Antisemitismo in Francia

Antisemitismo in Francia

Le dichiarazioni della Federazione protestante di Francia e dei responsabili dei culti.

Notizie Avventiste – In risposta all’aumento degli atti di antisemitismo in Francia, la Fédération Protestante de France (Fpf) ha espresso “indignazione e profonda preoccupazione”. Sembra infatti che tali atti siano aumentati del 74% nel Paese, nel 2018.

“Il protestantesimo francese ricorda a tutti il legame indissolubile tra ebrei e cristiani e vuole riaffermare che l’antisemitismo è un peccato contro l’uomo e contro Dio”, si legge nella dichiarazione della Fpf, che continua “Per lottare contro ogni forma di antisemitismo, la Federazione invita ogni cittadino, credente o no, a rileggere, scoprire e condividere la dichiarazione fraterna del protestantesimo francese all’ebraismo (inviata il 4 dicembre 2017 alle autorità ebraiche di Francia), una dichiarazione che invita tutti a vivere in fraternità. Infine, desidera esprimere il suo sostegno alla comunità ebraica e ricordarle che è al suo fianco”.

Anche la Conférence des responsables de culte en France (Crcf) ha espresso grande preoccupazione per l’aumento delle dichiarazioni e degli atti di antisemitismo. “Chiediamo alle autorità pubbliche di condannare e perseguire con fermezza questi crimini ed esprimiamo solidarietà alla comunità ebraica e a tutti coloro che sono vittime di tali atti e discorsi di odio”.

La Crcf è nata nel 2010 e riunisce i responsabili di buddismo, cristianesimo (cattolici, ortodossi e protestanti), islam ed ebraismo. Ha l’obiettivo di approfondire la conoscenza reciproca e contribuire insieme alla coesione della società francese, nel rispetto delle altre scuole di pensiero e nel riconoscimento della laicità come parte del bene comune della società.

[Fonte: Unione avventista franco-belga]

Ci Sono Buone Notizie 430

Ci Sono Buone Notizie 430


Ci sono buone notizie 430 (30.01.2019) Alla ricerca di eventi, informazioni, curiosità per pensare positivo. Una rubrica con notizie che non vengono messe in risalto dai media … o quasi! a cura di Beniamino, Emanuele e Luisa
In questa puntata: La bici del futuro è già quì: pedali un ora produci energia per 24 ore – Il “violino della Felicità – Se la terra “SOFFRE” l’umanità sta meglio (https://ourworldindata.org/)

Preghiera per la tragedia dello tsunami in Indonesia

Preghiera per la tragedia dello tsunami in Indonesia

Oltre 400 le vittime e 1.400 i feriti.

Notizie Avventiste – Il presidente della Chiesa avventista mondiale, Ted N. C. Wilson, ha chiesto di pregare per la popolazione delle isole di Sumatra e Giava travolta dallo tsunami nella notte tra il 21 e il 22 dicembre. “Il nostro pensiero va alle migliaia di persone colpite, ancora una volta, da un altro disastro, lo tsunami che si è abbattuto sulle coste dell’Indonesia”.

Al momento sono 429 le vittime accertate, 128 i dispersi e oltre 1.400 i feriti, mentre più di 11 mila residenti sono rimasti senza casa. Intanto continua l’attività eruttiva del vulcano Kracatoa, che ha causato l’onda anomala in seguito a una frana sottomarina. Resta alto il rischio di un nuovo tsunami secondo le autorità locali.

“Le centinaia di morti e i molti feriti in questa tragedia” ha aggiunto Wilson “ci fanno ricordare ancora una volta che viviamo in tempi profetici e che il secondo avvento di Cristo è vicino”.

Preghiera per le numerose criticità
Rivolto alle chiese, il presidente ha proseguito: “Mentre ci avviciniamo al nuovo anno 2019, molte persone in varie parti del mondo devono affrontare diverse sfide e difficoltà. Chiedo a tutti noi, in quanto famiglia ecclesiale nel mondo, di umiliarci davanti a Dio e di pregare… in particolare per quelli che vivono situazioni difficili”.

