Un disastro umanitario

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Gli avventisti tra le organizzazioni che aiutano i rifugiati Rohingya in Bangladesh

Ann/Notizie Avventiste – Il Bangladesh devastato dalle inondazioni continua a essere sulle prime pagine della stampa mondiale. Da maggio, il paese vive quella che è stata definita la peggiore alluvione in 40 anni. In questa situazione di continue piogge e allagamenti, la crisi del Myanmar si è ora allargata al vicino Bangladesh.

Adra (Agenzia avventista per lo sviluppo e il soccorso) è tra le organizzazioni umanitarie in Bangladesh che aiutano non solo le vittime delle inondazioni, ma anche i flussi di rifugiati Rohingya.

Oltre 4.000 Rohingya sono stati uccisi dopo lo scoppio delle violenze in Myanmar, il 25 agosto. Considerati i più perseguitati al mondo, i Rohingya sono un gruppo etnico indoariano, formato in maggioranza da musulmani. Invece, più del 90% degli abitanti in Myanmar sono buddisti.

Prima del 25 agosto, il Banglades ha riconosciuto lo status di rifugiati a circa 190.000 Rohingya. Dopo, 436.000 Rohingya si sono riversati nello stato bengalese in cerca di rifugio. Molti sono donne e bambini feriti durante gli scontri.
“La maggior parte di loro ha camminato per giorni, nascondendosi nella giungla, attraversando montagne e fiumi, portando quello che poteva salvare dalla propria casa”, ha osservato Landerson Santana, direttore di Adra Bangladesh.

“Hanno fame, sono deboli e malati. È un disastro umanitario”, ha aggiunto.

Il Gruppo di coordinamento tra i settori (Iscg) coordina gli inteventi di soccorso degli organismi umanitari in Bangladesh. Si stima che siano 1,2 milioni le persone colpite in varia misura dalla crisi Rohingya.

Quasi due terzi degli aiuti urgenti chiesti dalla comunità internazionale rimangono insoddisfatti. In media, i rifugiati consumano un solo pasto al giorno e dispongono di strutture wash e ripari limitati, afferma il rapporto Adra del 21 settembre sulla situazione in Bangladesh. La sigla walsh è l’acronimo usato dall’Onu per incicare acqua e servizi igienico-sanitari, tutti problemi urgenti nei campi profughi. Un’altra preoccupazione è la necessità di sostegno psicologico e sociologico, soprattutto per i bambini.

La risposta iniziale di Adra Bangladesh riguarda un progetto di distribuzione di alimenti e kit per costruire ripari di emergenza a 3.600 famiglie Rohingya. I pacchi di cibo contengono 40 chilogrammi di alimenti secchi: riso, lenticchie, sale e zucchero e due litri di olio. La distribuzione è iniziata il 26 settembre e continuerà mensilmente per tre mesi. I progetti futuri sono in fase di sviluppo e dipendono dai finanziamenti disponibili.

Dal 18 settembre, gli attraversamenti della frontiera sono diminuiti, ma comincia a farsi vedere l’impatto dell’attuale situazione sul gran numero di rifugiati e sui residenti.

Per ulteriori informazioni, visita adra.org o adra.org/emergency-donation.

(Foto: Britt Celine Oldebraten)

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Cooperazione tra avventisti e Fema nell’emergenza uragani

Ne parla il quotidiano Usa Today.

Notizie Avventiste – In un articolo pubblicato lo scorso 10 settembre, il quotidiano Usa Today ha evidenziato la cooperazione tra la Federal Emergency Management Agency (Fema) e le organizzazioni religiose in caso di disastro.

“Se donate bottiglie di acqua, pannolini, abbigliamento o qualsiasi altro materiale alle vittime degli uragani in Texas o in Florida, la vostra donazione passerà probabilmente attraverso le mani degli avventisti del 7° giorno prima di arrivare a una persona colpita dalla tempesta”, afferma l’articolo.

Gli avventisti sono ritenuti capaci di costruire “un’esperienza unica in caso di disastro” per quanto riguarda il magazzinaggio, il “raccogliere, registrare, organizzare e distribuire gli aiuti di emergenza, in collaborazione con le agenzie del governo, che rispondono alle catastrofi ”.

