La Chiesa avventista celebra 150 anni di missione inviando la famiglia Contero in Svizzera, là dove giunse il primo missionario della denominazione.

Notizie Avventiste – Da oltre un secolo e mezzo, i missionari avventisti vanno da un luogo all’altro, in terre anche lontane, per condividere il messaggio di Dio con persone in cerca di speranza. Nel 2024, la Chiesa commemorerà i 150 anni dall’invio ufficiale del suo primo missionario all’estero e lo farà in una maniera molto pratica. Infatti, sabato 7 ottobre, durante il Consiglio annuale, Ted N. C. Wilson e Erton Köhler, rispettivamente presidente e segretario esecutivo della Chiesa avventista mondiale, hanno annunciato che la denominazione invierà una famiglia a servire come missionaria in Svizzera. Il progetto, sostenuto anche dalla Regione intereuropea (Eud) della Chiesa e dalla Andrews University, porterà il past. Jonathan Contero, sua moglie, Abigail, e i loro due figli, Nathan e Lydia, a trasferirsi in Svizzera per fondare, nei prossimi cinque anni, una chiesa nella stessa zona in cui operò John Nevins Andrews e la sua famiglia nel 1874.

Un evento storico e moderno 
Olivier Rigaud, presidente dell’Unione avventista svizzera, ha dato il benvenuto ai Contero.
“È un privilegio e un onore accogliervi come famiglia missionaria in Svizzera” ha affermato. Ha poi regalato alla famiglia doni simbolici, tra cui bandierine e cioccolato, che rappresentano la dolcezza del Paese elvetico, e un orologio da tasca speciale, un dono carico di simbolismo.
“Questo orologio è qui per dirci che è ora di tornare in Svizzera. Per te, per me e per gli altri, di tornare in Svizzera per la missione” ha spiegato Rigaud. L’orologio presentava l’immagine di un pescatore, infatti i missionari sono “pescatori di uomini”.

In Svizzera vivono oltre 8,7 milioni di abitanti. Nel Paese , considerato post-cristiano, ci sono solo 5.000 avventisti e 57 chiese. Köhler ha raccontato che la famiglia Contero ha accettato l’invito ad “aprire un centro di speranza e a fondare una nuova chiesa in Svizzera”.
“Nella cerimonia di oggi, il pastore Jonathan e la sua famiglia saranno consacrati al Signore perché sono stati scelti appositamente per una missione” ha continuato Köhler.

Il momento ha segnato il passaggio dalla celebrazione del 160° anniversario della Chiesa quest’anno,  a quella dei 150 anni dell’opera missionaria avventista che ricorre nel 2024.

Una famiglia in missione 
I Contero sono molto impegnati nella missione della denominazione. Da 11 anni, Jonathan serve come pastore e fondatore di chiese, principalmente a Madrid, dove ha lavorato con una comunità in gran parte laica (la chiesa Cero). La sua esperienza nella capitale spagnola lo ha preparato bene per le sfide che dovrà affrontare in Svizzera, un Paese alle prese con un crescente secolarismo. Dal 2019, Jonathan è anche direttore associato del Centro per la missione secolare e post-cristiana di Missione Globale, presso la Chiesa mondiale. Ha potuto avere, così, una prospettiva generale sulle sfide del secolarismo, non solo in Europa ma anche nei Paesi sempre più post-religiosi.

La loro famiglia incarna l’ideale avventista dell’iniziativa “Coinvolgimento totale dei membri”, in cui ogni componente svolge un ruolo nella missione. Jonathan ha definito la loro nuova opera come un’opportunità per “impegnarci nell’ampliare la Chiesa e nel rafforzare la missione”. Si tratta di un impegno collettivo della famiglia e questo può essere un esempio ispiratore per gli avventisti di tutto il mondo.

Sui passi di Andrews 
“È ora di tornare in Svizzera” ha detto Wilson, sottolineando il significato storico di questo momento. Nel 1874, J. N. Andrews, vedovo, salpò per Neuchâtel accompagnato dai figli, Charles e Mary. La sua missione fu rivoluzionaria per la Chiesa avventista e sancì l’inizio del suo raggio d’azione a livello globale.