Preoccupato per le numerose criticità che agitano il pianeta e per il compimento della missione evangelica, Wilson ha affermato: “Alla fine del 2018 e all’inizio del nuovo anno, rinnoviamo il nostro impegno al risveglio e alla riforma attraverso la potenza e la grazia di Cristo. Eleviamo Cristo, la sua parola, la sua giustizia, la sua opera di intercessione, la sua potenza salvifica, il messaggio dei suoi tre angeli, il suo messaggio sulla salute, la sua ultima missione nel mondo e il suo prossimo ritorno”.

Ha quindi invitato le chiese a pregare “come non mai per chiedere al Signore di preparare i nostri cuori all’annuncio finale come descritto in Apocalisse 14 e 18. Possa Dio benedire e mantenerci saldi nella sua parola, guardando a lui per ricevere guida nel 2019”.
(lf)

[Fonte: Ann News)

Yemen. Le agenzie di soccorso tedesche chiedono al governo di intervenire per la risoluzione del conflitto

Yemen. Le agenzie di soccorso tedesche chiedono al governo di intervenire per la risoluzione del conflitto

Anche Adra Germania tra i firmatari della lettera.

Apd/Notizie Avventiste – Otto organizzazioni umanitarie tedesche, attive nello Yemen, hanno chiesto al ministro degli Esteri, Heiko Maas, di operare perché si avvii una soluzione a tutti i livelli politici che ridia benessere e diritti alla popolazione civile dello stato arabo.

Attualmente, 14 milioni di bambini, donne e uomini, circa la metà della popolazione yemenita, sono a rischio carestia. Save the Children denuncia la morte per malnutrizione di 85 mila bambini in poco più di tre anni di guerra. È necessario lo stop immediato ai combattimenti. La catastrofica carenza di cibo nello Yemen è il risultato diretto delle rigide restrizioni delle parti in conflitto sull’accesso al cibo, al carburante, alle importazioni di farmaci e agli aiuti umanitari. Il crollo della moneta, il rial yemenita, e le mancate o inadeguate retribuzioni ai dipendenti contribuiscono alla tragica situazione.

Fermare gli attacchi contro la popolazione civile
Oltre ad essere per il cessate il fuoco, le organizzazioni umanitarie invitano il governo federale a sollecitare le parti a porre fine ai loro attacchi contro la popolazione civile e a concordare misure immediate e concrete per migliorare la situazione umanitaria. Queste includono l’eliminazione degli ostacoli all’accesso ai beni umanitari e commerciali in tutto il Paese e l’accordo per un piano sugli stipendi.

Le organizzazioni umanitarie
La lettera al Ministro federale è stata firmata dai direttori di: Agenzia Avventista per lo Sviluppo e il Soccorso (Adra) Germania, Aktion gegen den Hunger, Care, International Rescue Committee (Irc), Islamic Relief, Nrc Flüchtlingshilfe, Oxfam e Save the Children.

[Foto: billycm/pixabay.com]

Il cordoglio della Chiesa avventista nordamericana per la sparatoria a Thousand Oaks, in California

Il cordoglio della Chiesa avventista nordamericana per la sparatoria a Thousand Oaks, in California

Le chiese diventino luoghi accoglienti e sicuri dove le persone possano elaborare il lutto. I leader nazionali e locali di adoperino per porre “fine alla minaccia che le armi rappresentano per tutti”.

Notizie Avventiste – L’intera famiglia della Chiesa avventista in California e America del nord ha espresso profondo cordoglio per le vittime della sparatoria avvenuta la notte dell’8 novembre in un pub di Thousand Oaks, in California, molto vicino alla sede dell’Unione avventista Pacific.

“Abbiamo il cuore a pezzi pensando a coloro che hanno perso i propri cari e amici la scorsa notte, e a quanti soffriranno molto a causa di questa violenza insensata” afferma la dichiarazione pubblica.

