Aquilante: “È un luogo simbolo che ci impegna per i diritti e l’accoglienza”
Notizie Avventiste/Nev – Il past. Massimo Aquilante, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) e una delegazione si sono recati a Lampedusa per monitorare la situazione e fare dei passi avanti verso l’attuazione di nuove iniziative di accoglienza.
“Sono tornato a Lampedusa con il pieno sostegno dei vari organi della Fcei per ribadire il nostro impegno a valorizzare ciò che l’isola rappresenta: il confine sud dell’Europa, un ponte naturale verso il Nord Africa, la meta della speranza per migliaia di profughi, la difficoltà italiana ed europea a farsi carico di un programma di accoglienza che tuteli persone che fuggono dalla povertà e dalla fame ma anche dalle persecuzioni e dalle violenze di massa. In questo senso Lampedusa è un luogo simbolo che ci impegna per i diritti e l’accoglienza”, ha affermato il past. Massimo Aquilante.
Il 2 aprile, i rappresentanti della Fcei hanno incontrato Giusi Nicolini, sindaco dell’isola, e le hanno espresso apprezzamento per le sue ripetute affermazioni in materia di diritti umani e accoglienza dei profughi, ma anche condiviso l’idea che Lampedusa possa diventare il luogo simbolo della speranza per migliaia di persone e centro propulsivo di campagne di sensibilizzazione sui temi delle migrazioni mondiali, dei diritti umani, delle politiche di accoglienza.
Lieta di incontrare la delegazione, il sindaco ha affermato: “Le chiese evangeliche della Fcei furono tra le prime, già nel novembre 2012, a dare eco all’appello che feci all’Europa: un richiamo alla responsabilità affinché Lampedusa non venisse percepita come zona di frontiera e di accoglienza solo per l’Italia. In quel periodo stava crescendo giorno dopo giorno la mia indignazione per tutte le stragi di esseri umani che soccorrevamo a pochi metri dalle nostre coste, numeri, morti che sarebbero purtroppo aumentati; una tragedia annunciata”.
“Come Fcei – ha concluso Aquilante – abbiamo deciso di impegnarci in iniziative che vadano in questa direzione e, per quello che potremo e riusciremo, di fare la nostra parte. Dopo la visita a Lampedusa, infatti, sempre in Sicilia ho incontrato i rappresentanti di varie chiese e strutture di servizio – quelle che con un termine del Nuovo Testamento chiamiamo diaconali – per verificare la possibilità di un nuovo impegno degli evangelici nelle iniziative di accoglienza. La verifica è stata incoraggiante e ci impegna ad avviare nuovi programmi di accoglienza. Oltre che sulle nostre forze contiamo sul sostegno delle chiese protestanti europee alle quali chiediamo di riconoscere insieme a noi Lampedusa come simbolo di un nuovo impegno di servizio e di testimonianza”.