Michele Abiusi – “… nella speranza che anche la creazione stessa sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella gloriosa libertà dei figli di Dio.” (Romani 8:21). Per meglio comprendere il pensiero che l’apostolo Paolo esprime in questo testo della Lettera ai Romani, leggiamo anche i versetti lo precedono: “Poiché la creazione aspetta con impazienza la manifestazione dei figli di Dio; perché la creazione è stata sottoposta alla vanità, non di sua propria volontà, ma a motivo di colui che ve l'ha sottoposta…” (vv.19, 20).
La teologia paolina sulla creazione è chiara: ogni cosa è scaturita perfetta dalle mani di Dio che ha creato un habitat ideale per l’uomo, che aveva il compito di custodire l'ambiente, come afferma Genesi 1. La scelta sbagliata dei nostri progenitori, che pensavano di raggiungere libertà e autonomia lontani e fuori da Dio (il peccato originale in Eden), ha coinvolto la creazione.
Oggi non bisogna essere cristiani per rendersi conto del degrado del nostro pianeta. Gli ambientalisti sono preoccupati per il clima, l'inquinamento, il disboscamento e molto altro ancora. Possiamo affermare di non essere stati buoni amministratori e, visto che abitiamo una casa comune, dobbiamo anche porci il problema di consegnarla abitabile ai nostri figli!
In questo brano, Paolo associa la redenzione alla creazione; anch’essa ha la speranza. Quella speranza che nel testo di Tito 2:13 definisce “la beata speranza”, ossia il ritorno di Cristo che porterà alla restaurazione di tutte le cose.
La creazione è stata coinvolta nel peccato, anche gli animali e le piante soffrono e muoiono! Aspettano quello stato di libertà di cui godrà il creato, allorquando i figli di Dio saranno glorificati. Per dirlo con le parole di Godet, antico e profondo teologo: “S'intende con questa libertà lo sviluppo senza impedimenti, il libero svolgimento di tutte le energie di vita, di bellezza, di perfezione di cui sarà dotata la natura rinnovellata; mentre la gloria è lo splendore della vita celeste dell'umanità santificata, sul teatro di quella natura restituita a libertà”.
La libertà della gloria sarà assenza totale di peccato, di ribellione a Dio, libertà dalla tentazione, dalla calamità, dalla morte. Libertà di esprimere tutte le proprie potenzialità in armonia con la volontà di Dio.
La più grande libertà è quella di essere governati dal nostro grande Creatore.
Il mio augurio è che tutti, un giorno non molto lontano, possiamo essere nella terra restaurata per godere anche di una creazione perfetta.