Andrews non era solo un missionario ma anche uno studioso, un editore e una figura chiave nello sviluppo iniziale della teologia avventista. Il suo viaggio in Svizzera fu un passo coraggioso, soprattutto considerando le sfide del tempo, tra cui le barriere linguistiche e l’assenza dei moderni strumenti di comunicazione. Il suo impegno nella diffusione del vangelo in Europa ha gettato le basi per il lavoro missionario globale della denominazione e la sua eredità continua a ispirare nuove generazioni di avventisti, impegnati a portare il messaggio del ritorno di Gesù in tutti gli angoli del mondo.

Come Andrews, Contero è inviato dalla Chiesa mondiale ed è anche studente della Andrews University che prende il nome dal missionario pioniere. Il past. Contero si è laureato in teologia all’Università avventista di Collonges, in Francia, ha conseguito un master presso il Campus di Sagunto, in Spagna, e studia per il suo dottorato in missiologia alla Andrews, negli Stati Uniti.

Un rinnovato impegno per la missione 
Mentre la denominazione si prepara a celebrare il secolo e mezzo di opera missionaria, l’invio della famiglia Contero in Svizzera è un potente promemoria dell’impegno della Chiesa nell’adempimento di Matteo 24:14. “Ora è il momento di concentrarci nuovamente sulla missione. Ora è il momento di un maggiore impegno missionario, a livello locale e mondiale ha esortato Köhler.

L’iniziativa che coinvolge la famiglia spagnola fa parte di Mission Refocus (Concentrarsi di nuovo sulla missione), per dare priorità alle risorse nell’opera missionaria in prima linea.

Secondo Gesù, i suoi seguaci possono scegliere tra diverse opzioni quando pensano che il loro Maestro “tardi a venire” (Luca 12:45), evidenzia Marcos Paseggi nel suo articolo su Adventist Review online.

Un’opzione è addormentarsi (cfr. Matteo 25:1-13). Un altro è cominciare a picchiare i propri servi, a mangiare e a bere (cfr. Luca 12:45). Un terzo è vegliare (cfr. Matteo 25:13). Un quarto è rimanere attivi, gestire i suoi beni ed eseguire i suoi ordini (cfr. Luca 12:35-44). Gli avventisti del settimo giorno possono essere grati che una percentuale significativa di membri e la maggior parte dei leader abbiano scelto gli ultimi due.

Poi, Paseggi aggiunge: “I programmi e le iniziative ufficiali della Chiesa mondiale, così come i commenti e i rapporti secondari, mostrano che molti fedeli avventisti mantengono viva la passione per la missione. I seguaci di Gesù con una mentalità missionaria non sono circoscritti a una regione né a un’età. Dai giovani volontari di Missione Caleb a Porto Rico agli operatori sanitari missionari in Ciad, a Adra in Romania e ai volontari in pensione negli Stati Uniti, migliaia di membri della denominazione continuano a uscire dalle loro zone di comfort per servire e aiutare a cambiare la vita attraverso la potenza dello Spirito Santo. I leader avventisti continuano a lavorare in collaborazione con altre organizzazioni e imprese per trovare modi innovativi di portare avanti la missione”.

Eppure, “non importa quanti programmi e iniziative mettano in campo le organizzazioni della Chiesa e i ministeri di supporto, i bisogni sono ancora enormi” dice Paseggi sottolineando che nessun programma o iniziativa avrebbe successo senza il coinvolgimento dei membri. “È quella passione per la missione instillata attraverso le storie di Missione Globale, ma anche in ogni Scuola del Sabato, in ogni chiesa locale, in ogni classe, clinica, fabbrica alimentare e centro multimediale, che fa avanzare la missione”.

“Di tanto in tanto” conclude “i profeti di sventura proclamano che la missione avventista è morta…” ma “chi ama la missione del Signore va avanti, perché c’è ancora un mondo assetato di speranza, che sogna una via d’uscita. È un privilegio di ogni membro essere coinvolto in un’impresa così, affidata dal cielo”.

[Foto: Lucas Cardino/Ame. Fonte: Ann e Adventist Review] 

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