“Come famiglia di fede” continua il documento “preghiamo per la guarigione di tutti coloro che sono stati colpiti. Mentre le nostre preghiere salgono e il nostro cuore è vicino a quanti sono stati devastati da questo orribile evento, non possiamo fermarci qui. Facciamo appello alle nostre comunità di fede e ai pastori che le guidano perché offrano un ambiente confortevole e sicuro in cui le persone possano elaborare il lutto e riprendersi. Chiediamo loro di aiutare a facilitare le difficili conversazioni, che non possono più essere rimandate, sul perché questo accade e su come si possa affrontare la violenza che devasta il nostro Paese”.

I dirigenti avventisti si rivolgono poi alle autorità per quanto riguarda l’uso delle armi. “Come comunità di fede che si riunisce in servizi religiosi pubblici, chiediamo ai nostri leader nazionali e locali di fare di più per proteggere il diritto alla sicurezza degli individui, ponendo fine alla minaccia che le armi rappresentano per tutti”.

“Noi crediamo” concludono “che ‘Il Signore è vicino a quelli che hanno il cuore afflitto, salva gli umili di spirito’ (Sl 34:18). Possa questo essere vero per tutti coloro che sono addolorati e rattristati in questo momento di lutto”.

La dichiarazione è firmata dai pastori: Daniel R. Jackson, presidente della Regione Nordamericana (Nad) della Chiesa avventista; Ricardo B. Graham, presidente della Pacific Union Conference; e Velino Salazar, presidente della Southern California Conference.

 

(Fonte: Nad)

Gli avventisti e la guerra. 100 anni dopo l’Armistizio dell’11 novembre 1918

Gli avventisti e la guerra. 100 anni dopo l’Armistizio dell’11 novembre 1918

Nel secolo trascorso da allora ci sono sempre stati conflitti in qualche parte del mondo. Desideriamo il tempo in cui non si combattano più guerre. Nel Regno Unito, la Chiesa ha piantato il giardino della pace.

Victor Hulbert/Notizie Avventiste – Era stata definita “la guerra per porre fine a tutte le guerre”. Purtroppo, la storia racconta un’altra storia. Nella Prima guerra mondiale sono morti 17 milioni di soldati, e 21 milioni sono stati i feriti, eppure l’Imperial War Museum di Londra documenta che, da allora, ogni anno ci sono stati conflitti armati che hanno ucciso circa 187 milioni di persone.

Questa settimana il mondo guarda indietro a 100 anni fa, al giorno dell’armistizio, l’11 novembre 1918, e alla fine della Grande guerra. Come cristiani avventisti riconosciamo che la guerra e le voci di guerra sono uno dei segni della fine del mondo. Che si tratti della Prima guerra mondiale, della Siria o dello Yemen, dobbiamo ancora assistere all’orrore della disumanità dell’uomo verso l’uomo; desideriamo il tempo in cui la guerra non ci sarà più, quando Dio, come ha promesso nell’ultimo libro della Bibbia, in Apocalisse 21, farà nuove tutte le cose.

Ma fino ad allora, come reagiamo?

Posizione della Chiesa
Gli avventisti hanno generalmente una posizione pacifista. Quattro anni fa, al centenario dell’inizio della Prima guerra mondiale, il past. Ted Wilson, presidente della Chiesa avventista mondiale, scrisse un articolo sulla rivista Adventist World dal titolo “Combattere: gli avventisti dovrebbero servire nell’esercito?”.

“Come avvenne con altre questioni difficili, i leader pionieri studiarono i problemi usando la Bibbia come loro guida” afferma nell’articolo “e conclusero che la posizione più coerente con i principi biblici era quella di non combattenti (l’obiezione di coscienza a portare le armi). La ragione principale di questa posizione era che gli avventisti che prestavano servizio nell’esercito degli Stati Uniti sarebbero stati costretti a compromettere la loro lealtà verso Dio se avessero obbedito ai comandi dei loro ufficiali. I due comandamenti biblici più direttamente coinvolti erano il quarto, osservare il sabato, e il sesto, non uccidere”.

