Cinque comunità della denominazione hanno espresso solidarietà alle famiglie colpite dalla tragedia
ANN/Notizie Avventiste – Domenica 12 giugno 2016 sarà ricordata come il giorno in cui è avvenuto la peggiore strage di massa nella storia recente degli Stati Uniti. In quella notte, un uomo armato ha aperto il fuoco nel Pulse, un popolare night club di Orlando, in Florida, uccidendo 49 persone e ferendone 53.
Cinque giorni dopo la tragedia, Dan Jackson, presidente della Chiesa cristiana avventista in America del Nord, si è recato a Orlando per confortare e incoraggiare le famiglie delle vittime.
Jackson si è fermato davanti a uno dei tanti memoriali dedicati alle vite spezzate quella notte e ha dato un messaggio di speranza. “Partecipiamo al dolore delle famiglie delle 49 vittime che hanno perso la vita, e delle 53 famiglie che ancora sperano e pregano per la piena guarigione dei loro cari, feriti nella tragedia”, ha affermato Jackson.
Poco dopo la strage, la chiesa cristiana avventista Forest Lake di Orlando ha pubblicato un annuncio su Facebook rivolto alle famiglie e agli amici delle vittime in cui si diceva disponibile a offrire servizi funebri gratuiti, nel proprio locale, a chi lo desiderasse e, volendo, di poterli anche trasmettere in diretta streaming per coloro che fossero impossibilitati a essere presenti di persona. Poco dopo, altre quattro comunità avventiste hanno dato uguale disponibilità a offrire gli stessi servizi
Inoltre, alcuni avventisti hanno donato il sangue per i feriti ancora ricoverati in ospedale.
Dal tenere servizi in spagnolo (presso la chiesa cristiana avventista di Forest City) ad aprire le porte al pubblico per pregare, trovare tranquillità e consolazione (nella comunità avventista centrale di Orlando), queste chiese sono diventate un rifugio sicuro per molti.
“Questa è l’occasione per manifestare solidarietà”, ha affermato Walter Castro, coordinatore dei Ministeri personali della denominazione in Florida, “Vogliamo mostrare amore e compassione, e far vedere alle giovani generazioni che siamo qui per le persone”.