Stop alle mutilazioni genitali femminili
11 Febbraio 2014

csm_stop-FGM-web_8353291354Svoltasi il 6 febbraio la Giornata della tolleranza zero

Notizie Avventiste – Il 6 febbraio si è svolta la Giornata internazionale della tolleranza zero alle mutilazioni genitali femminili e alle escissioni (Mgf/E) e gli avventisti del 7° giorno sono tra i tanti gruppi religiosi, le organizzazioni non governative e altre organizzazioni che operano per porre fine alla pratica.

L’Mgf è praticata in quasi 30 paesi in Africa e Asia. Le bambine la subiscono per una tradizione culturale che celebra l’arrivo della pubertà. Essa è talvolta ritenuta uno status symbol e alcuni medici affermano che controlla la sessualità e promuove la castità. I suoi effetti sono devastanti: infezioni, dolore cronico e infertilità. L’Onu ha vietato tale pratica nel 2012. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che 140 milioni di donne ne siano vittime.

Gli avventisti del 7° giorno si oppongono alla Mgf/E, come afferma anche un documento adottato nel 2000 dal Christian View of Human Life Committee della denominazione.

“La nostra Chiesa deve continuare a cercare i modi giusti per scoraggiare questa pratica ed educare alla sua pericolosità”, ha affermato il dott. Peter Landless, direttore del dipartimento Salute presso la Chiesa avventista mondiale.

Landless ha anche parlato di rispetto per la cultura e la sensibilità di coloro che sono già vittime di questa pratica. “È molto importante che non aggiungiamo inavvertitamente l’insulto alla ferita in chi ha subito queste mutilazioni, causando in loro un’inguaribile vergogna”, ha affermato. “Un tale atteggiamento o approccio può dare loro la sensazione di non essere persone normali. Inoltre, le donne colpite sono milioni e bisogna fare attenzione che la questione non diventi uno scontro tra culture, piuttosto che l’umana preoccupazione per il benessere delle donne e il loro status nella loro società”.

“Facciamo il possibile per aiutare e guarire le persone che hanno subito Mgf/E, tramite la creazione di case per le vittime e il dialogo con le comunità che sottopongono le giovanissime a tale pratica, in modo da fermarla attraverso l’educazione”, ha aggiunto Heather-Dawn Small, responsabile dei Ministeri Femminili della chiesa avventista mondiale.

In Kenya, la Chiesa avventista ha creato il Kajiado Rescue Centre, un rifugio per le ragazze e una luogo d’istruzione che celebra l’adolescenza con un rito alternativo. “È ritenuto una benedizione da molte famiglie in molti villaggi”, ha affermato Denise Hochstrasser, direttore dei Ministeri Femminili presso la regione Intereuropea della Chiesa avventista, che è tra gli sponsor del progetto.

Già il governo del Kenya è intervenuto per sradicare la Mgf/E. Nel 2001, una legge riteneva criminoso sottoporre le bambine alla mutilazione genitale e la nuova Costituzione, approvata nel 2010, contiene clausole per proteggere i bambini da qualsiasi pratica culturale dannosa alla loro salute.

L’Agenzia Avventista per lo Sviluppo e il Soccorso (Adra) lavora da anni in Kenya con progetti anti Mgf/E. Un recente progetto ha contribuito a educare oltre 2.500 persone sulle Mgf/E tramite canzoni e scenette. Quest’anno, Adra attua il programma Girl Child Empowerment Program nella provincia di Nyanza, nel Kenya occidentale. Il progetto offrirà un corso di 10 settimane che insegna come avere relazioni sane e i pericoli delle Mgf/E.

L’11 settembre 2013, è stato inaugurato in Germania, nell’ospedale avventista di Berlino, il Centro Desert Flower, per accogliere e curare le vittime delle mutilazioni genitali femminili. Medici specialisti intervengono sulle pazienti con una tecnica chirurgica di ricostruzione. Il centro è realizzato in cooperazione con la Fondazione “Desert Flower”, creata nel 2002 dalla top model somala Waris Dirie.

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