Dal Giappone arriva in Italia un germoglio di speranza. Le piantine nate dai semi dell’albero sopravvissuto a Nagasaki ricordano a ciascuno di noi che la pace ha bisogno di radici profonde e di convinzioni altrettanto profonde. Il progetto, al quale l’Associazione Pax Christi ha aderito quest’anno per la prima volta, prevede che si riceva in “adozione” una piantina di caco proveniente dai germogli di un albero sopravvissuto all’esplosione atomica di Nagasaki, e curato dal botanico Masayuki Ebinuma: questi prelevò alcuni semi dai frutti che faticosamente la pianta riusci’ nuovamente a generare, e nel 1994 riusci’ cosi’ a far nascere nuove “pianticelle di cachi della seconda generazione”.
Poi cominciò ad affidare le pianticelle ai bambini che visitavano il museo del bombardamento atomico, chiedendo loro di farle crescere perche’ diventassero un potente messaggio di pace da divulgare in tutto il mondo, per ricordare a tutti l’inutilita’ di qualsiasi guerra. Nell’agosto 1995 per ricordare l’insensato orrore delle guerre nasce il progetto “Revive time – L’albero del cachi”, che da Nagasaki si e’ diffuso a molte scuole giapponesi e poi di tutto il mondo, alla ricerca di genitori adottivi a cui affidare le piantine. Abbiamo intervistato Gianni Gatti che ha avviato il progetto “Kaki tree” in Pax Christi Italia
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