Daniele in breve. Il profugo
22 Settembre 2015

Bibbia2Francesco Zenzale – “Tu avviati verso la fine; tu ti riposerai e poi ti rialzerai per ricevere la tua parte di eredità alla fine dei tempi” (Dn 12:13).

Sazio di anni, circa novanta o forse più, Daniele si avviava verso la fine della sua vita. Gli anni gli avevano offerto esperienze che indelebilmente avevano segnato il suo carattere. I dolci ricordi di una serena adolescenza, i sogni e le aspirazioni di nobile principe erano stati integrati con l’esperienza dell’esilio. Aveva trascorso settanta anni e più in terra straniera, senza mai tornare sul suolo natio.

Daniele era un esiliato che, come tanti siciliani, pugliesi, lucani, ghaneani, filippini, ecc., fu costretto a lasciare la sua casa per andare in città e paesi che non conosceva. Daniele, però, non era a Babilonia per motivi di lavoro. Egli fu strappato dal suo ambiente a causa di una società spiritualmente e moralmente deteriorata, che aveva permesso il dominio di una nazione straniera: Babilonia.

La precarietà sociale, politica ed economica di un paese, di una nazione o di una regione, determinata dai grandi di questo mondo, spinge molti giovani, adulti, bambini e vecchi a intraprendere il lungo viaggio della sopravvivenza. Quante speranze, illusioni, fatiche, derisioni e incomprensioni!

Daniele gustò quest’amara esperienza, lontano da casa per lunghi anni, in un paese che suo non era. Nulla di tutto ciò che conobbe, calpestò e lo circondò gli ricordava il suo ambiente. L’unica ancora di salvezza era Dio: solo con il Signore, senza avere mai avuto l’occasione di rivedere i suoi cari. Quanti sogni e quante speranze si consumarono giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno!

E ora, con i suoi novant’anni marcati profondamente nel carattere dalla presenza di Dio nella sua vita, Daniele si avvia verso la fine, forse con il rimpianto di non aver mai avuto notizie dei suoi e di non averli mai più visti. Sicuramente i genitori erano morti, ma lui non aveva pianto sulla loro tomba, l’ultimo saluto gli era stato negato. I fratelli e le sorelle probabilmente erano in vita, ma chissà dove! Forse in Egitto con Geremia! Chi potrà mai saperlo? Tutto ciò avvenne a causa di un sistema politico-religioso in rivolta contro Dio, di scelte politiche ed economiche prive di saggezza e di giustizia sociale.

Eccolo, ricurvo sotto il peso degli anni, ma in pieno vigore spirituale, consapevole che “il giusto vivrà per fede” (Ab 2:4).

Per informazioni o approfondimenti: assistenza@avventisti.it

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