Intervista alla pastora della chiesa cristiana avventista del settimo giorno della città partenopea.
Notizie Avventiste – Ieri, dopo la mobilitazione delle chiese evangeliche e cattolica di Napoli, e di associazioni laiche, i 5 rifugiati che dall’estate scorsa erano stati messi in strada da un centro di accoglienza sono stati finalmente reinseriti nel programma dei richiedenti asilo in una struttura di Napoli. In tutti questi mesi i migranti sono stati ospitati nelle chiese valdese e metodiste che, insieme con altre comunità evangeliche, hanno dato una mano ai rifugiati.
Anche la Chiesa cristiana avventista di Napoli è intervenuta per aiutarli. All’indomani della soluzione del problema, Notizie Avventiste ha rivolto alcune domande a Lidia La Montanara, pastora della comunità avventista partenopea.
Notizie Avventiste: Come è iniziata tutta la problematica dei cinque rifugiati?
Lidia La Montanara: Nel mese di luglio 2015 la pastora valdese Thesie Müller ed Emanuela Riccio, membro della chiesa battista di Napoli, hanno fatto visita a un centro di accoglienza di Terzigno, per portare avanti un progetto di assistenza spirituale ai rifugiati ospiti nelle diverse strutture presenti sul territorio di Napoli. Viste le pessime condizioni igieniche e assistenziali che la struttura offriva ai suoi ospiti, 18 di loro hanno deciso di denunciare alle autorità il centro di accoglienza. Il responsabile della struttura ha contro denunciato questi 18 rifugiati, chiedendone l’allontanamento dal centro. In poche ore questi ragazzi si sono trovati in mezzo alla strada. La pastora Müller e la comunità valdese di Napoli hanno deciso di accogliere questi ragazzi nei propri locali di culto, fino a quando fosse fatta chiarezza sulla vicenda. A questo punto le diverse realtà religiose presenti sul territorio, compresa la chiesa cristiana avventista, e altre associazioni laiche hanno offerto il loro sostegno per dare ai cinque rifugiati il loro supporto con pasti caldi e materiale per l’igiene personale. Dopo 2 settimane e diverse manifestazioni davanti la prefettura, abbiamo avuto la notizia che 13 di loro sarebbero stati reintrodotti nel programma di accoglienza, mentre i restanti 5 avrebbero ancora atteso. Questi ragazzi sono stati nel frattempo accolti presso un locale appartenete alla chiesa valdese di Napoli e per tre mesi hanno aspettato che la prefettura rivedesse il loro caso. Il 18 novembre il TAR ha revocato l’istanza rimettendo i ragazzi nel programma di accoglienza. Solo ieri, però, dopo diverse pressioni e un comunicato stampa firmato da chiese e associazioni che hanno collaborato nella vicenda, la Prefettura di Napoli ha dato il definitivo via libera per il loro inserimento in adeguate strutture di accoglienza.
N. A.: Quanto è importante l’azione delle chiese in questi casi?
L. L. M.: In casi come questi in cui la dignità e la sicurezza umana sono messe a rischio, credo che la chiesa in quanto portatrice di valori importanti, come l’uguaglianza tra gli esseri umani, tutti figli di Dio, la ricerca della giustizia e la manifestazione dell’amore divino sulla terra, sia chiamata ad essere in prima fila. I ragazzi che sono stati espulsi ingiustamente dal programma di accoglienza erano destinati a rimanere completamente abbandonati a loro stessi. Le chiese riunite hanno potuto fare la differenza e fatto sì che questi rifugiati fossero ascoltati e accolti nei loro bisogni fondamentali.
N. A.: Che cosa hai pensato dopo la soluzione del problema?
L. L. M.: Quotidianamente siamo bombardati da notizie che ci mettono in guardia contro lo straniero, alimentando paure e pregiudizi ingiustificati. In molti casi, immigrati realmente bisognosi di sostegno vengono allontanati dalla società ed esposti a situazioni rischiose e disumane. Dopo la conclusione positiva di questa situazione ho gioito e ho preso coscienza del fatto che le persone, le religioni, le associazioni possono essere una forza importante contro alcune ingiustizie che i nostri fratelli vivono quotidianamente. Aver conosciuto e condiviso un pezzo della vita di questi ragazzi mi ha confermato quanto i pregiudizi verso gli stranieri siano infondati; anche loro come ogni essere umano è portatore di valori e principi, ha una storia che non va dimenticata, ma va rispettata e accolta.