Il 16 settembre 2015 è una data definibile forse storica per il mondo evangelico italiano, e romano in particolare. Il sindaco Ignazio Marino inaugura una piazza intitolata al padre della Riforma protestante Martin Lutero. Una richiesta formale della chiesa avventista e della chiesa luterana alla Commissione toponomastica capitolina, inoltrata alcuni anni fa, ha sortito l’effetto sperato con l’iter adesso giunto a conclusione. Com’è nata l’idea e in che modo si è sviluppata burocraticamente in questi anni?
Il sito internet del settimanale Riforma (delle chiese battiste, metodiste e valdesi) riporta la notizia secondo la quale prima di prendere la delibera per intitolare la piazza a Martin Lutero, la commissione toponomastica ha consultato il Vaticano, che ha concesso il proprio placet. Inoltre la targa insieme al nome di Lutero riporterà soltanto la scritta “teologo tedesco”, e non invece eventuali riferimenti alla Riforma protestante. Come mai?
Che tipo di reazioni ci sono state alla notizia dell’inaugurazione di piazza Martin Lutero nell’ambito delle chiese evangeliche? In che modo la toponomastica si lega alla libertà religiosa?
Mario Calvagno, caporedattore, e Carmen Zammataro, redattrice di RVS Roma, intervistano Dora Bognandi, direttore associato del Dipartimento Affari Pubblici e Libertà Religiosa dell’Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del Settimo Giorno (UICCA) e presidente della Federazione delle Donne Evangeliche in Italia (FDEI).
(Foto: “Monti – Colle Oppio 1060869” di Lalupa – Opera propria. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons)
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