I dieci comandamenti commentati da Benigni
23 Gennaio 2015
I dieci comandamenti commentati da Benigni
23 Gennaio 2015

Maol- i lettori ci scrivonoAngelo Fantasia – La recente presentazione dei dieci comandamenti da parte di Benigni mi ha fatto venire in mente il monito di Gesù: «le pietre grideranno».

Benigni è stato una «pietra» che, nonostante i suoi notevoli limiti di conoscenza dottrinale, è stato grande strumento di alfabetizzazione di milioni di spettatori su nozioni basilari della volontà di Dio. Molti hanno per la prima volta sentito il testo originale dei dieci comandamenti così come scritti «dal dito di Dio». Essi sono diversi da quelli imparati a scuola o nelle chiese, ora lo sanno tutti. I dieci comandamenti hanno un fondo di saggezza, che supera ogni intelligenza umana e che si può capire se si attinge con onestà intellettuale ai concetti di amore, giustizia, libertà e verità.

I potenti di questo mondo, per avidità di potere, nascondono la verità e impediscono alla gente comune di conoscerla. La società attuale è arretrata, come quelle passate, nella misura in cui preferisce strategie di violenza e sopraffazione invece dell’amore e della giustizia. L’affermazione dell’esistenza eterna di Dio e dell’adorazione dovuta a Dio solo, del divieto d’ogni culto idolatra e dell’uso improprio del suo nome, la volontà di Dio di un incontro speciale il «sabato» settimanale con l’umanità, l’onore per i genitori come gratitudine per la vita in atto, il divieto di pratiche ingiuste nei rapporti sociali come l’assassinio, l’adulterio, il furto, la menzogna, la concupiscenza dei beni altrui, tutto questo è stato presentato con enfasi, convinzione ed efficacia da Benigni.

Questa presentazione ha del miracoloso, è stata come una pietra che ha gridato, come il sasso che è partito dalla fionda di Davide in direzione di Golia, come un colpo a un ultimo muro che sta per essere abbattuto. Di fronte a questo grande evento, più unico che raro, mi è sorta una profonda amarezza, che mi ha ricordato quella di Gesù alla vista di Gerusalemme che lo stava rigettando.

Un bravo attore, coraggioso nell’inoltrarsi in nuovi sentieri stretti ed erti, alla ricerca di verità, dimostra, allo stesso tempo, di essere legato da pesanti catene che non gli permettono di avanzare con l’agilità necessaria per raggiungere l’elevato obiettivo agognato. Non è congruente esaltare il dito di Dio e tollerare il dito dell’uomo che cambia e stravolve il testo originale. Non è cosa da nulla la cancellazione umana del secondo comandamento riguardante il culto delle immagini di Dio. Il sabato non è degli ebrei ma è dato all’umanità alla creazione. Gesù stesso ribadisce che il sabato è stato istituito eternamente per l’uomo e che non è sostituito dalla domenica o da altre feste. I dieci comandamenti sono un corpo unico ed immutabile, Giacomo scrive che chi ne trasgredisce uno li trasgredisce tutti.

Caro Roberto, queste valutazioni non sono per giudicarti ma per aiutarti a capire che «Dio può perdonare per conto terzi», è questa la vera bella notizia del Vangelo di Dio. Il contrario è morte nel peccato. Il Vangelo di Dio rivela il suo infinito amore attuato con potenza e giustizia. Il sacrificio di Gesù sulla croce è potente da pagare ogni trasgressione dell’uomo pentito, anche quei torti non perdonati da chi ha subito il danno.

La salvezza non è un’arte umana, né il risultato di opere meritorie, essa è semplicemente un dono di Dio a uomini e donne immeritevoli, che lo accettano per fede, con umiltà, pentimento e gratitudine. La salvezza non si compra, né è un mezzo per procurarsi guadagni, perché ci giunge gratuitamente e si proclama agli altri gratuitamente. L’unico limite che Dio si è imposto liberamente è quello di rispettare la libertà di scelta altrui. Per rispetto della libertà, Dio non decide per un altro. La libertà ha una sua struttura, che si chiama legge di libertà, legge dell’amore o dieci comandamenti, ai quali compete l’ufficio di misura della qualità delle scelte degli esseri liberi, nel giudizio universale.

È per libertà che l’anima non è creata immortale, ma può diventarlo. La dottrina delle sofferenze eterne nell’inferno è falsa, perché toglie a Dio il carattere di libertà, giustizia e amore. L’uomo non sarebbe libero se non potesse scegliere tra esistere e non esistere, d’altra parte non è venuto all’esistenza per sua volontà. Per vivere eternamente è necessario decidere di fare un salto per staccarsi dal mondano e afferrare la salvezza. I salvati sono quelli che accettano il dono di salvezza di Gesù, che, conoscendoli, osservano tutti i suoi comandamenti inalterati e che, attraversando la tribolazione di questa vita, si sono staccati dal terreno. Questo è il mio augurio per tutti, compreso il bravo Roberto. Buon 2015.

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