Nell’intervista del giornale, Derek Lee, responsabile della risposta alle catastrofi dei Servizi comunitari avventisti (Acs), ha dichiarato che la sua organizzazione cercava, insieme con Fema, dei magazzini in cui depositare le forniture di emergenza in Texas.

L’articolo osserva inoltre che mentre l’uragano Harvey devastava il Texas e la Louisiana, l’amministratore della Fema, Brock Long, chiedeva ai cittadini interessati di andare su Nvoad.org (Organizzazioni volontarie nazionali attive nei disastri) per fare le donazioni. Circa il 75% delle Nvoad sono religiose.

Tra le altre importanti organizzazioni religiose che collaborano con la Fema vi è Samaritan’s Purse, un gruppo di aiuto evangelico gestito dal reverendo Franklin Graham. Inoltre, i metodisti uniti hanno addestrato 20.000 volontari in tutti gli Stati Uniti, che servono come “team di risposta rapida”. Si occupano di pulizia e smaltimento dei detriti prodotti dai disastri naturali.

Oltre ai gruppi cristiani, ci sono anche agenzie di soccorso islamiche, buddiste ed ebraiche che aiutano nelle zone delle catastrofi.

“Fema non può fare bene ciò che fa senza la collaborazione delle organizzazioni religiose non-profit e delle chiese”, ha affermato il rev. Jamie Johnson, direttore del Department of Homeland Security’s Center for Faith-Based & Neighborhood Partnerships, “È straordinaria questa collaborazione tra governo e settore privato”.

(Fonte: Adventist Today)

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Vivere l’esperienza delle persone disabili


I giovani avventisti incontrano i Ministeri dei bisogni speciali al Congresso paneuropeo di Valencia.

EudNew/Notizie Avventiste – Qualcosa veramente “speciale” è avvenuto al Congresso paneuropeo della gioventù avventista, tenutosi a Valencia, dal 1° al 5 agosto. Per la prima volta sono stati organizzati uno stand e un workshop sulle persone con bisogni speciali e disabilità. I giovani non solo hanno ricevuto informazioni, sono stati anche invitati a vivere alcune esperienze “speciali”, con risultati sorprendenti.

“Durante la settimana, molti giovani partecipanti al congresso si sono avvicinati al nostro stand”, ha affermato Taida Rivero, direttore dei Ministeri in favore dei sordi della Spagna, “Credevano di sapere già ciò che avrebbero trovato». Ma non è stato così!

Le persone che non possono camminare, vedere, sentire o che vivono una situazione difficile sono spesso considerate ai margini, lontane dal contesto “normale”. Questo è spesso un preconcetto che deriva più dalla mancanza di conoscenza che da veri e propri pregiudizi.

“Abbiamo cercato di aiutare i nostri giovani partecipanti a rompere questo presupposto e a vivere un’esperienza che potesse cambiare la loro mentalità”, ha spiegato Corrado Cozzi, direttore dei Ministeri dei bisogni speciali e in favore dei sordi presso la Regione intereuropea della chiesa.

Il cambiamento di “pensiero” è arrivato quando i giovani partecipanti al congresso, che non avevano subito nessuna disabilità fisica, si sono confrontati con la realtà delle persone disabili. “Abbiamo organizzato alcune attività ludiche per evidenziare l’importanza di aiutare gli amici con disabilità”, ha affermato Rivero.

I ragazzi hanno provato a giocare a calcio come se fossero ciechi. Due squadre poco numerose, con i giocatori bendati, hanno calciato una palla munita di campanellini (per fare rumore), cercando di segnare un gol. Potrebbe sembrare facile, ma quando si vive personalmente, la situazione comincia ad essere un po’ più problematica. In un luogo pieno di persone che tifano urlando, senza sapere dov’è l’avversario o il compagno di squadra, e neanche dove correre per segnare, rischiavamo in qualsiasi momento di essere disorientati e indifesi: queste sono state alcune delle sensazioni sperimentate dai giovani.

L’oscurità, il non sapere dov’è la palla o il semplice fatto di essere circondati da molte persone che ti toccano per aiutarti ad orientarti ma non vedi chi sono, provocano sensazioni che nessuno vorrebbe sperimentare. Ma ahimè, molte persone cieche devono affrontare tutto ciò per la vita intera.

