IRLA. Perché la repressione religiosa è salita nonostante le pressioni internazionali?
20 Settembre 2016

n36-harvard-irla-panel-experts-2È la domanda affrontata dagli studiosi di libertà religiosa riuniti ad Harvard.

Bettina Krause/Notizie Avventiste – Studiosi avventisti del settimo giorno e un gruppo di specialisti internazionali hanno discusso su quello che è stato definito un preoccupante paradosso: mentre il principio della libertà religiosa ha guadagnato una solida posizione all’interno del diritto internazionale, le restrizioni delle pratiche religiose sono in realtà in aumento in tutto il mondo.

Il gruppo di studiosi, riunito presso la Harvard Divinity School a Cambridge, in Massachusetts, ha espresso la preoccupazione che l’ideale della libertà religiosa, inteso come diritto umano universale, rimanga elusivo nella pratica e che la repressione religiosa non accenni a diminuire in molti paesi, nonostante decenni di sostegno e promozione internazionale.

Il paradosso è una sfida cruciale, che impedisce un vero progresso nel promuovere questo diritto umano fondamentale, hanno affermato gli studiosi nella dichiarazione rilasciata alla fine dei tre giorni di studio e discussione.

“In sintesi, un importante cambiamento nel dibattito sulla libertà religiosa o di credo potrebbe verificarsi nelle sue roccaforti intellettuali”, riporta il documento, “Fino a poco tempo fa, le norme sulla libertà religiosa erano ampiamente accettate; il dibattito risiedeva sui dettagli, su come dovevano essere applicate nei diversi contesti e su come potevano essere estese e attuate in modo più efficace. Ora la loro legittimità è messa in discussione, sia esplicitamente sia implicitamente”.

Studi recenti, come quello pubblicato dal Pew Research Center all’inizio di quest’anno, indicano che circa tre quarti dei 7,2 miliardi di persone nel mondo vivono in paesi con elevate o molto elevate restrizioni delle pratiche religiose, o elevati tassi di ostilità sociale legati alla religione.

La commissione internazionale, composta da una ventina circa di studiosi e avvocati, e nota come “Meeting di esperti”, è convocata ogni anno dall’International Religious Liberty Association (IRLA), organizzazione indipendente che si occupa di difesa della libertà religiosa, fondata dalla Chiesa cristiana avventista del settimo giorno.

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Ganoune Diop, segretario generale della dell’IRLA, ha spiegato che la riluttanza di molti paesi ad adottare gli standard internazionali di libertà religiosa è guidata da forze culturali, storiche, filosofiche, morali e politiche. Per capire perché esistono queste barriere, secondo Diop, è importante studiare le varie critiche alla libertà religiosa spesso avanzate da questi paesi, molti dei quali hanno forti pregiudizi anti-occidente o sono influenzati da una religione e una ideologia politicamente potenti.

“Per alcuni paesi, la libertà religiosa è strettamente legata all’idea dei ‘diritti individuali’, e questo non si sposa bene con le culture che hanno un approccio più comune e comunitario verso i diritti”, ha affermato Diop in un’intervista, “Altre culture equiparano le norme di libertà religiosa con il permissivismo liberale che porterà inevitabilmente a un crollo morale della società”.

Diop ha poi continuato: “Alcuni paesi temono che la libertà religiosa mini la religione dominante, ritenuta di vitale importanza storica o politica. Ne sono esempi alcune forme di islam in molti paesi del Medio Oriente, o di ortodossia in alcuni paesi dell’Europa orientale. Altri ancora, soprattutto in Asia, respingono gli ideali di libertà religiosa perché troppo ‘occidentali’. Sono visti come incompatibili con la cultura locale, o anche come strumento dell’imperialismo occidentale”.

Diop ha comunque affermato che la resistenza alle norme di libertà religiosa non proviene solo dai paesi non occidentali. Ha infatti osservato come l’influenza pervasiva del postmodernismo (molto scettico delle norme generali o universali) abbia portato, in molti paesi europei e negli Stati Uniti, a un calo dell’interesse per gli ideali di libertà religiosa. Il crescente secolarismo porta anche alcune persone a mettere in discussione il motivo per cui l’espressione religiosa debba meritare particolare attenzione e protezione.

Diop ha presentato una relazione il primo giorno del Meeting di esperti e ha parlato di aumento, soprattutto tra i più giovani, della disillusione sulle ideologie: dal comunismo alla democrazia liberale.

“Tutti noi vediamo i doppi standard, la corruzione e l’incapacità di tradurre in pratica gli ideali”, ha affermato Diop, “Quindi non c’è da meravigliarsi se molte persone abbandonano le istituzioni e le leggi internazionali (anche quelle che pretendono di promuovere i diritti umani universali) perché ritenute inutili, nella migliore delle ipotesi, o strumento politico di repressione, nel peggiore dei casi.”

Tra gli studiosi che hanno presentato le loro relazioni all’incontro, ricordiamo David Little, professore emerito dell’Harvard Divinity School; Cole Durham, professore di diritto e direttore-fondatore del Center for Law and Religion Studies alla Brigham Young University di Provo, in Utah; Rosa Maria Martines de Codici, professoressa di storia presso l’Università Complutense di Madrid, in Spagna; Pasquale Annichino, ricercatore presso il Robert Schuman Centre for Advanced Studies dell’Istituto Universitario Europeo di Fiesole (Firenze), in Italia; Dudley Rose, preside associato della Harvard Divinity School; Mohamed Mahfoudh, decano della facoltà di legge presso l’Università della Tunisia; T. Jeremy Gunn, professore di diritto e scienze politiche presso l’Università Internazionale di Rabat, in Marocco; e Amal Idrissi, professore di diritto presso l’Università di Moulay Ismael, in Marocco.

Il prossimo Meeting di esperti si terrà nel 2017 alla Princeton University, nel New Jersey (Stati Uniti). Diop, che è anche direttore del dipartimento Affari pubblici e Libertà religiosa della Chiesa cristiana avventista mondiale, ritiene questi incontri immensamente preziosi per mettere a fuoco e portare l’attenzione su importanti problemi che riguardano la libertà religiosa.

Quello di Harvard è stato il XVIII incontro della commissione internazionale. Nel corso degli anni, molti dei lavori presentati sono stati pubblicati sulla rivista accademica dell’IRLA, Fides et Libertas. Maggiori informazioni sono disponibili sul suo sito web: irla.org.

 

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