In questi giorni c’è un grande scambio di regali. Capita però che spesso i doni siano fatti con ipocrisia, per appianare discordie che si spera di risolvere in questo modo. Nell’ottica di Dio il dono implica un impegno profondo e spesso doloroso: per amore degli uomini, ha donato suo figlio, sotto il segno del vero amore. Noi viviamo la festa circondati dall’abbondanza, Dio invece ha scelto di far nascere suo figlio in un’umile grotta per essere da sempre accanto ai più bisognosi, agli ultimi di ogni epoca. Dio ha scelto la fragilità delle fragilità. È stato con le classi più emarginate: per esempio i pastori, i primi a gioire del suo arrivo. E Dio stesso gioisce nel farsi dono. Il dono, questo insegna il Natale, non è ciò che si acquista, ma ciò che si è per l’altro.
Riflessione a cura del pastore Daniele Benini, direttore delle Chiese Cristiane Avventiste dell’Italia centrale e direttore nazionale del network RVS.
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