In un’altra attività, i giovani si sono seduti su una sedia a rotelle e sono andati in giro guidati da una persona cieca. Naturalmente, a loro sembrava un gioco, ma la maggior parte di coloro che lo hanno sperimentato (oltre un centinaio) ha ammesso di capire chi lo vive come realtà per tutta la vita.
“Queste emozioni sono state analizzate brevemente durante il workshop intitolato ‘Rise and Walk’ (Alzati e cammina)”, ha affermato Cozzi, “Come cristiani siamo chiamati a lavorare e servire tutti, anche a difendere e aiutare coloro che hanno esigenze particolari, sostenendo la loro capacità di vivere con dignità e rispetto”.

Infatti, uno degli obiettivi dei Ministeri dei bisogni speciali è quello di contribuire rendere le organizzazioni, culture e gruppi di persone inclusive verso le persone con bisogni speciali. Un inclusione che dia un senso di “appartenenza” e non semplicemente l’essere iscritti in un elenco.

Nel suo intervento, Elsa Cozzi, direttore dei Ministri a favore dei Bambini presso l’Eud, ha presentato la questione dal punto di vista dei bambini e delle loro famiglie.

“Le disabilità sono una sfida non soltanto per la persona direttamente coinvolta ma anche per la famiglia e la comunità. È importante che la chiesa sia consapevole delle possibilità e delle responsabilità che possiamo avere nell’accogliere e sostenere le persone con bisogni speciali”, ha spiegato Elsa Cozzi.

Disabilità non significa impossibilità di avvicinarsi al senso della vita e, in un contesto religioso, di avvicinarsi al vangelo eterno. Le persone disabili già vivono con molte barriere quotidiane imposte dalla società; condividere il vangelo non deve essere un’ulteriore barriera per loro.

“La disabilità è un mezzo con il quale Dio agisce tramite le persone che sperimentano il suo amore”, ha concluso Rivero, “La disabilità non è altro che la nostra incapacità di capire che tutti abbiamo abilità diverse e che tutti devono poter conoscere il vangelo. Ma per raggiungere le persone con bisogni speciali, dobbiamo prima comprendere il loro mondo e, in seguito, possiamo presentare loro un nuovo regno, una nuova vita senza disabilità”.

 

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Preoccupazione della Chiesa cristiana avventista americana sulla fine del Daca

Secondo una ricerca del 2015, la denominazione è il gruppo religioso statunitense che conta al suo interno il maggior numero di etnie diverse.

Notizie Avventiste – La Chiesa cristiana avventista del 7° giorno nordamericana (Nad) esprime preoccupazione per le conseguenze che la decisione di porre fine al programma Deferred Action for Childhood Arrivals (Daca) potrebbe avere sulla vita di 800.000 giovani uomini e donne degli Stati Uniti, i cosiddetti “dreamer” (sognatori).

“Rivolgiamo un appello continuo alla compassione e alla misericordia”, affermano dalla Nad, “Gli avventisti sono il gruppo religioso che conta al suo interno il maggior numero di etnie diverse in questo Paese, come ha rivelato un’indagine del Pew Research Center nel 2015. Crediamo che tutti i figli di Dio siano uguali e preziosi ai suoi occhi, per questo siamo chiamati a trattare l’altro con amore e rispetto”.

La fine del programma Daca porterà ansia e insicurezza in coloro che vivono nelle comunità in cui operano le chiese cristiane avventiste. “Molti dei nostri giovani dirigenti e membri di chiesa, e anche alcuni dei nostri giovani pastori, sono “dreamer”: giovani uomini e donne che credono profondamente al sogno americano”, continuano dalla Nad.

“Preghiamo”, concludono, “che i leader americani mostrino saggezza e comprensione mentre cercano una soluzione e preghiamo che la soluzione sia impregnata della grazia e della misericordia di Dio. Preghiamo che i “dreamer” sentano la mano di Dio guidarli e l’amore dei loro fratelli e sorelle in Cristo. Come comunità avventista, continueremo a pregare e a sostenere tutti coloro che sognano una vita migliore”.

(Foto: Nad)

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Il Vangelo di Luca in tedesco e dari


La pubblicazione della Società biblica è rivolta ai rifugiati e ai migranti.

