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Secondo l’edizione 2020 del Rapporto ISPRA SNPA “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”, ogni neonato in Italia viene al mondo con una propria porzione personale di 135 metri quadrati di cemento, e il suolo ormai sigillato avanza di altri 57 km2 (57 milioni di metri quadrati) al ritmo, confermato, di 2 metri quadrati al secondo. I numeri sono preoccupanti. La Sicilia è la regione con la crescita percentuale più alta nelle aree a pericolosità idraulica media. Esempio virtuoso è la Valle d’Aosta, prima regione italiana vicina all’obiettivo “Consumo di suolo 0”, con solo 3 ettari di territorio impermeabilizzato nell’ultimo anno.
Cosa comporta il consumo di suolo dal punto di vista ambientale, sociale ed economico? Come ci troviamo rispetto all’Unione Europea? Quali sono i possibili scenari futuri per il nostro paese?
Mario Calvagno e Carmen Zammataro intervistano l’ing. Michele Munafò, primo tecnologo ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), responsabile Area monitoraggio e analisi integrata uso suolo, trasformazioni territoriali e processi desertificazione. Coordinatore della rete di monitoraggio del territorio e del consumo di suolo del Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale (SNPA). Responsabile Rapporto “Consumo suolo 2020”.
Foto: www.ispra.it