Secondo Dwayne Leslie, leader della Chiesa avventista mondiale, le aziende che rispettano la fede dei propri dipendenti hanno profitti maggiori.
Bettina Krause/Notizie Avventiste – Il direttore associato del dipartimento Affari pubblici e Libertà religiosa della Chiesa cristiana avventista mondiale ha invitato le aziende a rispettare la fede dei propri dipendenti, non solo perché è la cosa giusta da fare, ma anche perché fa bene agli affari. Durante un incontro di imprenditori, politici e religiosi, tenuto a Washington il 12 gennaio, l’avv. Dwayne Leslie ha spiegato come le imprese che rispettano le credenze religiose dei lavoratori hanno, alla fine, un maggior profitto.
“A volte, i datori di lavoro pensano che accogliere le esigenze religiose dei propri dipendenti crei un ambiente lavorativo meno efficiente”, ha dichiarato Leslie, intervenendo al convegno Religious Freedom and Business: A Way Forward, in cui si è esplorato il rapporto tra libertà religiosa, produttività sul posto di lavoro e un ambiente economico sano.
“È vero, venire incontro all’orario di lavoro di un dipendente che osserva il sabato per motivi religiosi, o fare eccezioni per un particolare tipo di abbigliamento dettato dalla fede di un lavoratore, a volte diventa impegnativo”, ha spiegato Leslie, “Ma frequentemente constatiamo che difendere queste libertà fondamentali si traduce, in ultima analisi, in forza lavoro più solida, varia, stabile e produttiva”.
Brian Grim, presidente della Religious Freedom and Business Foundation – la fondazione organizzatrice dell’evento, che informa la comunità imprenditoriale internazionale sui benefici del rispetto della fede dei lavoratori -, ha equiparato la libertà religiosa all’innovazione.
“La libertà di essere chi sei, ovunque ti trovi, è una grande fonte di innovazione”, ha affermato B. Grim.
Il convegno, svolto nel Newseum di Washington, ha presentato una nuova concezione dell’”impegno aziendale”, offrendo una guida alla difesa del diritto di libertà religiosa dei propri dipendenti.
Leslie ha quindi spiegato come le recenti sentenze dei tribunali statunitensi – per esempio la decisione della Corte Suprema in favore della donna musulmana non assunta dall’Abercrombie & Fitch perché indossava il velo – possano aver fatto pensare che interessi aziendali e libertà religiosa siano in competizione. Ma, ha affermato, “credo che possiamo fare di più per aiutare l’America imprenditoriale a considerare la libertà religiosa nel mondo del lavoro un settore in cui principi e pragmatismo convergono”. Ha quindi aggiunto: “È importante, in futuro, concentrarci su soluzioni atte a migliorare e intensificare la comunicazione tra dipendenti e datori di lavoro”. Accogliere la fede religiosa di un operaio in molti casi non è un processo oneroso, è invece “qualcosa che offre grandi risultati a tutti gli interessati. È un bene per i lavoratori, per le imprese, per il paese e per la causa dei diritti umani e della libertà religiosa”.