua. Affermare che alcune reazioni verbali e comportamentali sono per noi inaccettabili deve essere fatto con gentilezza, fermezza e rispetto.

“Se non ci sono confini, c’è il caos. I confini creano una struttura organizzata in cui le persone possono dire: ‘Posso convivere con questo. Posso tollerarlo. Posso sentirmi in pace e continuare ad amare le persone’” aggiunge lo psicologo John Townsend.

Se vogliamo essere ascoltati anche quando non diciamo cose piacevoli in una relazione sentimentale, dobbiamo sapere come creare un’atmosfera calda. Perché anche se all’inizio del viaggio possiamo accettare critiche costruttive, con il tempo tendiamo a diventare refrattari. Più tempo trascorriamo insieme, più siamo inclini all’attenzione selettiva, dice Lerner.

La psicoterapeuta osserva che identifichiamo rapidamente le informazioni spiacevoli e le segnaliamo altrettanto rapidamente, ma tendiamo a trascurare le qualità e le cose belle che fa l’altra persona. Pertanto, è necessario costruire un clima emotivo caldo e rilassato prima di avere una discussione delicata, massimizzando così le possibilità che il nostro partner sia disposto ad ascoltare le nostre obiezioni.

“Mentre i litigi sono parte naturale di una relazione e possono persino mantenere la connessione tra i partner, la reattività emotiva è una storia completamente diversa” aggiunge la psicologa. In un clima emotivo altamente negativo, i partner si comportano “come due sistemi nervosi collegati insieme”. Nessuno dei due riesce a rimanere concentrato su ciò che è importante o ad ascoltare oggettivamente ciò che l’altro ha da dire; invece, entrambi si posizionano su campi opposti, e qualsiasi discussione rischia di innescare una reazione a catena. Per poter parlare con franchezza pur mantenendo un rapporto funzionale, è essenziale che almeno uno dei partner cerchi di disinnescare l’atmosfera, diventando una presenza più calda e amorevole.

L’ascolto, il dono prezioso dell’amore
Molte persone danno per scontato l’ascolto, presupponendo che siano buoni ascoltatori anche quando chi li circonda non conferma questa ipotesi, dice la terapista Ruth Stitt. I buoni ascoltatori sono piuttosto rari, afferma, sottolineando che per raggiungere questo obiettivo, piuttosto impegnativo secondo lei, sono necessarie volontà e anche formazione.

Esiste uno stretto rapporto tra amore e ascolto, sostiene lo psichiatra M. Scott Peck. Dopo aver analizzato questa relazione, conclude che il primo compito dell’amore sia quello di prestare tutta la nostra attenzione all’altra persona.

Stitt afferma di essere stata testimone della trasformazione che l’amore espresso attraverso l’ascolto produce nelle sedute di terapia coniugale. Sostiene, infatti, che non ci sarebbe bisogno del suo lavoro di terapeuta se le persone imparassero questa semplice lezione: ascoltarsi veramente.

L’ascolto è al centro dell’intimità, quindi vale la pena sperimentarlo prima di lamentarsi del fatto che nulla di ciò che diciamo o facciamo cambia le cose. Come osservato dal pastore e professore David Augsburger: “Essere ascoltati è così vicino all’essere amati che per la persona media sono quasi indistinguibili”.

(Carmen Lăiu è redattrice di Sign of the Times Romania e ST Network).

Nota
[1] H. Lerner, The Dance of Connection: How to Talk to Someone When You’re Mad, Hurt, Scared, Frustrated, Insulted, Betrayed, or Desperate (La danza della connessione: come parlare con qualcuno quando sei arrabbiato, ferito, spaventato, frustrato, insultato, tradito o disperato), William Morrow, edizione tascabile, 2002, p. 169.

[Fonte: st.network. Traduzione: V. Addazio] 

 

 

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