Gli avventisti britannici aggiunsero un’altra ragione principale quando furono chiamati al servizio attivo durante la Prima guerra mondiale. Il lavoro di William George Chappell era vendere pubblicazioni cristiane. Fu chiamato in tribunale a Brynmawr, nel Galles meridionale, il 25 marzo 1916. Nel suo atto di ricorso dichiarò che “poiché sono un avventista del settimo giorno, sono contrario alla guerra”. Poi, evidenziando i testi biblici a sostegno della posizione pacifista, affermò che riteneva più importante per lui “andare a predicare il vangelo” piuttosto che essere coinvolto nella guerra. Com’era prevedibile, il tribunale non fu d’accordo, affermò che il suo lavoro non era “di importanza nazionale”  e lo esentò soltanto dal servizio di combattente.

Come puoi uccidere le persone con le quali dovresti condividere il vangelo? Era questa la visione quasi unanime della Chiesa avventista britannica.

In alcune altre parti dell’Europa, l’obiezione di coscienza non era un’opzione. In quei Paesi, la vita era più difficile e gli avventisti, i quaccheri e altri gruppi tradizionalmente pacifisti dovettero spesso entrare nell’esercito, sebbene molti cercassero ruoli che non richiedessero l’uso delle armi.

Circa 130 avventisti britannici divennero obiettori di coscienza durante la Grande guerra. Alcuni servivano in unità non combattenti, altri finivano in prigione. Tutti colsero l’opportunità di dare una buona testimonianza del loro essere cristiani.

Testimonianze
Elizabeth Yap scrive di suo nonno metodista, Gilmour Dando, detenuto nel carcere di Dartmoor come obiettore di coscienza. “Mentre era lì, conobbe un altro prigioniero che era avventista. Non era permesso che i detenuti parlassero tra loro, ma successe che a entrambi fu dato il compito di pulire la cella l’uno dell’altro. Di conseguenza, mio nonno poté lasciare ‘note’ scritte con una pietra gessosa sui muri di mattoni della cella di quest’uomo. Vi fu quindi un accordo che permetteva al nonno di fare domande sul sabato a cui il suo amico era libero di rispondere nello stesso modo, nella cella di mio nonno. Fu così che il nonno si convinse del sabato e, una volta finita la guerra, divenne avventista del settimo giorno”.

Le attività di testimonianza di obiettori di coscienza, in Francia e altrove, sono state talvolta riportate nella rivista Missionary worker. Altri racconti condividevano le esperienze di osservanza del sabato come risposte alla preghiera.

Non tutte le preghiere furono esaudite come si sperava e il film documentario A Matter of Conscience racconta la storia di 14 giovani puniti fino “a un soffio dal perdere la vita” perché si erano rifiutati di lavorare di sabato. Dopo la guerra, molti di quel gruppo diventarono leader nella Chiesa avventista nel Regno Unito e in tutto il mondo.

La loro esperienza nella Prima guerra mondiale e la loro testimonianza coerente portarono frutto quando il governo britannico si preparava alla Seconda guerra mondiale. Le discussioni con l’ufficio della guerra permisero agli avventisti di ottenere esenzioni dal servizio militare fintantoché fossero stati coinvolti in lavori di importanza nazionale. Il past. H. W. Lowe afferma: “Nel corso degli anni ho riflettuto spesso sulle prove della vita che al momento sembrano così inesplicabili. È in quei momenti che gli atti di lealtà diventano i semi sparsi perché un altro possa mietere”.

Esperienze simili possono, senza dubbio, essere narrate in molti luoghi diversi. Sakari Vehkavuori racconta come, durante la guerra civile del 1918 in Finlandia, il suo bisnonno, Viktor Ståhlberg, chiese di salvare la vita dei prigionieri che sarebbero stati uccisi per vendicare la morte illegale di suo figlio e di altri nove giovani dell’esercito avversario. Ruppe il ciclo della vendetta predicando il vangelo e lanciando la sfida: “Ora basta, questo macello deve finire; non potete uccidere nessun rosso per vendicare la vita di mio figlio, nemmeno uno” (Leggi l’intera storia: Il perdono è più forte della vendetta).

