Nonostante i progressi compiuti, oltre 6 milioni di bambini sotto i 5 anni continuano a morire per cause prevenibili. Dal 1990 al 2013 è di 223 milioni il numero di bambini che ha perso la vita per malattie curabili. Un destino in parte scritto nelle difficili condizioni di vita e salute delle madri, misurate per la prima volta nel nuovo rapporto di Save the Children “Nati per morire. Indice di rischio mortalità mamma-bambino”. Quali sono le più importanti cause di mortalità infantile? Quali i maggiori fattori di rischio per il bambino legati alla situazione della madre? In che modo incidono le grandi emergenze umanitarie o gravi conflitti economici e sociali? Quali sono i Paesi in cui i bambini hanno meno probabilità di sopravvivenza e quali sono invece quelli più “sicuri” per il proprio “ingresso alla vita”? Secondo Save the Children, cosa bisogna fare in ambito globale per far sì che la situazione possa migliorare? Come intervenire?
I dati raccolti nel rapporto sono stati diffusi in occasione del rilancio della “Campagna Every One” per dire basta alla mortalità infantile: oltre 1 mese di sensibilizzazione e raccolta fondi che avrà tra i suoi punti di forza il Villaggio Every One, un grande spazio in piazza dove quest’anno i visitatori potranno essere operatori Save the Children per un giorno e sperimentare le semplici soluzioni per salvare la vita di milioni di bambini. Il Villaggio fa tappa a Roma (9-19 ottobre), Bari (24 ottobre-2 novembre) e Milano (11-16 novembre). Inoltre fino al 2 novembre è possibile donare 2 euro inviando un sms al 45508.
Mario Calvagno, caporedattore di RVS Roma, intervista Filippo Ungaro, responsabile Comunicazione, Campagne e Volontari di Save the Children Italia.
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