In alcuni Paesi come l’Australia e la Nuova Zelanda, si può assistere a uno spettacolo incredibile: la notte è illuminata dai “glow-worms”. Sono insetti che si vedono quando brillano, come le nostre lucciole. Una metafora per raccontare che c’è qualcosa in più attorno a noi.
Jesse Herford – Con zaini e tende in spalla, il nostro piccolo gruppo di tre persone aveva impiegato diverse ore per raggiungere la valle nascosta. La foresta pluviale era rigogliosa, fresca e umida. Mentre ci arrampicavamo con cautela sui massi ricoperti di muschio, avevamo tentato di seguire una pista quasi inesistente che si snodava parallela al ruscello di montagna.
Camminavamo da un’ora e il sentiero si era trasformato in una ripida collina dove crescevano solo rampicanti e gli alberi più ostinati. Il percorso, che prima si vedeva appena, scomparve completamente. Gli stivali si erano riempiti di fango mentre salivamo più in alto. A volte la pendenza ripida ci costringeva a tirarci su attaccandoci ai rami, pregando che reggessero sia il nostro peso sia quello delle provviste.
Dopo alcune ore di arrampicata, avevamo finalmente raggiunto la nostra destinazione, e la fitta foresta pluviale aveva lasciato il posto a un magnifico panorama. Adesso eravamo diverse centinaia di metri sopra il fondovalle e, grazie all’altitudine raggiunta, la vista era senza pari. La valle si estendeva verso est, rivelando dolci colline verdi, pascoli per le mucche e lo scorrere di un fiume. Tuttavia, nonostante tutta la sua bellezza, quella non era la nostra meta. Ci allontanammo dal belvedere e cominciammo a scendere, non per il cammino che avevamo percorso, ma più in profondità tra le montagne.
A pochi metri dal punto di osservazione, c’era un piccolo spazio nella parete rocciosa, appena grande da consentire a un adulto di passarci attraverso. Una volta dentro, il sentiero scendeva in una gola profonda. Circondato su entrambi i lati da rocce lisce e verticali, si faceva sempre più infossato fino a quando potevamo a malapena scorgere la cima. Arrivati in fondo, alla gola si aprì rivelando una piccola valle punteggiata da massi coperti di muschio, alcune piante qua e là, e non molto altro. Sembrava quasi una galleria ferroviaria, tanto erano dritti e alti i muri. Trovammo un posto per accamparci, accendemmo un fuocherello giusto per scaldarci e ci sistemammo in attesa del motivo reale per cui eravamo giunti in quella valle nascosta.
Quando il sole tramontò e il freddo della notte ci avvolse, un’ombra profonda e scura si posò sulla valle, lasciandoci completamente al buio. Fu allora che iniziò il vero spettacolo. Una dopo l’altra, apparvero piccole luci verde-blu. Anche se inizialmente erano poche, presto l’intera area si rischiarò di una luminosità tale da superare quella delle luci artificiali. Per questo la valle nascosta era famosa: per i suoi glow-worms. Piccoli insetti che, nelle giuste condizioni, brillano grazie alla loro straordinaria bioluminescenza. Ne avevo già visti in passato, ma mai così tanti in un solo posto. Parlo di centinaia di esemplari, se non migliaia, tutte insieme. Erano lì da sempre, ma non avevamo avuto occhi per vederli.
Più della materia?
Molti si chiedono se in questa vita ci sia più di quanto possiamo vedere. Un tempo appannaggio dei mistici e dei filosofi del deserto, questo interrogativo pervade, consapevolmente o meno, grande parte della nostra cultura popolare odierna. Molti film, programmi televisivi e libri famosi cercano di esplorare, nella finzione o nella vita reale, la questione delle origini, della verità e della realtà ultima. Allo stesso modo, la scienza, con le teorie sul Big Bang, l’evoluzione, il multiverso e altro ancora, prova a spiegare la realtà trascendente attraverso mezzi naturalistici. E, ovviamente, ogni gruppo religioso ha le proprie risposte a queste stesse domande, alcune benigne, altre mortali.
Quello su cui voglio far riflettere è se c’è qualcosa di più di questa vita. Qualunque sia la lente interpretativa, tutti sentiamo il desiderio di “aprire gli occhi” sulla realtà che è alla base di ogni cosa, se davvero esiste. Sono convinto che, in effetti, questa realtà ci sia e che sia tutta intorno a noi in questo momento, se abbiamo gli occhi per vederla.