Ståhlberg mise in pratica le parole dell’apostolo Pietro: “non rendete male per male, od oltraggio per oltraggio, ma, al contrario, benedite; poiché a questo siete stati chiamati affinché ereditiate la benedizione” (1 Pt 3:9).

Giardino della pace
Dopo cento anni di guerra costante in qualche parte del mondo, forse la nostra unica speranza è quella offerta dalla Scrittura: “Ma quando queste cose cominceranno ad avvenire, rialzatevi, levate il capo, perché la vostra liberazione si avvicina” (Lu 21:28).

Eppure, mentre aspettiamo il grande giorno, abbiamo anche una missione di pace, una missione di condivisione del vangelo e una missione di offrire speranza. Invece di un memoriale di guerra, gli avventisti britannici hanno piantato un giardino della pace, per ricordare quegli obiettori di coscienza di 100 anni fa, ma anche un luogo in cui i visitatori possano riflettere sulla pace che Cristo può portare nei nostri cuori, anche in tempi di sofferenza e difficoltà.

Il past. Ian Sweeney, presidente dell’Unione avventista britannica, afferma che “siamo cittadini di due regni, ma quando questi si scontrano, il regno di Dio deve avere la priorità”. L’impegno di quegli “eroi alternativi” di 100 anni fa, potrebbe essere di ispirazione per noi, nella nostra vita, per onorare ulteriormente le parole di Gesù: “Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti” (Gv 14:27). (lf)

 

Porre fine alle guerre, dare inizio alla pace

Porre fine alle guerre, dare inizio alla pace

Giornata di studio dell’Accademia evangelica di Berlino e dell’Eak, in occasione del Centenario della fine del primo conflitto mondiale.

Apd/Notizie Avventiste – Cosa hanno imparato le chiese dal passato? Cento anni dopo la fine della prima guerra mondiale, questo tema è stato al centro della giornata di studio “Ending wars – starting peace” dell’Accademia evangelica di Berlino e del gruppo di lavoro evangelico per gli obiettori di coscienza e la pace (Eak). Si è parlato di sviluppo dell’etica della pace e del contributo delle chiese in questi cento anni, e di quanto l’argomento sia attuale ancora oggi.

“A quel tempo, nelle chiese, sono sati in pochi ad alzare la voce a favore della pace e di un’intesa internazionale. Oggi, invece, il principio di una pace giusta e il primato della nonviolenza sono le basi dell’azione di pace religiosa” ha sottolineato Renke Brahms, rappresentante per le questioni di pace della chiesa evangelica in Germania.
Ma è proprio per questo che è importante far sapere che c’erano voci pacifiste nelle chiese durante la grande guerra. “Sono la radice del lavoro cristiano contemporaneo per la pace” ha detto Christoph Münchow, presidente federale dell’Eak. “È importante oggi essere consapevoli di questo” gli ha fatto eco Uwe Trittmann, dell’Accademia evangelica di Berlino.

“Pochi piccioni tra molti falchi”, lo storico Karlheinz Lipp ha così definito l’impegno pacifista di alcuni pastori prima e durante il primo conflitto mondiale in Germania. Si erano alzate voci pacifiste, ma erano una netta minoranza del protestantesimo tedesco, ha sottolineato Lipp. Sarebbe importante rendere queste voci visibili in modo che non siano dimenticate o volutamente nascoste, ha sottolineato lo storico durante la Giornata di studi berlinese.
Ad esempio, pastori come Otto Umfrid furono coinvolti nella Società di Pace tedesca fondata nel 1892. Nel 1913, il pastore berlinese Walter Nithack-Stahn pubblicò un appello alla pace firmato da altri 400 pastori. E poi vari tentativi di stabilire la pace in Inghilterra come anche in Germania. Nella primavera del 1914 Walter Nithack-Stahnsdorfer e il past. Hans Francke avevano fortemente criticato la propaganda militarista tedesca. “C’erano queste voci pacifiste, ma erano solo alcune” ha ribadito lo storico Lipp.

