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Il forte rimprovero contro l’uso continuo e diffuso di munizioni a grappolo da parte della Siria ha caratterizzato i lavori della riunione intermedia degli Stati parte alla Convenzione sulle munizioni a grappolo a Ginevra terminata il 18 aprile scorso. Paese dopo Paese ha condannato pubblicamente il governo siriano per l’uso di munizioni cluster. La tempesta di critiche e’ arrivata puntuale nel corso dei lavori. Durante l’incontro, Australia, Austria, Belgio, Cambogia, Croazia, Ecuador, Francia, Germania, Ghana, Irlanda, Giappone, Laos, Messico, Olanda, Nuova Zelanda, Norvegia, Portogallo e Zambia hanno preso la parola per condannare l’uso delle munizioni a cluster da parte del governo siriano e per esprimere la loro profonda preoccupazione su qualsiasi utilizzo di queste munizioni bandite. “Inspiegabile il silenzio della delegazione italiana presente ai lavori di Ginevra che non ha espresso la minima condanna per il reiterato uso di munizioni a grappolo da parte del governo siriano. A nostro avviso questo mancanza di incisivita’ e di partecipazione attiva da parte dell’Italia e’ grave e rischia di svilire gran parte del lavoro fatto precedentemente dal nostro Paese in questo ambito, – dichiara Giuseppe Schiavello direttore della Campagna Italiana. “L’Italia non ha nessun motivo di tacere, di rimanere defilata- aggiunge Schiavello- anzi, come per le mine, sta procedendo velocemente nella distruzione dei suoi arsenali e sta cercando, anche in periodi di forte crisi, attraverso il mantenimento del Fondo 58 di assicurare una continuita’ alla cooperazione internazionale in questo campo”. Su questa vicenda Roberto Vacca ha intervistato Giuseppe Schiavello, direttore della Campagna Italiana contro le mine