HiroshimaIl ricordo di tre avventisti, pochi anni dopo la bomba, raccontato nei Bollettini delle Missioni dell’epoca

Notizie Avventiste – Oggi il Giappone ricorda la bomba atomica lanciata su Hiroshima il 6 agosto di 69 anni fa. Tragico evento che ha segnato quel popolo e il mondo, per sempre.

Dall’archivio della Chiesa avventista italiana, raccolto e curato da Giovanni De Meo, pubblichiamo, per l’occasione, alcune testimonianze su Hiroshima tratte dai “Bollettini Missionari” del 1949. Il primo testo racconta le origini della chiesa avventista a Hiroshima; i due seguenti trasmettono l’esperienza della famiglia Morita, scampata alla bomba. L’ultima testimonianza, in particolare, è narrata direttamente da S. Morita.

Sabato, 5 marzo 1949
Inizi dell’opera in Hiroshima
“Agli inizi del secolo, un giovane giapponese di nome Tatsuguchi si presentò alla nostra scuola missionaria di S. Francisco e, dopo aver seguito i corsi di quest’istituzione, chiese di essere battezzato. Egli desiderava ardentemente recarsi in Giappone come missionario medico, a proprie spese, però. A questo riguardo ebbe parecchi colloqui con (Ellen) White, che gli consigliò di perfezionarsi nel ramo della tecnica dentaria. Ultimati questi studi, … Tatsuguchi partì per la sua città natale di Hiroshima.
Arrivato in questa località, egli apri un gabinetto dentistico che ben presto acquistò rinomanza. Accanto al suo lavoro, … si preoccupava anche di dare degli studi biblici; alcuni si convertirono ed a Hiroshima si costituì una chiesa. Tutte le spese di costruzione della cappella furono pagate dal nostro Tatsuguchi, che mise inoltre a disposizione dell’Unione giapponese ingenti somme di denaro.
Quando questo generoso missionario mori, la chiesa di Hiroshima era una delle più importanti del Giappone. I suoi novanta membri erano molto attivi e zelanti, e consacravano molto tempo a curare i malati. I nostri missionari cercarono più volte di iniziare laggiù l’opera medica, ma non riuscirono a fare gran che … Oggi, la chiesa di Hiroshima non esiste più, distrutta non dalle bombe, ma dall’esercito giapponese; ma una nuova chiesa sarà costruita non appena si sarà ottenuto il denaro necessario…”. (V. T. Armstrong, presidente della regione Estremo oriente della Chiesa avventista)

Sabato, 12 marzo 1949
In memoria di Hiroshima
“Hiroshima, con i centomila abitanti e quasi tutti i suoi edifici distrutti da una sola bomba mortale, è diventata un tragico memoriale degli inizi dell’era atomica! … Quando cadde su Hiroshima la bomba atomica, gran parte degli abitanti fu annientata; ma i quarantadue membri… di chiesa  scamparono tutti al disastro. Uno dei casi … è quello della famiglia Morita. Nel momento in cui la bomba atomica veniva sganciata sulla città, la figlia di questo fratello si trovava a scuola. Tutto a un tratto apparve in cielo un immenso globo di fuoco, che sembrava dirigersi verso l’edificio della scuola. Nessuna delle ottanta allieve presenti in classe fece un movimento; solo la piccola Morita si alzò di colpo e corse a rannicchiarsi dietro la colonna centrale. In quello stesso istante l’edificio sprofondò, seppellendo tutte le trecentocinquanta bambine che vi si trovavano. La sola Morita si salvò, e come lei fu miracolosamente salvato il fratello, che lavorava in una fabbrica vicina.
Nel frattempo, [il papà] Morita stesso si avviava verso la città. Qualche mese prima, come spinto da un impulso misterioso, egli aveva lasciato Hiroshima e si era stabilito con la famiglia in un villaggio vicino. Fu uno dei primi a recare soccorso alle vittime dopo il disastro. … Con la fine del conflitto, i nostri fratelli di Hiroshima hanno potuto riprendere la loro attività missionaria. Il loro ardente desiderio è quello di ricostruire ciò che la guerra ha distrutto e di innalzare un monumento in memoria dell’antica missione avventista di Hiroshima. Questo monumento, a loro parere, dovrebbe essere un ospedale…”. (F. R. Millard, sovrintendente dell’Unione avventista giapponese)

Sabato, 19 marzo 1949
Fra le rovine di Hiroshima
“Durante l’ultima guerra, ebbi varie difficoltà con le autorità giapponesi a motivo della mia carica di anziano di chiesa. Agenti di polizia frequentavano le riunioni, sembravano interessarsi alla nostra dottrina, chiedevano dei libri e mi seguivano ovunque andassi. Un giorno fui arrestato e chiuso in una cella ove pullulavano gli insetti e dove ricevevo ben poco nutrimento. Nonostante ciò, il periodo che trascorsi in prigione fu uno dei più belli della mia vita! Numerosi amici venivano ogni giorno a farmi visita e i carcerieri stessi erano ben disposti verso di me.
Infine, dopo quattordici mesi, fui liberato. Quando ritornai fra i miei, mi sentii spinto a lasciare la città, che in quel tempo di guerra era divenuto un luogo detestabile. Tutti i miei vicini cercarono di dissuadermi, ma io non detti loro ascolto; oggi, sono contento di non essermi lasciato convincere perché nessuno di quelli che mi avevano consigliato di restare ad Hiroshima è sopravvissuto al disastro!
Vi racconterò brevemente ciò che ho visto della catastrofe di Hiroshima. Eravamo in agosto. Il mattino del (6), dal villaggio dove abitavamo, scorgemmo una specie di lampo attraversare lo spazio e, subito dopo, udimmo echeggiare una formidabile esplosione. Poi, una immensa nuvola di fumo dall’aspetto di un gigantesco ombrello coprì la città. Mi recai subito, com’ era mia abitudine, ad Hiroshima e, mentre mi aggiravo per le strade cercando di portar soccorso ai numerosissimi feriti, pensavo ai miei due figli che proprio in quella mattina si trovavano nella città.
Non avevo mai visto uno spettacolo più terrificante di quello che offriva la città di Hiroshima distrutta così d’improvviso. Per tutto il giorno mi adoperai a salvare i feriti che incontravo sul mio cammino. Mentre calava la notte,·mi sentivo terribilmente angosciato al pensiero dei miei figli. lddio, però, si dimostrò misericordioso anche a questo riguardo: quando tornai a casa, a notte tarda, vi trovai mio figlio illeso; mia figlia tornò più tardi.
L’indomani tutta la nostra famiglia era riunita in preghiera e ringraziava Iddio di averla tenuta in vita…”. (S. Morita, anziano della chiesa di Hiroshima)

Oggi a Hiroshima vi è una comunità avventista; la chiesa gestisce anche tre scuole: materna, elementare e d’inglese.

Condividi

Articoli recenti