Anche durante la prima guerra mondiale vi furono dichiarazioni pacifiste. La risoluzione pacifica di cinque pastori berlinesi nel 1917 attirò l’attenzione in occasione dei Quattrocentesimo anniversario della Riforma protestante. Ma rimane impressa la conclusione raggelante dello storico, dopo il 1918: “L’imperatore se ne andò, ma i funzionari della chiesa e i pastori rimasero con le loro posizioni anti-pacifiste”.

“Ci furono traumi tra i protestanti dopo la prima guerra mondiale… ma non vi fu alcun cambiamento radicale per quanto riguarda l’atteggiamento verso la guerra “, ha detto il professore. Certamente, c’erano anche voci pacifiste, come i socialisti religiosi, ma erano troppo deboli per essere ascoltate all’interno del protestantesimo. “Il potere delle vecchie strutture rimase. Nell’ambiente protestante si verificarono simpatie per l’emergente nazionalsocialismo. E il giorno di Potsdam nel 1933, fu un evento importante per molti protestanti che lo accolsero favorevolmente”, ha detto lo storico di Monaco.

Tuttavia, in questi  cento anni, ci sono state numerose iniziative e si sono formati diversi gruppi nelle chiese e tra i credenti per promuovere la pace. “Tutti hanno radici cristiane e hanno portato fiori variopinti su un grande prato di pace”, ha concluso Max Weber, consulente Eak a Bonn.
[Foto: Eak]

Adra interviene ad Haiti dopo il terremoto all’inizio di ottobre

Adra interviene ad Haiti dopo il terremoto all’inizio di ottobre

L’agenzia umanitaria avventista francese impegnata negli aiuti alla popolazione.

Notizie Avventiste – Il terremoto di magnitudo 5.9, che ha sorpreso Haiti nella notte del 6 ottobre, provocando 17 morti e 427 feriti, è stato avvertito in tutto il territorio. Tra le 12 città che hanno subito le perdite più pesanti, 3 Comuni tra i più poveri del Paese: Port-de-Paix, Saint-Louis Nord e Gros Morne.

Il team di Adra (Agenzia Avventista per lo Sviluppo e il Soccorso) lavora in due distretti più colpiti, per dare aiuto a 150 famiglie e ad altre ancora, se le risorse lo consentono.

Nei territori che hanno subito danni maggiori, vivono 3.524.000 persone, cifra che supera il 25% della popolazione haitiana. 46.692 residenti (o 7.782 famiglie) vivono le conseguenze di questo terremoto. 7.429 case sono state danneggiate e 427 edifici, tra cui 383 case private, 4 scuole e 40 servizi pubblici, sono stati completamente distrutti. Anche le infrastrutture sanitarie locali sono state colpite da questo terremoto e non sono in grado di offrire soccorso a gran parte dei feriti gravi.

La popolazione colpita ha ancora bisogno di assistenza umanitaria di emergenza. Si teme un’epidemia di colera se non si attuano subito alcune azioni preventive. Adra ha in programma di venire incontro alle necessità più urgenti, fornendo cibo, assistenza psicologica nella gestione degli infortuni, ripari di emergenza per la stagione degli uragani. Per la popolazione, al momento senza elettricità e acqua, l’agenzia umanitaria avventista attuerà un progetto di fornitura di acqua potabile e costruzione di servizi igienici.

Questo disastro ha avuto conseguenze anche sulle piantagioni, vi è quindi la necessità sostenere anche il settore agricolo, per prevenire un’ulteriore insicurezza alimentare.

(Fonte: Adra Francia)

 

Un anno dopo l’uragano Irma

Un anno dopo l’uragano Irma

La Chiesa avventista partecipa alla cerimonia nelle Isole Vergini britanniche.

Notizie Avventiste – Il governo delle Isole Vergini britanniche ha organizzato un servizio commemorativo nazionale a Tortola, per celebrare la perseveranza della popolazione un anno dopo l’uragano Irma. Uniti dal fatto di essere sopravvissuti agli uragani, gli oltre 800 partecipanti – residenti, politici, imprenditori e leader spirituali – hanno riflettuto sull’impegno nella ricostruzione della nazione.

