I leader della Chiesa in Nigeria pregano per le ragazze rapite
16 Giugno 2014

ADRA Bring Back Our Girls_May 2014Molti abitanti del paese africano vivono nel timore di finire nel mirino dei terroristi

Notizie Avventiste/ARnews – I dirigenti avventisti del 7° giorno in Nigeria hanno tenuto una speciale giornata di preghiera per la liberazione delle 275 ragazze cristiane ancora in mano ai sequestratori. Le autorità non hanno identificato le denominazioni di appartenenza delle giovani, rapite in aprile dagli uomini armati di Boko Haram mentre erano a scuola, nel liceo statale di Chibok, ma sembra che non vi siano ragazze avventiste.

Boko Haram, gruppo islamico accusato della morte di migliaia di persone da quando ha iniziato, nel 2009, violenti attacchi per rovesciare il governo nigeriano, ha affermato che le ragazze devono convertirsi all’islam, sposarsi e non ricevere alcuna istruzione.

I dirigenti dell’Unione avventista nigeriana si sono riuniti nella città di Aba, per pregare per le ragazze.
“Come chiesa rivolgiamo un appello agli uomini di Boko Haram affinché mostrino misericordia, rinuncino alla loro rabbia e lascino che le ragazze tornino dalle famiglie”, ha affermato Uzoma Nwosi, direttore delle Comunicazioni presso l’Unione avventista nigeriana.

Il presidente dell’Unione, past. Bassey Udoh, ha anche invitato tutti i cristiani a perseverare nella preghiera per la liberazione pacifica delle ragazze, la serenità mentale delle famiglie e la saggezza del governo nel negoziare con i rapitori.

Gli avventisti si sono uniti alle tante persone nel mondo nel pregare per le ragazze. L’hashtag #BringBackOurGirls su Twitter è stato promosso, tra gli altri, anche dall’agenzia umanitaria avventista Adra e dalla first lady statunitense, Michelle Obama.

Le scuole avventiste nello stato nigeriano di Adamawa godono di relativa pace, ma le persone hanno paura.

“La vita normale va avanti – ha affermato Nwosi – giorno dopo giorno, ma la gente vive nella paura, non sapendo che cosa accadrà, perché Boko Haram potrebbe attaccare una zona senza preavviso. Di conseguenza i figli di avventisti, di altre confessioni cristiane e anche di musulmani le cui scuole non sono state chiuse per motivi di sicurezza, vanno in classe ma hanno paura”.

La violenza ha avuto conseguenze anche su molti avventisti. All’inizio del mese, alcuni membri di chiesa sono stati costretti a fuggire dalle loro case e a nascondersi nella boscaglia quando uomini armati di Boko Haram hanno attaccato la città di Madagali, nello stato di Adamawa. Alla fine, quando sono ritornati in città, le loro case erano avvolte dalle fiamme.

Augusta Y. Olaore, docente della Babcock University, istituzione avventista nel sud della Nigeria, zona non coinvolta dalle violenze, ha affermato che molti nigeriani erano arrabbiati per il rapimento delle ragazze, ma si sentivano impotenti.

“Combattono contro qualcosa di inaccessibile… Non sanno dove andare. È come combattere un nemico invisibile”, ha spiegato Olaore al quotidiano americano Times-Free a margine di un seminario di formazione multiculturale a Chattanooga, Tennessee. Augusta Y. Olaore lavora attualmente come visiting professor presso la Southern Adventist University.

Intanto è di pochi giorni fa la notizia del rapimento di altre 20 donne da un insediamento nomade sempre nei pressi di Chibok.

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