Richard J. Ehoussou – Il Servizio Interetnico dell’Uicca propone alle comunità e ai distretti di organizzare, sabato 13 dicembre, in prossimità della Giornata mondiale del migrante, la Festa dei Popoli. Oggi si osserva che quasi tutte le nostre comunità hanno la presenza di migranti, che vivono e lavorano nel paese e collaborano positivamente nelle chiese.
La Festa dei Popoli è l’occasione per ringraziare Dio per la varietà che ci ha donato e per riconoscere questi fratelli e sorelle che, con il loro coraggio, la loro vitalità e i loro sogni, contribuiscono a rendere le nostre comunità più prospere, resistenti e diversificate.
Impegniamoci a costruire un ambiente che favorisca un rapporto coerente e comprensivo all’interno delle nostre comunità. Impegniamoci a fare di più per promuovere e difendere la diversità culturale di tutti i vari gruppi etnici, indipendentemente dal loro status migratorio. Occorre fare di più per garantire il rispetto imparziale per l’insieme dei fratelli, italiani e non, e le loro famiglie. In questa Festa dei Popoli, cerchiamo di favorire una stretta relazione, e raddoppiare i nostri sforzi per facilitare l’integrazione.
Invito i pastori e i laici in ogni comunità a respingere pregiudizi che portano all’isolamento e alla non integrazione. Abbracciamo la diversità come un fattore chiave per un equo, inclusivo e sostenibile sviluppo socio-economico.
Vorrei chiedervi di organizzare culti distrettuali e, dove possibile, invitare le autorità: sindaci, ambasciatori ecc. con momenti per lo scambio fra identità culturali diverse, persone di diverse nazioni, culture, sfilata delle bandiere, simboli, gesti, messaggi e saluto delle autorità. Potete anche utilizzare per un’eventuale festa la bozza, da scaricare cliccando qui, che potrete modificare e adattare alla vostra realtà.
«Egli [Gesù, ndr] infatti è la nostra pace, colui che ha fatto dei due popoli uno e ha demolito il muro di separazione, Voi dunque non siete più forestieri né ospiti, ma concittadini dei santi e membri della famiglia di Dio» (Ef 2:14,19).