Apd/Notizie Avventiste – La Società biblica in Germania ha pubblicato un’edizione bilingue del Vangelo di Luca in tedesco e in dari, una delle due lingue ufficiali dell’Afghanistan. I testi sono tratti dalla versione della Bibbia tedesca “Basis Bibel” e dalla “versione Dari in lingua corrente”.

Per permettere una lettura congiunta, i testi sono disposti in parallelo, con un versetto in tedesco che si oppone al corrispondente in dari.

La pubblicazione è particolarmente adatta per essere distribuita ai rifugiati e ai migranti provenienti dall’Asia centrale e sudorientale, ai Circoli della Bibbia a cui partecipano persone tedesche e di madre lingua dari, agli operatori che svolgono attività sociale in favore dei profughi. L’edizione si basa sull’esperienza che le versioni bibliche bilingue possono aiutare ad apprendere una lingua straniera.

Il tedesco moderno della “Basis Bibel” è facile da capire; inoltre il volume presenta numerose spiegazioni sui lati che forniscono un aiuto prezioso per la comprensione del testo. Anche la traduzione moderna della versione dari è di facile comprensione e aiuta le persone di oggi ad avvicinarsi alla Bibbia.

 

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Kenya. È avventista il presidente della Corte Suprema che ha annullato le elezioni nazionali


Torna sotto i riflettori il giudice “che non lavora di sabato”.

ARnews/Notizie Avventiste – Meno di un anno dopo aver
prestato giuramento come presidente della Corte Suprema del Kenya, David Maraga, membro della chiesa cristiana avventista, è tornato sotto i riflettori dopo aver annullato le recenti elezioni nazionali per brogli e irregolarità.

Non è per la prima volta che Maraga, diventato giudice capo del Kenya nell’ottobre 2016, fa notizia. Prima della sua nomina aveva comunicato che, se eletto, non avrebbe lavorato il sabato, giorno di culto per gli avventisti. Seguendo le indicazioni bibliche, gli avventisti si astengono dal lavoro dal tramonto del venerdì al tramonto del sabato, dedicando questo tempo a Dio, alla famiglia e a fare del bene.

“Sarebbe molto difficile per me essere presente in giorno di sabato per ascoltare un caso”, aveva dichiarato Maraga alla commissione incaricata di nominare i candidati della Corte Suprema al presidente.

Dalla teoria alla pratica
Dopo le contestazioni delle elezioni dell’8 agosto in Kenya, Maraga ha avuto l’opportunità di mettere in pratica le sue convinzioni. Il presidente in carica, Uhuru Kenyatta, aveva vinto con il 54% dei voti, ma il suo avversario, Raila Odinga, aveva denunciato brogli e si era appellato alla Corte Suprema del Paese.

Secondo un organo di stampa keniota, la prima udienza del caso era stata programmata per il 26 agosto, un sabato, ed era stata posticipata poi su richiesta di Maraga.

Il caso non è si è dimostrato una verifica solo delle convinzioni di Maraga ma anche della sua determinazione. Dopo aver avviato, insieme ai suoi colleghi, la dovuta procedura giudiziaria, il 1° settembre il giudice ha deciso di annullare le elezioni dell’8 agosto e di chiedere nuove elezioni entro 60 giorni.

La sentenza ha reso Maraga non solo “un nome familiare quella notte” ma per molti anche “un eroe nazionale”, ha riportato il New York Times del 2 settembre.
La sentenza, considerata “audace e stupefacente”, è diventata “una forza unificatrice improbabile per un paese … profondamente diviso nelle settimane prima e dopo le elezioni”, ha affermato il Times.

Una notizia della Bbc sulla sentenza ha mostrato vari giornali kenioti che definivano Maraga “una persona di grande integrità”, attribuendolo al suo essere “un devoto avventista del 7° giorno”. Ha ripristinato “la nostra fiducia nell’indipendenza della magistratura”, hanno scritto.

La sentenza di Maraga ha assolto il presidente Kenyatta da ogni condotta irregolare, ma ha basato la sua decisione sulla verifica di irregolarità nella trasmissione dei voti. Anche se alcuni analisti politici ritengono che le irregolarità non potrebbero aver influenzato i risultati delle elezioni, l’integrità di tutto il sistema è stata compromessa, cosa che la decisione della Corte Suprema tenta di risolvere.
“La grandezza di una nazione si basa sulla sua fedeltà alla Costituzione e sull’adesione allo Stato di diritto”, afferma Maraga in un articolo di Nanjala Nyabola, analista politico keniotao, pubblicato su aljazeera.com. Nyabola ha definito la sentenza “una delle vittorie decisive per la democrazia africana nella storia recente”.