L’uragano Irma, di categoria 5, aveva colpito le Isole Vergini britanniche il 6 settembre 2017, causando devastazione e quattro vittime. Aveva danneggiato gravemente proprietà e infrastrutture del territorio e provocato livelli significativi di spopolamento, hanno riferito funzionari.

“Oggi riconosciamo dove siamo arrivati, ma è anche un giorno per rinverdire e continuare la nostra guarigione”, ha dichiarato il governatore, Augustus Jaspert, durante il servizio di ringraziamento, riflessione e di risanamento.

Ha poi invitato i residenti a continuare la loro opera di ricostruzione perché se già tanto è stato realizzato, “c’è ancora molto da fare”, ha detto Jaspert.

“Abbiamo lavorato per trovare soluzioni temporanee e far funzionare nuovamente case, aziende e servizi. È stato vitale ed encomiabile. Tuttavia, non dobbiamo permettere che le soluzioni temporanee diventino permanenti” ha sottolineato Jaspert “Non dobbiamo abituarci a questo stato di cose”.

Il past. Howard Simon ha rappresentato la Chiesa avventista alla cerimonia. Nel suo intervento, ha condiviso commenti di speranza e ha invitato i presenti a fare un esame di coscienza. “Essere qui” ha affermato “ci dà l’opportunità di riflettere su dove Dio ci ha portato e su ciò che verrà. Non possiamo vivere nel passato ma nella speranza del ritorno di Cristo, quando non ci saranno più uragani, malattie e calamità, perché le cose precedenti saranno passate”-

Ha anche ricordato che la Chiesa avventista delle Isole Vergini britanniche, tramite i suoi servizi comunità e umanitari, è stata tra le prime a rispondere all’indomani dell’uragano.

La chiesa è intervenuta subito distribuendo pasti caldi, alimenti e articoli personali. Adra ha inoltre offerto supporto con servizi di counseling per superare il dolore, di pulizia e servizi igienici portatili per le scuole, oltre a fornire generatori ad alcuni istituti scolastici sprovvisti di elettricità. Ha anche distribuito pacchi di alimenti a 500 famiglie.

I dirigenti della Chiesa hanno riferito che le chiese avventiste di Road Town e Carrot Bay sono state distrutte dall’uragano ed entrambe devono ancora essere ricostruite. La chiesa avventista di Belle View ha ancora bisogno di riparazioni al tetto. La scuola elementare e secondaria avventista di Tortola ha ida poco iniziato il nuovo anno scolastico con 341 studenti, il numero maggiore di iscrizioni fino a oggi.

La Chiesa avventista del settimo giorno nelle Isole Vergini britanniche, composte da Tortola, Virgin Gorda e Anegada, conta 2.000 membri che si riuniscono in otto chiese. Possiede anche una scuola.

[Fonte: Adventist News Network]

[Foto per gentile concessione dal BVI Government Service]

 

Undici avventisti tra i morti del traghetto naufragato in Tanzania

Undici avventisti tra i morti del traghetto naufragato in Tanzania

La tragedia avvenuta sul Lago Vittoria ha causato almeno 224 vittime.

Notizie Avventiste – A bordo del traghetto naufragato sul Lago Vittoria, in Tanzania, il 20 settembre scorso, vi erano anche diversi membri della chiesa avventista. Secondo fonti locali, nella tragedia hanno perso la vita almeno 224 persone, delle oltre 300 imbarcate. Il past. Godwin Lekundayo, presidente della Chiesa avventista nella regione settentrionale della Tanzania, ha riferito che tra le vittime ci sono undici membri di chiesa del distretto di Ukwere.

Il traghetto trasportava passeggeri e bagagli da Bugolora all’isola di Ukara. Si è capovolto nei pressi di Bwisia, poche centinaia di metri prima di raggiungere il molo. Secondo alcuni la causa era il sovraccarico di persone e merci. Sembra infatti che l’imbarcazione avesse una capacità di circa 100 persone, mentre ne aveva a bordo forse il quadruplo.

