Un’innovazione dall’enorme impatto quella introdotta da Johann Gutenberg a metà del Quattrocento. Da allora, la stampa ha conquistato tutto il mondo, imprimendo una svolta epocale nella diffusione del messaggio evangelico.
Christian Sălcianu – "Il mondo ammette senza esitazioni o contestazioni che l’invenzione di Gutenberg è incomparabilmente l’evento più potente che sia mai accaduto nella storia umana" (Mark Twain).[1]
Ex fabbro della città di Magonza e tipografo pioniere, Johann Gutenberg (1400-1468) inventò i caratteri mobili nel 1439-1440. Nell’arco di 15 anni, libri, indulgenze, opuscoli, calendari e bolle papali uscirono dai suoi torchi tipografici e Gutenberg si batté per dimostrare che questa nova forma scribendi aveva lo stesso valore della scrittura a mano. Un momento che rappresentò l’evoluzione dalla cultura del manoscritto a quella della stampa.
Sebbene la prima indulgenza sia datata 22 ottobre 1454, [2] il primo testo che lo rese famoso uscì dalla sua macchina da stampa nel 1455: le Sacre Scritture, la versione Vulgata, nota anche come Bibbia di Gutenberg. La preparazione del materiale richiese sei anni e fondamentalmente, sin dall’inizio, rappresentava l’ideale di Gutenberg: un’opera di riferimento. Le lettere coniate in stampi di metallo erano una novità rispetto a quelli di legno usati in precedenza. Anche l’inchiostro era nuovo: adesso era a base di olio anziché di acqua. Furono prodotti circa 300 caratteri diversi: lettere, segni di punteggiatura e abbreviazioni. Un gruppo di venti persone lavorò fianco a fianco nelle fasi finali, con sei compositori che operavano simultaneamente, poiché ogni lettera era impostata a mano.
L’impatto fu enorme. Il vescovo italiano Piccolomini (futuro Papa Pio II) scrisse al suo amico, il cardinale spagnolo Carvajal, scusandosi per non essere riuscito a fargli avere una Bibbia da Francoforte: "I compratori si mettevano in fila ancor prima che i libri fossero ultimati".[3]
La stampa conquistò l’Europa e poi tutti gli altri continenti. Nel giro di 50 anni, conobbe un vero e proprio boom, con quasi 30.000 titoli stampati in circa 10 milioni di copie, in ambiti quali la religione, la politica, la grammatica, i testi ufficiali, i consigli medici, l’astrologia e la letteratura.
Un successo spettacolare
Il successo della stampa a caratteri mobili è dovuto al periodo in cui fu inventata. L’avvento della scienza, del modernismo, dei viaggi nel mondo e delle grandi scoperte erano all’orizzonte. Insieme alla polvere da sparo e alla bussola nautica, Francesco Bacone annoverò la stampa tra le tre invenzioni che "hanno modificato la faccia e lo stato del mondo". Per Victor Hugo, "l’invenzione della stampa è il più grande evento della storia. È la madre della rivoluzione. È il modo di espressione dell’umanità che si rinnova totalmente".
Elogiata come "arte divina" o disprezzata come "amica dei poveri", la stampa era un’invenzione privata, al di fuori del controllo dello Stato o della Chiesa, e per questo motivo fu usata per diversi scopi, più o meno positivi: oltre agli appunti di viaggio dei grandi esploratori, si diffusero i romanzi; insieme ai libri educativi, la stampa fornì anche il supporto per le rivoluzioni politiche; accanto alle Bibbie e ai catechismi, furono stampate anche le indulgenze. Secondo le conclusioni di Mark Twain, la stampa "trovò la verità in fermento sulla terra e le mise le ali; ma c’era anche la falsità e le fu fornito un doppio paio di ali". Al di là di tutto ciò, "più che il piombo dei proiettili, è stato quello delle custodie dei caratteri da stampa a cambiare il mondo", ha osservato lo scienziato tedesco Christoph Lichtenberg.
Cristianesimo, un committente fedele
Il successo della stampa fu dovuto anche all’eccezionale contributo del cristianesimo. La stampa arrivò proprio nel periodo della Riforma protestante, quando l’enfasi era posta sull’erudizione biblica. Il cristianesimo divenne il consumatore più fedele della tipografia e la stampa uno dei modi più efficaci per diffondere l’insegnamento cristiano.
È un dato che "Lutero… avrebbe potuto essere messo a tacere se la stampa non avesse reso ampiamente disponibili i suoi scritti". Allo stesso tempo, vale la pena notare che nella prima metà del XVI secolo, un terzo di tutti i libri che circolavano in Germania portava la firma del riformatore.[4] Lo stesso Martin Lutero considerava l’invenzione di Gutenberg come "il dono più alto e massimo di Dio, grazie al quale l’opera del vangelo è portata avanti".[5]
Anche la Chiesa cattolica fece uso dell’invenzione di Gutenberg. "I calendari stampati e le indulgenze che furono emessi per la prima volta dai laboratori di Gutenberg e Fust a Magonza, ad esempio, meritano un’attenzione almeno pari a quella delle più celebri Bibbie", afferma la studiosa di storia della stampa Elizabeth L. Eisenstein.[6]
Per 500 anni l’invenzione di Gutenberg ha mantenuto il primato nella gestione delle informazioni. Nonostante l’avvento di Internet, la stampa consuma ancora centinaia di milioni di tonnellate di carta ogni anno. Inoltre, nel mondo digitale, il nome dell’inventore si distingue grazie al "Progetto Gutenberg": una biblioteca di decine di migliaia di e-book.
Nel libro 1000 Anni, 1000 Persone, Johann Gutenberg è stato dichiarato l’Uomo del Millennio per l’invenzione che ha cambiato il mondo.
Note
[1] Dalla lettera inviata in occasione dell’inaugurazione del Museo Gutenberg di Magonza, 1900.
[2] Diana Childress, Johannes Gutenberg e la stampa, Twenty-First Century Books, Minneapolis, p. 68.
[3] Ivi, p. 81.
[4] Ivi, p. 117.
[5] Ivi, p. 122.
[6] Elizabeth L. Eisenstein, La rivoluzione della stampa nella prima Europa moderna, Cambridge University Press, 2005, p. 30.
[Fonte: st.network. Traduzione: V. Addazio]