Diverso il modo di relazionarsi di Marta e Maria nei confronti di Gesù. Laboriosità dell’una e ammirazione dell’altra fanno la differenza. L’una è attiva ma il suo impegno l’ha separata dal maestro. L’altra è contemplativa e in atteggiamento di ascolto si pone a sedere ai piedi di Gesù come un discepolo (uomo), superando i ruoli stereotipati.
Mario Calvagno e Carmen Zammataro intervistano Gianni Caccamo, pastore delle chiese avventiste di Bologna, Forlì e Modena.
Il pastore avventista tirocinante Nicolò D’Elia ci invita a riflettere Luca 10,38-42: «Mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio; e una donna, di nome Marta, lo ospitò in casa sua. Marta aveva una sorella chiamata Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola. Ma Marta, tutta presa dalle faccende domestiche, venne e disse: “Signore, non ti importa che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti”. Ma il Signore le rispose: “Marta, Marta, tu ti affanni e sei agitata per molte cose, ma una cosa sola è necessaria. Maria ha scelto la parte buona che non le sarà tolta”». Gesù in questa situazione offre una risposta relativa alle priorità di quel contesto. Ma quale esempio dobbiamo seguire? Quello di Marta o quello di Maria?
Con la pastora avventista Silvia Vadi, responsabile dei corsi biblici Voce della Speranza, riflettiamo sull’incontro di Gesù con Marta e Maria: «Mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio; e una donna, di nome Marta, lo ospitò in casa sua. Marta aveva una sorella chiamata Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola. Ma Marta, tutta presa dalle faccende domestiche, venne e disse: “Signore, non ti importa che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti”. Ma il Signore le rispose: “Marta, Marta, tu ti affanni e sei agitata per molte cose, ma una cosa sola è necessaria. Maria ha scelto la parte buona che non le sarà tolta”» (Luca 10:38-42). Cosa ci insegna ancora oggi questo episodio in merito alla fede?
Il pastore avventista Mihai Bumbar ci invita a riflettere sul testo di Luca 10,38-42: «Mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio; e una donna, di nome Marta, lo ospitò in casa sua. Marta aveva una sorella chiamata Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola. Ma Marta, tutta presa dalle faccende domestiche, venne e disse: “Signore, non ti importa che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti”. Ma il Signore le rispose: “Marta, Marta, tu ti affanni e sei agitata per molte cose, ma una cosa sola è necessaria. Maria ha scelto la parte buona che non le sarà tolta”». Cosa ci comunica questo episodio in merito al valore della parola di Gesù? E quale invito ci lascia?
Il pastore avventista tirocinante Nicolò D’Elia ci guida nel commento di Luca 10,38-42: “Mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio; e una donna, di nome Marta, lo ospitò in casa sua. Marta aveva una sorella chiamata Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola. Ma Marta, tutta presa dalle faccende domestiche, venne e disse: “Signore, non ti importa che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti”. Ma il Signore le rispose: “Marta, Marta, tu ti affanni e sei agitata per molte cose, ma una cosa sola è necessaria. Maria ha scelto la parte buona che non le sarà tolta”». Cosa possiamo imparare da questo episodio in merito al servizio e all’ascolto della Parola di Dio?
André Legni, studente di teologia della Facoltà avventista, ci guida in un percorso di riscoperta di alcune figure della fede nel Vangelo secondo Giovanni. In questa puntata riflettiamo sull’esperienza di Marta di Betania.