Risposta positiva
In molti hanno elogiato la decisione della Corte Suprema come prova che la democrazia in Kenya continua a svilupparsi. “Stiamo andando nella giusta direzione”, ha affermato un sostenitore di Kenyatta al Times, anche se non ha gradito la sentenza, “La nostra democrazia è un passo avanti rispetto ad altre in Africa e siamo orgogliosi di questo”.

Anche per la popolazione la decisione della Corte Suprema è un trionfo delle istituzioni democratiche del Kenya. Le persone sembrano più interessate all’indipendenza della magistratura nazionale che alla vittoria del loro candidato preferito.

Da parte sua, il presidente Kenyatta ha dichiarato ai media nazionali e internazionali di rispettare la sentenza, pur non essendo d’accordo.

Il 17 ottobre i cittadini kenioti saranno chiamati di nuovo alle urne.

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L’uragano Harvey devasta il Texas meridionale


L’associazione umanitaria avventista pronta a intervenire negli aiuti alla popolazione.

Nadnews/Notizie Avventiste – L’uragano Harvey si è abbattuto sulla costa meridionale del Texas, il 25 agosto, lasciandosi dietro una scia di devastazione. Galveston, Corpus Christi, Rockport, Houston e tutte le zone circostanti sono flagellate dai forti venti e dalle inondazioni. Declassato a tempesta tropicale, al momento si sposta lentamente e quindi resterà ancora per diversi giorni nell’area meridionale del Texas, scaricando nella regione una quantità di pioggia che supererà i 100 centimetri, secondo i meteorologi. Intanto sono salite a dieci le vittime dell’alluvione.

L’associazione umanitaria avventista Acs (Adventist Community Services), tramite la sua rete nazionale e regionale, è pronta a intervenire per aiutare la popolazione colpita. Acs opera negli Stati Uniti in base ad accordi scritti con la Federal Emergency Management Agency (Fema), la Croce rossa americana e il team di gestione delle emergenze del governatore del Texas. È sostenuta da Adra International (Agenzia avventista per lo sviluppo e il soccorso).

Secondo i protocolli di risposta alle catastrofi negli Stati Uniti, a ogni agenzia sono assegnate operazioni specifiche. Tra le altre cose, Acs è responsabile della creazione di centri di distribuzione nell’emergenza, che forniscono prodotti per l’igiene e la pulizia, kit di pronto soccorso, generi alimentari, coperte e altri articoli necessari alle persone che si trasferiscono in alloggi temporanei o ritornano in casa. Gli edifici allagati devono essere lavati con cura quando l’acqua si ritira, per eliminare potenziali cause di malattie e per renderli di nuovo abitabili. Acs ha anche accordi con le autorità che gestiscono l’emergenza per sistemare temporaneamente le persone evacuate nelle chiese e nelle scuole avventiste. Inoltre interviene in diversi modi secondo le richieste delle autorità.

Vi è necessità di volontari e ne serviranno ancora di più nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.

La Chiesa cristiana avventista del 7° giorno in America del nord chiede di pregare per le famiglie delle vittime e per tutti coloro che sono stati colpiti da questa calamità.

(Foto: Mark Ralston/Afp/Getty Images, su Abc news)

(Ultimo aggiornamento: 29 agosto)

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Attentati a Barcellona. La ferma condanna della Chiesa cristiana avventista


Il presidente dell’Unione spagnola e i leader europei: Preghiamo per i feriti e le famiglie che hanno perso i loro cari.

Notizie Avventiste/ Eud e Ted news – Due attacchi terroristici hanno insanguinato Barcellona. Nel pomeriggio di ieri, 17 agosto, un furgone si è lanciato sulla folla di persone che passeggiavano lungo la Rambla. 13 i morti, tra cui 2 italiani, e oltre 90 i feriti, tra cui 3 italiani. Nella notte un altro attacco ha colpito Cambrils, a 115 km a sud di Barcellona. 1 morto e sette feriti; la polizia ha ucciso i cinque attentatori.

