Dora Bognandi – Forse perché donna, forse perché moglie di pastore, ma la storia delle lasagne (pubblicata sul numero scorso del Messaggero avventista online) attira la mia attenzione e mi lascia senza parole. Nonostante i commenti tutti positivi riportati da Adventist Review che aveva pubblicato per prima la notizia, la reazione mia e di alcune persone con cui ho scambiato qualche pensiero non è stata così positiva.
Ritengo che i responsabili del nostro periodico abbiano fatto bene a pubblicare la notizia perché ci offre lo spunto per riflettere. Non ho elementi per mettere in dubbio la veridicità della storia, né la gioia autentica che quelle persone hanno provato e neppure la loro voglia di raccontarla a tutti, ma alcune domande me le pongo. E riguardano soprattutto il contesto in cui la cosa è avvenuta: siamo in occasione di un funerale; in America, dove uno dei problemi più gravi della società è l’obesità; non manca l’essenziale: ci sono dolci e insalata a volontà.
Come era stata acquistata l’insalata, potevano essere acquistati facilmente altri cibi. Ma no, le nostre sorelle pregano che si verifichi un altro miracolo come quello della moltiplicazione dei pani e dei pesci, cibo povero e che doveva servire a sfamare dei poveri. Pregano per qualcosa di non essenziale e per un cibo non povero. E Dio risponde immediatamente!…
Mi chiedo come mai questo Dio così attento a rispondere al superfluo non sia altrettanto solerte nei confronti dei tanti poveri tormentati dai crampi allo stomaco per la fame… E penso anche che, quando prego per ricevere una benedizione superflua per me, sarebbe meglio se pensassi prima di tutto ai bisogni imprescindibili degli altri.
Un miracolo del genere avrà dato fiducia e forza ai presenti che hanno goduto della «benedizione», ma quanta amarezza può aver suscitato in chi guarda la tavola riccamente imbandita di coloro che forse non sanno neppure che cosa significhi aver fame e che sono benedetti con il sovrappiù…. Ma forse la mia reazione è data dal fatto che vedo troppo spesso i miei fratelli e me stessa in generale molto concentrati sulla nostra «benedizione» e non altrettanto sensibili ai problemi degli altri e ai diritti delle persone!