Quando l’amore fa male. I segnali di una relazione tossica

In collaborazione con la redazione della rivista Il Messaggero Avventista.

20 Giugno 2025
Quando l’amore fa male. I segnali di una relazione tossica

In collaborazione con la redazione della rivista Il Messaggero Avventista.

20 Giugno 2025

Non tutte le attenzioni sono dettate dall’affetto. Quando si trasformano in controllo, è il momento di far scattare il campanello d’allarme.

Alacy Mendes Barbosa – Il libro biblico dei Proverbi contiene un invito molto importante: “Custodisci il tuo cuore più di ogni altra cosa, poiché da esso provengono le sorgenti della vita” (Pr 4:23).
In passato sono stato preside di una scuola superiore. In quegli anni ho visto da vicino la bellezza e i conflitti dei giovani innamorati. Ho vissuto sogni, lacrime e aspettative. E ho imparato una cosa preziosa: poche decisioni influenzano il futuro quanto la frequentazione e la scelta della persona con cui si vuole costruire tutta una vita.

Essere fidanzati è innanzitutto uno scambio di impressioni, emozioni, sogni e progetti. E ogni scambio trasforma la persona che lo vive. Una relazione sana fa crescere entrambi come individui, come studenti, come professionisti, come figli di Dio. È quella che ispira il cammino e innalza il cuore.

Ancora più bello è quando l’amore reciproco avvicina a Dio. Non sarà un bene se uno matura nella fede mentre l’altro si perde. Una relazione sana è quella che porta ambedue nella stessa direzione: verso l’alto e insieme.

E c’è un dettaglio che, secondo me, è centrale: frequentarsi dovrebbe avvicinare alla propria famiglia. Quando una relazione ci allontana da casa, dalle nostre radici, dalla nostra storia, è un segnale di pericolo. L’amore che vale ci avvicina, non ci allontana mai da casa. Gli appuntamenti tra fidanzati dovrebbero aiutare a crescere, a camminare verso il cielo.

Ma nei casi in cui queste precauzioni vengono ignorate, si corre il rischio di entrare in una relazione tossica. Ho visto storie iniziate in modo piacevole e finite nel dolore. Relazioni che, silenziosamente, sono diventate una prigione.

Attenzioni mascherate
Una relazione tossica raramente grida all’inizio. Si limita a sussurrare. Si presenta sotto forma di zelo, di affetto esagerato. La seduzione viene usata come strumento per rompere i legami, prima con la famiglia, poi con gli amici e la comunità. Questo isolamento non avviene a caso, è una tattica. Lontano da chi lo conosce bene, l’altro diventa facile preda della manipolazione.

A poco a poco, l’identità viene minata. Critiche costanti, controllo camuffato e svalutazione erodono l’autostima. Il lavoro, gli studi e i sogni diventano una minaccia. E quando tutto ruota intorno all’altro, si instaura una dipendenza emotiva. Tra umiliazioni e disprezzo, emergono briciole di affetto sufficienti a mantenere l’illusione dell’amore.

Ma questo amore non libera. Alimenta il bisogno, non la dignità. E la persona, non più abbastanza forte, comincia a credere che non vi sia niente di meglio.

Esiste una via di ritorno che inizia con la lucidità. Una relazione sana avvicina, costruisce, onora la storia e la fede. Ciò che richiede di sparire non è mai stato amore. Se qualcosa vi fa male, ditelo. Chiedete aiuto. Il cuore ha bisogno di spazio per amare, e l’amore ha bisogno di verità e libertà per fiorire.

(Alacy Mendes Barbosa è pastore ed educatore. Dirige i Ministeri della Famiglia e per le pari Possibilità della Chiesa avventista in otto Paesi del Sudamerica)

[Foto di copertina: Shutterstock. Fonte noticias.adventistas.org/es/. Traduzione: L. Ferrara] 

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