Sono gli ultimi di una serie di attacchi avvenuti in diverse città europee nei mesi scorsi, tutti con la stessa dinamica: veicoli lanciati contro persone innocenti.

I leader della Chiesa cristiana avventista del 7° giorno in Spagna e in Europa hanno subito espresso dolore per l’accaduto e chiesto di pregare per quanti sono stati colpiti. Óscar López, presidente dell’Unione avventista spagnola, ha parlato di orrore e di famiglie spezzate.
È “l’insensatezza dell’odio, del fanatismo che non ha nulla di ‘religioso’, ad attivare coloro che credono valga la pena di morire uccidendo”, ha affermato, “Soffriamo per il male causato a tante famiglie e preghiamo per i feriti e per tutte le famiglie colpite. Condanniamo, con il cuore spezzato dal dolore, la violenza e l’odio sempre più evidenti in questo mondo decadente”.

Ha poi concluso: “Oggi dobbiamo esprimere con chiarezza che il fondamento del vangelo è l’amore per il prossimo e che, come cristiani, desideriamo un mondo migliore dove regni la giustizia. Fino ad allora, ci impegniamo a rendere il nostro mondo un posto migliore. È il momento di pregare. Dio avrà l’ultima parola. ‘Impegnatevi a cercare la pace con tutti e la santificazione senza la quale nessuno vedrà il Signore’ (Eb. 12:14)”.

“Viviamo in un tempo di violenza che ci sconvolge ogni giorno”, ha dichiarato Corrado Cozzi, portavoce della Regione intereuropea della chiesa, “Preghiamo per le famiglie delle vittime di Barcellona e per coloro che sono ricoverati in ospedale. Sentiamo il loro dolore e preghiamo che Dio possa consolarli”.

Philip Matthew, del canale televisivo avventista Hope Channel, era a meno di 50 metri dal luogo dell’attentato a Barcellona. “Guardando l’itinerario che ho percorso e la mappa che hanno mostrato i notiziari, probabilmente il ragazzo [l’attentatore] era solo qualche metro dietro di me durante la fuga”, ha scritto su WhatsApp.

I giovani avventisti di Barcellona erano tra i 4.000 coetanei che hanno partecipato al Congresso paneuropeo della gioventù, svoltosi a 350 km a sud, a Valencia, i primi di agosto. Molti hanno attraversato la città catalana mentre erano in viaggio verso l’evento e ne hanno ammirato l’architettura e le splendide bellezze.

Il congresso, punto di forza spirituale per i giovani, ha anche evidenziato quanto siano necessari la cura dell’ambiente, il rispetto per tutte le persone, compresi coloro che sono diversi da noi, e il desiderio di dire agli uomini e alle donne che l’amore e la compassione possono superare la paura e l’odio, anche in situazioni come quelle avvenute a Barcellona.

(Foto: Tim Easley su Unsplash)

 

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La Chiesa cristiana avventista nordamericana risponde alle manifestazioni d’odio e violenza a Charlottesville


Il past. Daniel Xisto: Non sono OK.

NadNewspoint/Notizie Avventiste – Una tragedia ha colpito la città di Charlottesville, in Virginia, il 12 agosto, quando i manifestanti nazionalisti bianchi, dopo una giornata di proteste e scontri, sono stati colpiti dall’automobile di un uomo dell’Ohio, che secondo le autorità aveva idee radicali. Heather Heyer, 32 anni, è rimasta uccisa; nove persone sono state ferite, alcune gravemente.

Le chiese cristiane avventiste della città lavorano insieme per offrire aiuto nel processo di guarigione. La chiesa “Betania” ha partecipato alla contro manifestazione antirazzista, il sabato; mentre i membri della chiesa della Federazione Potomac di Charlottesville si sono uniti in preghiera.

