Graziano Capponago del Monte – Una canzone svedese dice che è possibile navigare a vela senza vento o remare senza remi, ma non separarsi dagli amici senza piangere. È questa la sensazione che ha vissuto la comunità avventista di Roma Lungotevere sabato 31 agosto, quando ha omaggiato il suo pastore, Cornelio Lupu Benone, per il suo ultimo sermone in questa chiesa prima del trasferimento a Bologna.
L’anziano di turno, Daniel Natu, ha condotto la liturgia. Al momento dei ringraziamenti e dei saluti, ha citato il versetto in Giosuè 1:9 con l’invito ad essere coraggiosi, in riferimento alle future sfide che dovranno affrontare sia il pastore sia la comunità di Roma Lungotevere. Ha poi invitato anche gli altri anziani di chiesa – Ljuba Fester, Gianni Amato e Samuele Vella – a salire sul pulpito e dedicare un versetto al past. Lupu. I testi sono stati, rispettivamente, Isaia 41:6, Marco 12:28-31 e Proverbi 17:17.
Altre tre persone – Antoinette Mushimiyimana, Sonia Lopes e Arturo Cervi – sono salite sul pulpito in rappresentanza di tutta la comunità, emozionatissime, per testimoniare il loro affetto al past. Lupu.
Prima di lasciare la parola al pastore per il suo ultimo sermone ufficiale nella chiesa di Roma Lungotevere, la direttrice locale delle Comunicazioni, Betty Spinello, ha consegnato un piccolo dono. Un lavoro in resina realizzato da sua figlia, Selene Vella, che rappresenta il mare. “Così come la sua vastità non si può racchiudere, lo stesso vale per Cornelio e per tutto il nostro affetto per lui” ha spiegato Spinello. Un gesto simbolico unito a un biglietto di saluto da parte della comunità con la citazione di Isaia 40:30-31.
Il past. Lupu cercava di mascherare la sua visibile commozione nel ringraziare l’assemblea, citando Giudici 12:8-15, con il suo lungo elenco di persone che si sono susseguite nella carica, e 13:2-5 dove un angelo annuncia la venuta di un figlio. E il suo augurio è che il Figlio di Dio “sia sempre presente nelle nostre chiese e nelle nostre case”.
Terminato il momento dei commiati, il pastore ha tenuto una predicazione breve ma molto intensa sul tema “Nelle mani di Dio e nelle mani dell’uomo”. Ha messo in parallelo due venerdì, quello della Creazione quando l’uomo era nelle mani di Dio e riceveva la vita, e quello della crocifissione quando Dio era nelle mani dell’uomo e riceveva la morte.
La mattinata è stata molto emozionante e anche un po’ triste perché il past. Lupu, negli anni trascorsi a Roma, è riuscito non solamente a farsi apprezzare per le sue incredibili doti di animatore della comunità e la profonda cultura e conoscenza teologica, ma anche per la sua umanità e la generosità con la quale ha interagito quotidianamente con tutti i membri delle chiese che aveva in cura.
Il past. Lupu è una persona vulcanica, è pieno di idee e di iniziative che porta avanti con tenacia e determinazione, grazie anche al dono innato di creare e mantenere forti relazioni. È una persona alla quale non si può fare a meno di volere bene e alla quale non si può dire di no quando ti chiama all’improvviso per proporti, magari, di fare la comparsa in un cortometraggio scritto e prodotto da lui a favore della chiesa, o di andare a visitare una comunità. E questo proprio perché il suo entusiasmo e il suo amore risultano sinceri e trascinanti.
Contestualmente ai saluti al pastore, vi è stato l’arrivederci a Romina Garelli, già dipendente presso l’Unione avventista italiana (Uicca), che si è trasferita a Forlì. Nel suo saluto, Daniel Natu ha ricordato la grande opera svolta per la comunità in funzione di segretaria e di responsabile delle Comunicazioni. Romina Garelli, visibilmente commossa, ha salutato e ringraziato per l’affetto dimostratole, con l’augurio per tutti di “camminare quotidianamente con il Signore”.
[Foto pervenute dalla comunità in oggetto]