Discepoli che fanno discepoli. Visione e strategia di Gesù
3 Febbraio 2017

Pubblichiamo il secondo di sei articoli sul discepolato.

Glenn Townend/Maol – I titoli dei brani nella Bibbia non sono ispirati, ma spesso li riteniamo tali. In tutte le versioni della Scrittura che ho controllato, il titolo non ispirato usato per la parabola di Marco 4:3-20 è «Il seminatore». Ma non sarebbe meglio chiamarla «La parabola dei terreni»? Senza dubbio è il contadino a seminare, ma l’obiettivo principale della parabola è il terreno.

Il tipo di terreno in cui cade il seme ne determina il risultato. La strada? Non dà raccolto. Il terreno roccioso e quello infestato da spine? Non portano frutto. Il buon terreno? Dà un raccolto 60 o 100 volte superiore alla quantità di grano seminato. Il tipo di suolo determina il risultato.

Nessun agricoltore sprecherebbe il seme conservato dal raccolto precedente. Il contadino non aveva alcuna intenzione di seminare del seme tra le rocce, sulla strada o tra le spine infestanti perché, dove il seme cadeva, determinava il sostentamento del seminatore e della sua famiglia. Le loro vite dipendevano dal fatto che la maggior parte del seme andasse nel buon terreno. Quindi, piuttosto che gettare il suo prezioso futuro lontano, l’agricoltore aveva preparato bene il terreno. Tale preparazione comprende fertilizzazione, coltivazione e irrigazione.

Preparazione
L’obiettivo di Gesù non è fare di noi degli agricoltori migliori, ma di renderci buoni discepoli capaci di preparare altri discepoli. Prima che il seme del Vangelo sia seminato, bisogna preparare il terreno. Nel discepolato, preparare il terreno significa predisporre e «ammorbidire» il cuore. Questa parabola implica che ogni persona si domandi: «Quale tipo di terreno è il mio cuore? Come può diventare terreno fertile?».

Gesù preparò i cuori dei suoi ascoltatori andando in mezzo alle persone, mangiando con esse, servendole e pregando per le loro necessità. Mangiò con i pubblicani, come Zaccheo, Matteo e alcuni loro amici (Lc 19:5-7; 5,29); con i farisei, come Simone (Lc 7:36); con amici, come Maria, Marta e Lazzaro (Lc 10:38-42).

Gesù trascorse moltissimo tempo con le persone nella loro quotidianità. Egli ci chiede di seguire il suo esempio: mangiare con le persone, mescolarci con esse, accettarle per quello che sono. Noi tutti mangiamo due o tre volte al giorno, se consumiamo un pasto insieme con gli altri, questi imparano a conoscerci e lo Spirito Santo ci può utilizzare per «ammorbidire» il loro cuore, predisponendolo al Vangelo. Il pasto potrebbe essere consumato al lavoro, in un bar o in un ristorante, anche in casa nostra o nella loro; con una o due persone, o con molti. La maggior parte di noi può farlo. Proviamoci e vediamo quale risultato relazionale darà.

Sviluppare relazioni
Gesù si occupava dei bisogni delle persone. Quando erano affamate, le nutrì (Lc 9:10-17). Quando aiutiamo e serviamo gli altri, prepariamo il terreno in vista del discepolato. Ascoltare con empatia genuina il problema di una persona, prestare un attrezzo per riparare un rubinetto in casa, prendersi cura del cane o del gatto del vicino, sono modi in cui serviamo gli altri e predisponiamo i loro cuori.

Realizzare programmi sanitari sull’esercizio o il mangiar sano, distribuire pacchi di alimenti, coltivare un orto comunitario, organizzare un nuovo gruppo di sostegno per le madri, svolgere volontariato in una mensa, realizzare un corso di finanza e contabilità, questi e altri sono tutti modi in cui i membri di chiesa possono contribuire a preparare il terreno nei cuori delle persone. ADRA aiuta le persone bisognose. Spesso il suo servizio apre le porte ad altri ministeri grazie all’eccellente lavoro che svolge.

Un gruppo di avventisti ha scoperto che una scuola della città aveva problemi di disciplina perché i suoi allievi avevano fame. Gli avventisti hanno deciso di preparare e distribuire la colazione una volta a settimana. Il servizio è stato apprezzato così tanto dal personale scolastico e dai genitori, che hanno iniziato a operare tutti i giorni. Poi è stato avviato un mini-club e più tardi una chiesa. È ciò che Ellen G. White ha definito «servizio disinteressato», agire e impegnarsi solo perché l’amore di Gesù può portare a cose più grandi (Medical Ministry, pp. 197, 246; The Ministry of Healing, pp. 144, 145).

Il ministero della preghiera
Pregare per gli altri cambia la vita. Quando Gesù svolgeva il suo ministero per le persone, i sordi riacquistavano l’udito, i ciechi potevano vedere, i malati guarivano, gli indemoniati erano liberati (Lc 5:38-41; 18:35-42).

Immaginate la vostra gioia se foste stati guariti da Gesù. Sareste pronti ad ascoltare ciò che dice e a seguirlo (Mc 1:27, 28).

Gesù insegnò ai discepoli che il ministero della preghiera fa la differenza (Mc 9:29). Un amico chiede ai suoi nuovi conoscenti: «Posso pregare per te e per un tuo bisogno?». Quasi il cento per cento delle persone, a prescindere dal loro background, risponde affermativamente e lui pronuncia una breve preghiera per loro e la loro richiesta. In molti sono ritornati da lui per dirgli: «Dio ha ascoltato la tua preghiera».

Conosco altri che hanno fatto la stessa cosa con risultati simili, andando di porta in porta. Quando prego per le persone, succede che a volte Dio interviene con un miracolo e a volte no. Tuttavia, se vogliamo vedere Dio all’opera e agire nella vita degli individui, dobbiamo pregare. La preghiera collega la terra con il cielo. Dio si diletta a sentire le nostre preghiere e a entrare in azione. «Quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio» (Gv 14:13). Scuola del Sabato o altri gruppi nella chiesa che sono attenti alle esigenze delle persone e pregano, vedranno in esse dei cambiamenti, e altri arriveranno nei loro gruppi. La preghiera funziona

Le chiese che hanno incontri speciali di preghiera prima di ogni attività di «preparazione del terreno» o «semina del seme» saranno cambiate in bene. Una chiesa di mia conoscenza ha tenuto incontri di preghiera ogni mattina, alle 5.30, per più di sei mesi. Si sono verificati miracoli, i ministeri locali prosperano e la presenza al culto è aumentato.

Gesù mangiava con le persone, le serviva, pregava con loro perché le amava. Era veramente desideroso di sovvenire alle loro necessità e aiutarli. «[Gesù] Vedendo le folle, ne ebbe compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore» (Mt 9:36). La preparazione del terreno si realizza con sincera compassione e senza guardare al risultato.

Un buon raccolto dipende dalla preparazione del terreno. Una vita cambiata dipende da un cuore «ammorbidito». Allora, perché non andare fuori singolarmente, o con la chiesa, e decidere di adoperarsi per il bene degli altri? Chiunque può farlo. E i risultati vi sorprenderanno.

(Glenn Townend è presidente della Divisione Pacifico del Sud della Chiesa avventista. Articolo apparso su Adventist Review Online))

 

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