La staffetta dei piccoli gesti di gentilezza
21 Agosto 2023

Per cambiare il mondo attorno a noi basta un’azione minima compiuta con amore e altruismo. Un “effetto farfalla” capace di innescare una staffetta dagli esiti sorprendenti, anche a distanza di anni e a latitudini lontane. La storia vera di Chris Mburu e Hilde Back

Andreea Irimia – Nella teoria del caos, c’è un aspetto che gli scienziati definiscono "effetto farfalla", un evento apparentemente insignificante innesca una serie di altri avvenimenti che acquistano nel tempo un’importanza significativa. L’effetto farfalla è stato usato al di fuori del regno della scienza come metafora di quelle piccole cose che hanno un impatto notevole. Quando consideriamo la gentilezza, la storia di Chris Mburu e Hilde Back può spiegare tutto questo meglio di tanti altri esempi.

Chris è nato nelle zone rurali del Kenya negli anni ’60. Viveva in una casa fatta di terra senza elettricità o acqua corrente, spesso sostenuta dagli abitanti con tronchi dall’interno per evitare che crollasse su di loro. I suoi genitori non potevano permettersi di comprargli il materiale scolastico né i vestiti, quindi, non aveva la possibilità di frequentare la scuola media. Nonostante la sua evidente intelligenza, sembrava destinato a lavorare nei campi.

Chris aveva meno di dieci anni quando una borsa di studio cambiò il suo percorso. L’aiuto mensile che riceveva fu utilizzato per acquistargli scarpe, abiti adeguati e materiale scolastico. Il ragazzo amava immensamente la scuola ed eccelleva nei risultati accademici. La borsa di studio gli permise di frequentare le superiori e in seguito l’università nella capitale, Nairobi.

I suoi eccezionali risultati accademici gli valsero una borsa di studio Fulbright per gli Stati Uniti, nell’Università di Harvard. Quando terminò gli studi alla facoltà di legge, diventando un avvocato specializzato nei diritti umani, sentì il bisogno di esprimere gratitudine alla persona che gli aveva reso tutto possibile. Sapeva solo che i soldi provenivano da una signora in Svezia. In passato le aveva scritto alcune volte tramite la fondazione ma poi aveva perso ogni contatto.

Così, Chris iniziò un’incessante ricerca per trovare la donna e dirle quanto avesse contribuito a cambiare la sua vita. Contattò l’ambasciatore svedese in Kenya e chiese il suo aiuto. L’ambasciatore si rivolse alla fondazione per trovare informazioni sulla benefattrice che aveva un nome: Hilde Back. Poco dopo, Chris decise di dare proprio quel nome alla sua fondazione, un’organizzazione con la quale intendeva aiutare i bambini del Kenya nello stesso modo in cui Hilde aveva fatto per lui. Si recò poi in Svezia per conoscerla, ma chi stava per incontrare non corrispondeva all’immagine che lui si era fatto della signorina Hilde.

“Quando l’ho vista per la prima volta” racconta Chris “sono rimasto sorpreso dalla sua semplicità. Ho sempre pensato che fosse una donna benestante alla ricerca di occasioni per spendere i suoi soldi. È emerso che era una persona comune con una vita normale, e questo mi ha davvero colpito, non si rendeva conto di aver compiuto qualcosa di importante. “Non si vedeva come un’eroina, eppure lei incarna la mia idea di nonna del mondo”.

La signorina Hilde era una semplice donna anziana di 80 anni di una cittadina svedese, che viveva da sola da quando aveva 35 anni. Era stata un’insegnante di scuola e, in base al suo reddito, poteva donare l’equivalente di 15 dollari. Li aveva inviati mese dopo mese, per anni, alla fondazione che si occupava del futuro di Chris. Sapeva di non poter fare di più, ma era costante con il suo piccolo contributo.

Per mostrare pienamente la sua gratitudine e aiutarla a realizzare quanto avesse significato per lui, Chris organizzò un viaggio nella sua città natale. La signorina Hilde fu accolta con entusiasmo da tutto il villaggio e ricevette il riconoscimento di onorevole anziana del villaggio. Nel vecchio filmato che è stato conservato, Hilde è visibilmente commossa dall’accoglienza e dalla gratitudine di Chris. I due rimasero amici e Chris le fece spesso visita negli anni seguenti.

La loro storia arrivò alla regista Jennifer Arnold, che credeva avesse il potenziale per ispirare molte più persone a compiere gesti simili. Mentre Jennifer parlava con la signorina Hilde, scoprì un dettaglio che l’anziana donna non aveva mai condiviso con nessuno, nemmeno con Chris. Il modo in cui gli eventi si erano svolti fu una rivelazione incredibile per lei; le chiese allora il permesso di parlarne nel documentario.

Hilde non era di origine svedese. Era ebrea e la sua famiglia era stata aiutata a fuggire dalla Germania nazista grazie al denaro di uno sconosciuto. Ma al confine, solo a lei era stato concesso asilo perché era minorenne. Si era separata dai suoi cari, sperando di incontrarli di nuovo, ma non accadde mai più. I suoi genitori morirono nei campi di concentramento.

“Penso che sia molto importante prendersi cura delle persone di altre culture. Un tempo sono stata aiutata a fuggire dai nazisti e a venire in Svezia, e questo ha influito molto su di me. Penso che mi abbia toccato il cuore”.

Il lavoro di Chris, a quel tempo avvocato per i diritti umani alle Nazioni Unite, ha chiuso il cerchio. Il suo obiettivo era investigare e prevenire atrocità di massa in diverse parti del mondo. Grazie a lui, numerose persone che vivevano nella stessa situazione della signorina Hilde oltre 70 anni fa, venivano protette o assistite. “Mi sembra come se due cose diverse siano state intrecciate a formarne una sola. Sono una persona religiosa; credo in qualcuno di grande che protegge " ha commentato Chris.

L’impatto a lungo termine del suo lavoro attuale sulla vita di coloro che aiuta resta in gran parte sconosciuto e potrà essere svelato solo tra qualche decennio. Quello che si sa ora è l’effetto che Chris ha sui bambini in Kenya. Centinaia di piccoli sono assistiti dalla Hilde Back Foundation, che ha visto crescere la propria rilevanza grazie al documentario "A Small Act (Un piccolo gesto)". Uno degli studenti presenti nel documentario frequenta l’università negli Stati Uniti e intende diventare un montatore cinematografico. Se ci riuscirà, l’impegno di Jennifer di portare alla luce la storia sarà ricompensato.

Dalla Germania alla Svezia, dalla Svezia al Kenya, dal Kenya agli Stati Uniti, dagli Stati Uniti al resto del mondo, la storia s’intreccia inaspettatamente per più di 80 anni ed è tutt’altro che finita. “Molti pensano che cambiare il mondo richieda un grande gesto. Ma in realtà, il mondo cambia attraverso una moltitudine di piccole azioni” [1]. 

(Andreea Irimia è un’insegnante di informatica e di educazione tecnica)

Note 
[1] “2017 NCCEP/GEAR UP Conferenza annuale: Chris Mburu, edpartnerships, 7 settembre 2017, https://www.youtube.com/watch? v=rc1UYvr-4oU.

[Fonte: st.network. Traduzione: V. Addazio]

 

 

 

 

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