Spirito e verità
A Saulo di Damasco (poi chiamato Paolo) dobbiamo la stesura di gran parte del Nuovo Testamento. Egli viaggiò per tutto l’Impero romano predicando, fondando nuove chiese e aiutando ad accrescere la fede dei nuovi credenti. Vi è un curioso passaggio in una lettera che scrisse ai seguaci di Gesù nell’antica città di Efeso; ci offre uno spaccato dell’immagine che Paolo aveva di una realtà spirituale alternativa. Parlando della preghiera, istruisce questi primi cristiani a pregare “in ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica” (Efesini 6:18). Cosa intende dire? Bene, i versetti precedenti ci forniscono un indizio. Paolo dice di indossare la “completa armatura di Dio”. I credenti, scrive l’apostolo, dovrebbero armarsi di “verità”, “giustizia”, “pace”, “fiducia”, della certezza della potenza salvifica del Signore e della “parola di Dio”.
Si tratta di metafore (a meno che non sappiate come indossare i concetti metafisici), ma gli elementi di questa armatura sono comunque molto reali. Per quale motivo i credenti dovrebbero “indossare” questi ideali? Perché, stando alle parole di Paolo, “il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti” (Efesini 6:12).
Quello che Paolo afferma qui è che la vera guerra in cui siamo tutti coinvolti non è contro poteri terreni, ma contro potenze spirituali nel regno spirituale. Come le lucciole, il mondo spirituale è tutto intorno a noi, però la maggior parte delle persone passa la vita ignara della sua esistenza. Ogni atto di oppressione, abuso, violenza è animato da forze che non possiamo vedere né toccare, ma che sono tuttavia molto reali. I cristiani spesso si riferiscono a queste forze chiamandole “demoni”, “angeli caduti” o “malvagità spirituale”. Se questi poteri suonano sinistri è perché lo sono. Anche se gli esseri umani sono liberi di prendere le proprie decisioni, queste forze si nascondono nell’ombra, tentando di farci agire seguendo i nostri impulsi più oscuri.
Poteri spirituali per il bene
Per quanto schiacciante possa sembrare il male spirituale in questo mondo, c’è una buona notizia: non ha l’ultima parola. In una epistola a un’altra comunità cristiana, l’apostolo Paolo racconta ciò che accadde sulla croce, in quel momento cardine nella vita di Gesù quando si lasciò morire da criminale; una fine che non meritava. Paradossalmente, Paolo dipinge quella tragedia come un trionfo: “e avendo spogliato i principati e le potestà, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro per mezzo della croce” (Colossesi 2:15).
Quegli stessi poteri che sono responsabili del male sulla terra vengono sconfitti dalla… morte? Non sembra avere senso, ma secondo Paolo questo è il modo in cui Dio ha trionfato sul male. Rinunciando alla sua vita, Gesù ha dimostrato che la morte non poteva avere un potere permanente su di lui e, attraverso la sua risurrezione, ha dimostrato che la morte non deve avere un potere permanente sull’umanità. Anche se voi e io sperimenteremo ancora la morte, la speranza cristiana è che la morte perda il suo “dardo” (1 Corinzi 15:55) grazie alla risurrezione. Moriremo un giorno, ma non dobbiamo temere perché “Se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti vivificherà anche i vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi” (Romani 8:11).
La resurrezione è la speranza del cristianesimo
Ecco perché i primi cristiani si sacrificavano, lasciandosi morire per mano di uomini crudeli. Non temevano più la tomba, perché adoravano il Dio che aveva sconfitto la morte. Quando capirono che la guerra che stavano combattendo non era contro i Romani o le autorità pagane locali, abbracciarono la prospettiva di osservare il mondo per come era realmente: ingaggiato in un conflitto cosmico contro poteri invisibili a occhio nudo, ma che rovesciano governi e scatenano le peggiori atrocità. Eppure, si resero conto che gesti di gentilezza, compassione e generosità, animati dall’amore trasformatrice di Gesù, possono accendere l’oscurità del mondo e mutarla in luce. Come Gesù sulla croce, la morte può essere rovesciata e, al suo posto, trionfare la vita.
La speranza della risurrezione ha cambiato la vita di questi uomini e donne, e può trasformare anche la tua. Tutto quello che devi fare è aprire gli occhi e vedere le lucciole.
(Jesse Herford è pastore e redattore associato per l’edizione australiana e neozelandese del periodico Signs of the Times)
[Fonte: st.network. Traduzione: V. Addazio]