Il sabato della libertà religiosa nel convegno a Firenze
13 Febbraio 2018

In evidenza la Dichiarazione universale dei diritti umani e l’Intesa della Chiesa cristiana avventista con la Repubblica italiana.

Lina Ferrara – La Chiesa cristiana avventista mondiale dedica ogni anno un sabato alla libertà religiosa. In Italia, la denominazione lo celebra in concomitanza con il 17 febbraio, data importante per il protestantesimo italiano, in cui, nel 1848, il re Carlo Alberto concesse i diritti civili ai valdesi. Le Lettere patenti quest’anno compiono 170 anni. Il 2018 è speciale sia per le numerose ricorrenze sia perché il 17 febbraio cade proprio di sabato. Le comunità avventiste sono state invitate a dedicare la giornata alla libertà religiosa, nelle predicazioni e negli eventi in programmati.

A Firenze, il 16 e 17 febbraio, il Dipartimento Affari Pubblici e Libertà Religiosa (Aplr) dell’Uicca organizza il convegno “Diritti umani e libertà religiosa: il terribile, appassionante cammino verso la felicità”. Due giorni di incontri per fare il punto sulla Dichiarazione universale dei diritti umani, di cui ricorrono i 70 anni; e sulla legge 516 che regola i rapporti tra l’Uicca e lo Stato italiano, che quest’anno compie 30 anni.

L’intervista
A proposito dei due eventi, il past. Davide Romano, direttore nazionale del Dipartimento Aplr, ha risposto ad alcune domande.

Lina Ferrara: A 70 anni dall’approvazione e proclamazione della Dichiarazione universale da parte dell’Onu, qual è la situazione dei diritti umani?
Davide Romano: In estrema sintesi si può dire che la Dichiarazione universale dei diritti umani ha rappresentato il fondamentale momento di approdo di un lungo e farraginoso cammino che ha attraversato molti secoli e registrato l’accadere di molto tristi vicende. Non ultima la Shoah. In questi 70 anni tutti gli organismi internazionali e tutte le nazioni hanno potuto assumere i principi sanciti da quella dichiarazione del 1948 come criteri e parametri di valutazione e di auto regolamentazione certi e inequivoci, nonostante le differenti interpretazioni che ciascuna cultura ne ha potuto dare. Cionondimeno, in molte parti del mondo, e non soltanto del cosiddetto “terzo mondo”, espressione discutibilissima, la dignità umana e le libertà e i diritti che la sostanziano non sono riconosciuti e garantiti nella maniera adeguata.

L. F.: Due parole mi hanno colpito nei titoli del prossimo incontro a Firenze in relazione ai diritti umani: felicità e giovani? Puoi spiegare meglio?
D. R.
: La “ricerca della felicità” è una espressione che assumiamo volentieri dalla Dichiarazione di indipendenza americana e riteniamo possa essere ancora considerata il fine più alto e nobile cui una socialdemocrazia possa aspirare. Naturalmente è un’ideale verso il quale tendere, siamo consapevoli della sua profonda e forse permanente inattualità. I giovani sono coloro ai quali particolarmente desideriamo rivolgerci per invogliarli a un interesse costante ai valori della dignità umana e della libertà, che sono squisitamente politici.

L. F.: Perché e in che modo i diritti umani e la libertà religiosa sono così strettamente legati?
D. R.: La libertà religiosa è l’espressione qualificata della libertà di coscienza. Tutti i diritti che gli esseri umani perseguono scaturiscono dalle statuizioni della propria coscienza dentro un cammino storico e sociale. I diritti umani, nella loro implicita universalità, dunque, includono anche il diritto alla libertà di religione e di culto, come attestato dalla Dichiarazione all’art. 18, oltreché il diritto a non avere alcuna religione.

L. F.: Quest’anno ricorre anche il trentennale della legge 516, che regola i rapporti tra la Chiesa avventista e lo Stato italiano. Qual era la situazione prima della firma dell’Intesa e che cosa ha significato questa legge per la Chiesa avventista?
D. R.: La stagione delle Intese tra le chiese di minoranza e lo Stato è cominciata, com’è noto, con grande ritardo rispetto al 1948, anno in cui entrò in vigore la nostra Carta Costituzionale. L’articolo 8 detiene probabilmente il triste record in fatto di ritardo nell’applicazione della Costituzione alla legislazione ordinaria italiana. Ancora oggi, le molte chiese e religioni che non hanno potuto concludere una Intesa con lo Stato vedono il loro diritto e le loro esigenze, di fatto, normate dalla vecchia legge fascista del 1929 sui cosiddetti culti ammessi. Per la Chiesa avventista, piccola minoranza presente in Italia sin dal 1864, essere riconosciuta e tutelata dalla Repubblica italiana ha voluto dire sentirsi finalmente in casa propria, e non più ospite in casa altrui. Certo, l’anticamera è stata lunga e spesso sgradevole.

L. F.: Sono sufficienti le Intese dello Stato con le Chiese e le confessioni religiose, previste dalla Costituzione, oppure serve qualcos’altro?
D. R.: Il principio pattizio nei rapporti tra Chiese e Stato si è senz’altro rivelato fecondo per le relativamente poche comunità che dalla metà degli anni ’80 e fino ad oggi hanno ottenuto l’Intesa, ma si è mostrato inadeguato a tutelare la grande pluralità di confessioni religiose che i nostri costituenti non potevano immaginare si sarebbero ambientate nel panorama italiano. Da circa due decenni, si ammucchiano proposte legislative tese a promuovere una tutela uniforme della libertà religiosa di tutti, pur senza cancellare le Intese già stipulate; ma il Parlamento non è fin qui riuscito a varare alcuna legge. Non di rado a causa di una mancanza di autonomia di giudizio in materia religiosa.

Il programma e gli ospiti del convegno 
Venerdì 16
, ore 20.00, in via del Pergolino 12. Debora Spini (Syracuse University di Firenze) tratterà il tema “1948-2018. I diritti umani sono diritti giovani. Storia e attualità di una tensione ideale e di una lotta politica fino alle più recenti acquisizioni”. A seguire, Elena Miranda e Duccio Baroni, attori professionisti, presenteranno una lettura teatrale di estratti tratti da “Pogrom” di Stefano Massini.

Sabato 17, ore 9.30, nella chiesa avventista fiorentina in via del Pergolino 1. Predicazione del past. Davide Romano.

Sabato 17, ore 15.45, in via del Pergolino 12. Tavola rotonda dal titolo “L’intesa della Chiesa avventista con la Repubblica italiana: il sistema pattizio italiano e gli esempi europei. Alcuni modelli”. Interverranno: Anna Nardini (presidenza del Consiglio dei Ministri), Vannino Chiti (senatore, già vice presidente del Senato), Valdo Spini (già ministro, presidente della Fondazione Circolo Fratelli Rosselli), Tiziano Rimoldi (Facoltà avventista di teologia), Marco Parisi (Università del Molise), Germana Carobene (Università Federico II di Napoli), Ignazio Barbuscia (già direttore del Dipartimento Aplr della Chiesa avventista in Italia). Modera: Davide Romano.

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