Daniel R. Jackson e G. Alexander Bryant, rispettivamente presidente e segretario esecutivo della Chiesa cristiana avventista del 7° giorno in America del nord, hanno pubblicato, il 14 agosto, la seguente dichiarazione congiunta:

“Siamo profondamente turbati dalla violenza e dall’odio che si sono abbattuti su Charlottesville, in Virginia, nel fine settimana appena trascorso. Siamo affranti per la tragica morte di Heather Heyer, che manifestava contro il fanatismo e l’odio quando la sua vita è stata stroncata insensatamente. Preghiamo per la famiglia di Heather, per la comunità di Charlottesville e per tutti coloro che sono stati feriti nell’attacco sulle persone insorte in solidarietà contro il male. Come cristiani e seguaci di Gesù, siamo con lui contro i gruppi di suprematisti bianchi che diffondono razzismo e violenza. Preghiamo perché arrivi il giorno in cui tutti i figli di Dio, di tutte le razze, si trattino reciprocamente con amore e rispetto, piuttosto che con pregiudizio e odio”.

Il pastore della chiesa cristiana avventista di Charlottesville, Daniel Xisto, ha condiviso su Facebook un commento intitolato “Non sono OK”. Nel rispondere ai numerosi messaggi di amici preoccupati per lui e la sua famiglia, Xisto aveva scritto: “In tutta onestà, non sono OK”. Aveva poi elencato i diversi motivi:

“Non sono OK, perché la supremazia bianca, i nazionalisti bianchi, i neonazisti, i membri del KKK e di altri gruppi terroristici nazionali sono venuti nella mia città e hanno diffuso la paura tra i miei amici.

Non sono OK, perché alcune persone non denunciano questi gruppi in modo inequivocabile.

Non sono OK, perché una giovane donna e due agenti di polizia sono morti a causa della stupidità e dell’ego fragile di questa destra alternativa.

Non sono OK, perché venerdì sera, al termine di una veglia di preghiera interconfessionale, multietnica e intergenerazionale, in cui l’amore di Dio era palpabile, in preparazione per il giorno seguente, ci è stato detto che 300 uomini con fiaccole erano fuori dalla chiesa e non era sicuro lasciare l’edificio.

Non sono OK, perché alcune persone, mentre sorseggiano i loro Starbucks, seguono le notizie su Twitter, pubblicano commenti dai loro telefonini, in perfetta sicurezza, hanno l’audacia di mettere in discussione quello che noi, sul posto, facciamo per rispondere a quanto accade e chiedono perché non pubblichiamo le foto che mostrano quali grandi attivisti siamo.

Non sono OK, perché alcune persone non sono disturbate da ciò che succede.

Non sono OK, perché ho dovuto chiamare i nostri membri di chiesa e dire loro che alcune zone di Charlottesville sarebbero diventate pericolose.

Non sono OK, perché ho dovuto presentare loro l’orribile opzione di rimanere a casa se ritenevano pericoloso portare fuori i loro figli in queste condizioni o riunirsi per pregare e chiedere la protezione di Dio sulla nostra comunità cittadina.

Non sono OK per molte altre ragioni, ma anche se non sono OK, starò bene.

Starò bene, perché ho tanti amici e famiglie che mi hanno contattato.

Starò bene, perché la Scrittura prevede che i giorni dei gruppi di odio, venuti in città questo fine settimana, sono contati.

Starò bene, perché per mesi i ministri di culto di Charlottesville hanno progettato dei modi per combattere l’odio, così come sono stati anticipati ieri con compassione.

Starò bene, perché le persone che pubblicano coraggiosamente commenti di critica verso coloro che sono sul campo, nel pericolo, hanno anche bisogno della nostra compassione: almeno sono preoccupate per quanto accaduto.

Starò bene, perché la nostra chiesa continuerà a riunirsi, cantare, pregare, leggere e rispondere.

Starò bene, perché un giorno ridurremo le nostre spade in vomeri e le nostre lance in roncole, non solleveremo la spada l’un contro l’altro e non impareremo più la guerra.

Starò bene, perché un giorno non lontano vivremo insieme in libertà, nel giardino del Signore”.

 

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Il presidente della Chiesa cristiana avventista nordamericana dirama una dichiarazione su Guam

Un appello alla preghiera.

Notizie Avventiste – Con l’inasprirsi delle tensioni tra Stati Uniti e Corea del Nord, il presidente della Chiesa cristiana avventista nordamericana, past. Daniel R. Jackson, ha diffuso una dichiarazione in cui esprime vicinanza alla popolazione dell’Isola di Guam e lancia un appello alla preghiera.

