Tra gli obiettivi: eliminare la malattia nei paesi colpiti, sostenere ospedali e consentire la riapertura delle scuole
Notizie Avventiste/Ann – La risposta coordinata della Chiesa avventista del settimo giorno alla crisi ebola, in Africa occidentale, comprende progetti volti a sradicare la malattia in paesi come Liberia e Sierra Leone, ma anche ad aiutare diversi ospedali e due dozzine di scuole, la maggior parte delle quali restano ancora chiuse.
Tutto il network estero del denominazione è impegnato nel raggiungimento di questi obiettivi, tra cui il dipartimento dei Ministeri della Salute a livello mondiale, la Loma Linda University, l’Adventist Health International, l’Agenzia Avventista per lo Sviluppo e il Soccorso (ADRA), Hope for Humanity e anche scuole, ospedali, chiese e singoli donatori.
“È la prima volta che ADRA e le altre organizzazioni avventiste lavorano tutte insieme in questo modo, ma è anche la prima volta di una crisi ebola come questa. Ovviamente insieme possiamo fare molto di più che da soli”, ha affermato Elizabeth Foulkes di ADRA.
“Gli avventisti in particolare, avendo chiese e istituzioni in tutto il mondo, sono in qualche modo avvantaggiati rispetto ad altre organizzazioni non governative; infatti, quasi ovunque si vada, ci sono già persone sul posto che provengono dalle chiese, dalle istituzioni regionali e dei singoli paesi, dalle missioni, dalle scuole, dagli ospedali o da ADRA. E ciò fa la differenza sul posto”, ha aggiunto E. Foulkes.
Alla fine di febbraio, i rappresentanti di ADRA International, di Adventist Health International e del Loma Linda University International Behavioral Health Trauma Team si sono incontrati in California per discutere su come collaborare al meglio per rispondere alla crisi ebola e a eventuali future emergenze.
La risposta clinica
In Sierra Leone, Adra gestisce i gruppi di decontaminazione che disinfettano le case e sostituiscono materassi, lenzuola e coperte nella periferia della capitale Freetown (Notizie Avventiste 6 del 17.2.2015). Il Waterloo Adventist Hospital, sempre in Sierra Leone, continua a operare come centro di trattamento dell’ebola, aiutato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dalla Brigata Medica Cubana. L’ospedale Waterloo ha bisogno di grosse riparazioni delle tubature, danneggiate dal cloro utilizzato per disinfettare gli impianti, e di vestiti per i pazienti, in quanto tutti gli indumenti degli ammalati di ebola vengono bruciati. Il bisogno è tale che l’ospedale ha vestito alcuni pazienti con i camici dei medici e degli infermieri.
In Liberia, il Cooper Adventist Hospital è uno dei pochi nosocomi operativi nella regione per la cura dei pazienti non affetti da ebola ma da altre patologie. Diversi medici statunitensi hanno lavorato come volontari per mesi al Cooper.
Adra Canada e Adra Regno Unito si adoperano per sostenere l’Ospedale Masanga, nel distretto Tonkolili in Sierra Leone. L’ospedale utilizza la tecnologia del gioco virtuale per insegnare i protocolli di sicurezza per l’ebola, come ad esempio indossare dispositivi di protezione e usare le procedure di sepoltura.
Quasi 23.253 sono stati i contagiati e circa 9.380 persone sono morte di ebola da marzo scorso, secondo un aggiornamento diffuso il 18 febbraio dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Inoltre, per l’OMS è fondamentale contenere la malattia in questo mese in vista della stagione delle piogge.
“Se non siamo in grado di ridurre sostanzialmente l’estensione geografica dell’epidemia entro i prossimi due mesi, prima che la stagione delle piogge inizi alla fine di marzo o aprile, saremo in una situazione particolarmente difficile,” ha affermato Bruce Aylward, rappresentante speciale dell’OMS per l’ebola.
Il virus si diffonde attraverso il contatto diretto con i fluidi corporei e i tessuti di una persona infetta. Esposti a rischi maggiori sono il personale sanitario e i familiari che si occupano di un parente ammalato. I casi di decesso variano dal 25 per cento al 90 per cento, secondo la quantità di cure disponibile.
I dirigenti avventisti hanno esortato i membri a non dimenticare che l’epidemia persiste e semina ancora il caos in Africa occidentale, nonostante i media non ne parlino quasi più.
“Mantenere l’interesse su quanto sta avvenendo permette a più persone di unirsi insieme per aiutare chi ha bisogno”, ha affermato Donn Gaede, segretario di Adventist Health International, l’organismo che sovrintende gli ospedali in Sierra Leone e in Liberia.
ADRA, inoltre, attua programmi di sicurezza alimentare e altre iniziative per aiutare coloro che sono indirettamente colpiti dall’ebola. L’agenzia collabora con il World Food Programme (il Programma alimentare mondiale) per distribuire cibo nelle diverse province della Liberia.
Le scuole avventiste si preparano a riaprire
Molte scuole in Liberia hanno ripreso le lezioni dopo una chiusura di sette mesi a causa dell’epidemia di ebola, ma la maggior parte delle scuole avventiste sono rimaste chiuse perché non hanno il cloro e le necessarie postazioni per la disinfezione.
Delle 24 scuole della denominazione in Liberia, solo una ha riaperto alla fine di febbraio. Le altre mancano delle adeguate misure per impedire il contagio,come il disinfettante per far lavare le mani agli studenti prima di entrare e uscire dalle aule, e di personale formato sulle misure di prevenzione. Così, ma mano che ricevono il necessario, gli istituti riaprono a rotazione.
ADRA ha ricevuto finanziamenti dall’Aktion Deutschland Hilft, coalizione di soccorso tedesca, per acquistare e distribuire 115 termometri senza contatto e 115 postazioni di lavaggio delle mani nelle scuole avventiste. Il progetto prevede anche kit scolastici, contenenti zaini e quaderni, per 500 studenti. Le 24 scuole avventiste sono frequentate da oltre 7.600 studenti, dei quali circa il 90 per cento non è avventista.
Le scuole della denominazione riceveranno presto provviste alimentari dalla Ong Stop Hunger Now, che per circa due mesi rifornirà le mense scolastiche.
Molte scuole e chiese di tutto il mondo hanno tenuto concerti di beneficenza e svolto raccolte di fondi per combattere l’ebola. ADRA Italia ha contribuito con il pacco solidale in dicembre e con altre iniziative. In questo mese, la chiesa avventista di Mysen, in Norvegia, organizzerà una divertente corsa solidale a cui parteciperanno circa un centinaio di persone.