Ogni comunità può impegnarsi ad essere le mani e i piedi di Gesù nella maggiore emergenza umanitaria di questa generazione.
Chad Stuart/ARnews/Notizie Avventiste – Molti in Occidente sono rimasti colpiti dalla drammatica foto del piccolo Aylan, il bimbo siriano di 3 anni, annegato in mare e trasportato dalle onde sulla spiaggia greca. Dopo che l’immagine è diventata virale, vi è stato inizialmente un grido delle nazioni occidentali a fare qualcosa. Per noi ha significato offrire assistenza in qualche modo alla crisi dei rifugiati siriani; ma trascorso il ciclo mediatico di tre giorni, troppi in Occidente hanno semplicemente voltato pagina. Dopo tutto era solo un bambino…
Dalle tante immagini di disperazione che sono sotto gli occhi di tutti e dopo aver parlato con chi lavora in prima linea, durante il vertice dell’Agenzia Avventista per lo Sviluppo e il Soccorso (ADRA) in Croazia, lo scorso gennaio, è chiaro che il ciclo di notizie passa, ma questa tragedia umana rimane.
Ci sono, finora, oltre 12.000 minori non accompagnati e orfani, registrati nei campi profughi in Macedonia. Questi bambini sono i più vulnerabili ed esposti ai mali del mondo, come lo sfruttamento sessuale e la schiavitù. I rifugiati non hanno mai smesso di arrivare in Europa; in posti come la Serbia, 4.500 persone al giorno sono ancora in viaggio, nonostante l’inverno, per sfuggire alla guerra, alla tortura, alla fame e alla persecuzione. E sì, ci sono ancora i corpi, anche quelli dei bambini, sbattuti dalle onde sulle spiagge europee.
Siamo grati a Dio che, seppure tanti siano capaci di dimenticare le immagini di Aylan, in Europa molte ONG non lo fanno, compresa ADRA Europa che svolge attività di soccorso e assistenza per i rifugiati in 17 paesi. L’esempio di queste persone, e dei volontari di tante associazioni, molti dei quali sono giovani, mi hanno fatto capire che cosa significhi essere veramente le mani e i piedi di Gesù.
Ho partecipato al vertice di ADRA sui rifugiati con il desiderio di dare aiuto nell’ondata di migranti che dal Medio Oriente si abbatte sull’Europa e oltre. Sono andato via avendo nel cuore più di un desiderio, sono partito con la volontà di non dimenticare, di non chiudere gli occhi, di non pensare che sia solo un bambino che annega nelle acque europee; sono partito con la decisione mia e della mia chiesa di collaborare con i nostri “fratelli” e le nostre “sorelle” in Europa, nell’essere le mani e i piedi di Gesù.
Ci sono molte chiese qui, in America del Nord, che potrebbero fare molto per questa crisi con il minimo sacrificio. Ma anche se il sacrificio fosse grande, non ne varrebbe la pena, se significasse che un bambino in meno sarebbe trovato morto sulle coste europee?
Voglio invitare le chiese a non chiudere gli occhi, a non aspettare l’azione dei comitati di Federazione, Unione o Regione. Cercate di impegnarvi oggi! Potreste aiutare la chiesa in Grecia (che ha 450 avventisti) a formare un team di ADRA. Potreste chiedere di fare volontariato con ADRA in uno dei 17 paesi dove opera. O raccogliere nelle vostre città ciò che serve per i migranti e inviarlo. Non possiamo essere chiesa a parole, in quella che è la maggiore emergenza umanitaria di questa generazione.
(Chad Stuart è pastore della chiesa cristiana avventista “Spencerville” di Silver Spring, nel Maryland, USA)