Le autorità competenti sono ancora al lavoro per sollevare il traghetto capovolto e recuperare le eventuali vittime rimaste intrappolate sotto la nave.

La Chiesa avventista della Tanzania ha collaborato attivamente con i funzionari governativi e la squadra che ha gestito il salvataggio dei sopravvissuti e il recupero delle salme. Uno gruppo speciale di guide scout avventiste (Master Guide) ha usato la propria barca da pesca per recuperare le vittime annegate e portarle a terra per essere identificate dai parenti.

Il loro intervento è stato tanto apprezzato dai funzionari governativi che hanno fornito al gruppo avventista una barca aggiuntiva, per poter continuare la loro opera di assistenza. I giovani hanno anche visitato e aiutato i familiari dei defunti arrivati sul posto, i bambini che avevano perso i genitori nell’incidente e altri parenti stretti.

La chiesa della Tanzania ha chiesto di pregare per le famiglie in lutto per le autorità impegnate a far luce sulle cause della tragedia.

L’organizzazione umanitaria avventista aiuta le vittime dell’uragano Florence negli Stati Uniti

L’organizzazione umanitaria avventista aiuta le vittime dell’uragano Florence negli Stati Uniti

Collabora con altre associazioni di soccorso e le istituzioni locali.

Notizie Avventiste – Acs, l’organismo umanitario avventista che interviene esclusivamente negli Stati Uniti in caso di calamità, è impegnato nei soccorsi alle vittime dell’uragano Florence, in collaborazione con Adra e altre associazioni. “Lavoriamo per consolidare il programma di aiuti in modo da essere più efficaci” ha dichiarato W. Derrick Lea, di Acs.

I volontari di Acs erano pronti a intervenire già prima che l’uragano Florence colpisse la costa della Carolina del nord, venerdì 14 settembre. In ogni zona avevano stoccato i cosiddetti flood buckets (grossi secchi pieni di detergenti e prodotti necessari per pulire le case alluvionate) oltre “ai kit per la cura della persona, disponibili e pronti all’uso. Sono in atto anche accordi riguardanti il magazzinaggio del materiale a disposizione” ha aggiunto Lea.

43 vittime hanno perso la vita a causa dell’uragano; migliaia di persone hanno dovuto lasciare le proprie case alluvionate e prive di energia elettrica.

La Federazione avventista dell’Atlantico meridionale ha offerto un rifugio temporaneo al River Oaks Camp di Orangeburg, nella Carolina del sud. Anche la Croce Rossa americana collabora con Acs. Ha infatti fornito 200 brandine e continueranno a provvedere aiuti in base alle necessità rilevate. Gli avventisti della Carolina hanno cominciato a distribuire i flood buckets ai residenti che ritornano nelle loro case, uffici e negozi. Acs sta anche lavorando per offrire in dono una carta prepagata insieme ai secchi.

Il 18 settembre, la contea di Hanover ha chiesto ad Acs di gestire il magazzino di Wilmington, nella Carolina del nord, una delle aree più colpite. “Hanno subito molti danni e, al momento, stiamo cercando un magazzino” ha spiegato Lea.

Dodici famiglie della Carolina del nord sono ospitate presso l’Università del Maryland, a College Park, dopo che le loro case sono state colpite da Florence. Il Dipartimento risorse umane (Dhs) dello stato del Maryland ha chiesto ad Acs di occuparsi della cura spirituale e dell’assistenza ai bambini. Le famiglie rimarranno presso l’università almeno fino a questo fine settimana, vale a dire fino a quando l’Agenzia federale di gestione delle emergenze (Fema) le trasferirà negli alberghi. (Fonte: Nad, Ann)

[Foto credit: WikeCommons/Gryllida (talk | contribs)]

Le Sacre Scritture 09-  Il bisogno oggi del Regno di Dio 25 giugno 2108

Le Sacre Scritture 09- Il bisogno oggi del Regno di Dio 25 giugno 2108


In questa puntata il pastore Giovanni Leonardi propone la sua preoccupazione per un mondo che non corrisponde più al progetto iniziale di Dio.

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