Daniele 8-9. Quadro d’insieme (seconda parte)
6 Febbraio 2017

Francesco Zenzale – Daniele sviene e dopo diversi giorni riprende a lavorare interessandosi agli affari del re (Dn 8:27), e la spiegazione dell’ultima parte della profezia rimane sospesa tra il cielo e la terra, nell’incomprensione dell’uomo di Dio. Ma il Signore non lascia nulla d’incompiuto. Passano circa dodici anni. “Nel primo anno di Dario, figlio di Assuero, della stirpe dei Medi” (9:1), e mentre Daniele è in preghiera, l’angelo Gabriele si ripresenta (9:21) con le seguenti parole: “Daniele, io sono venuto perché tu possa comprendere. Quando hai cominciato a pregare, c’è stata una risposta e io sono venuto a comunicartela, perché tu sei molto amato. Fa’ dunque attenzione al messaggio e comprendi la visione” (9:22-23).

Le parole dell’angelo ci stimolano a prendere in considerazione tre elementi. Il primo è quello relativo al tempo trascorso fra la visione dell’ottavo capitolo e il nono. Il secondo riguarda il messaggio cui Daniele è invitato a fare attenzione. Il terzo riguarda la comprensione della visione.

Perché il Signore completa dodici anni dopo la spiegazione della visione di Daniele 8? Probabilmente il motivo va cercato nel fatto che la visione delle sere e mattine non riguardava il periodo storico del profeta, ma il tempo della fine (8:17, 26), pertanto non si coglie l’importanza dell’immediatezza della spiegazione. Un’altra ragione è da cercare nel fatto che Daniele era interessato a conoscere in che anno sarebbero finiti i settanta anni di schiavitù predetti da Geremia (Ger 25:11-12). Quando l’angelo gli disse che la visione riguardava un tempo lontano, egli probabilmente non riusciva a conciliare le due profezie. Forse pensava che Dio avesse cambiato opinione? No! Il problema è che quando siamo coinvolti emotivamente da ciò che ci sta più a cuore, abbiamo serie difficoltà a comprendere l’agire di Dio. Nel suo cuore Daniele aveva per anni accarezzato l’idea di tornare a casa, nella sua amata città santa (Gerusalemme) e forse di riabbracciare i suoi cari (fratelli e sorelle), qualora fossero ancora in vita.

Questo suo nostalgico desiderio viene esaudito, ma non secondo le sue aspirazioni. “Fa’ dunque attenzione al messaggio”. Indubbiamente, il messaggio riguarda le “settanta settimane”, accordate da Dio al popolo eletto, in vista di un evento che avrebbe contrassegnato il suo futuro (Dn 9:24-27). I predetti settanta anni di schiavitù stavano per finire, presto il popolo eletto avrebbe avuto la gioia di “tornare a casa”. Come avrebbe dovuto vivere questa nuova esperienza e con quale prospettiva? La risposta è contenuta nelle seguenti parole: “Settanta settimane sono state fissate riguardo al tuo popolo e alla tua santa città, per far cessare la perversità, per mettere fine al peccato, per espiare l’iniquità e stabilire una giustizia eterna, per sigillare visione e profezia e per ungere il luogo santissimo … fino all’apparire di un unto, di un capo” (9:24,25).

Gabriele invita Daniele a “comprendere la visione”. Quale visione? Quella relativa alle 2.300 sere e mattine e alla purificazione del santuario (8:14), che Gabriele non aveva avuto modo di completare. Ciò è evidenziato anche dai termini utilizzati. Quando l’angelo introduce la visione in senso generale adopera la parola hazon (Dn 8:1-2), quando parla della decontaminazione del santuario, quindi della visione delle 2.300 sere e mattine, impiega il termine mareh (Dn 8: 26.27). Lo stesso avviene nel capitolo 9. “Mentre stavo ancora parlando in preghiera, quell’uomo, Gabriele, che avevo visto prima nella visione (hazon), mandato con rapido volo, si avvicinò a me all’ora dell’offerta della sera. Egli mi rivolse la parola e disse: ‘Daniele, io sono venuto perché tu possa comprendere. Quando hai cominciato a pregare, c’è stata una risposta e io sono venuto a comunicartela, perché tu sei molto amato. Fa’ dunque attenzione al messaggio e comprendi la visione (mareh)’” (9:21-23).

In breve, Daniele 8 si conclude con la visione (mareh) dei 2.300 giorni, che non viene illustrata. Gabriele, lo stesso angelo che aveva interpretato la visione del capitolo 8, riappare al capitolo 9 e dice a Daniele di comprendere la visione (mareh), ovvero quella delle sere e mattine.

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