La dichiarazione afferma:
“A nome dell’intera Regione nordamericana della Chiesa cristiana avventista del 7° giorno, vorrei far sapere agli avventisti e ai cittadini dell’isola di Guam che siamo preoccupati e preghiamo per loro. Troviamo consolazione nelle parole del Vangelo di Marco: ‘Quando udrete guerre e rumori di guerre, non vi turbate’ (13:7). E del Vangelo di Matteo: ‘Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente’ (28:20).

Sappiate che i membri delle Chiesa cristiana avventista del 7° giorno vi amano. Dio è presente nei momenti difficili, proprio come lo è sempre stato e continuerà ad esserlo. Ci uniamo a voi nella preghiera per i governi degli Stati Uniti e della Corea del Nord, affinché trovino una soluzione pacifica alle loro differenze.

Vorrei chiedere al milione e duecentomila membri della Regione di unirsi in una speciale preghiera di solidarietà per chi vive a Guam e in Micronesia. La Missione di Guam-Micronesia è una parte importante della famiglia nordamericana della chiesa e in momenti come questi dobbiamo unirci nel sostenerla. Preghiamo per i membri delle nostre chiese e per i pastori che le servono; preghiamo per gli studenti missionari e per i volontari che lavorano nelle scuole e nelle cliniche della Missione; e preghiamo per le oltre 400.000 persone che vivono nel territorio.

Abbiamo posto la nostra fede e fiducia in Dio, nostro eterno pastore e protettore, e nostra sorgente di forza”.

(Fonte: NadNewspoint)

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Premio Brahms a Herbert Blomstedt, direttore d’orchestra avventista


Per il maestro da poco novantenne è il sabato a dare ritmo alla sua vita.

EudNews/Notizie Avventiste – Il Premio Brahms 2017, di 10.000 euro, è stato assegnato al direttore d’orchestra svedese Herbert Blomstedt, durante la cerimonia svoltasi nella chiesa di San Bartolomeo a Wesselburen (Kreis Dithmarschen/Schleswig-Holstein). Con il premio, istituito nel 1988, la Brahms-Society Schleswig-Holstein rende omaggio agli artisti che hanno mostrato dedizione alla musica e al patrimonio artistico di Johannes Brahms.

Blomstedt è membro della chiesa cristiana avventista, ha compiuto 90 anni l’11 luglio e quest’anno vuole dirigere 90 concerti con orchestre ben note in Europa e in Asia. Il direttore svedese è particolarmente conosciuto per le sue performance di compositori tedeschi e austriaci come Beethoven, Mendelssohn, Brahms, Schubert, Bruckner e Strauss.


Direttore di numerose orchestre
Blomstedt è nato nel 1927 negli Stati Uniti. Figlio di un pastore avventista, ha ricevuto la prima formazione musicale presso il Conservatorio reale di Stoccolma e presso l’Università di Uppsala. Successivamente ha studiato direzione d’orchestra alla Juilliard School of Music di New York, musica contemporanea a Darmstadt, musica rinascimentale e barocca nella Schola Cantorum di Basilea e ha lavorato sotto Igor Markevitch a Salisburgo e Leonard Bernstein a Tanglewood, negli Stati Uniti.

Nel febbraio 1954 ha debuttato come direttore d’orchestra con la Filarmonica di Stoccolma. In seguito, ha diretto importanti orchestre scandinave come l’Orchestra Filarmonica di Oslo e la Radio Sinfonica Orchestra danese e svedese, quest’ultima fino al 1983. Dal 1975 al 1985 è stato direttore della Staatskapelle di Dresda. Nei successivi dieci anni, ha lavorato come direttore musicale presso la San Francisco Symphony Orchestra. Dal 1996 al 1998 ha diretto la NDR Symphony Orchestra di Amburgo. Dal 1998 al 2005 ha diretto il Gewandhausorchester di Lipsia.

“Quando sono davanti a queste straordinarie orchestre, è come tornare a casa dalla mia famiglia, la mia famiglia musicale”, spiega Blumstedt in una intervista a tedNews, “Lavoro con loro ogni anno e sono musicisti meravigliosi che danno il meglio”.


Il sabato dà ritmo alla sua vita
Il maestro non usa il cellulare e questo gli permette di riposare durante i viaggi e di prepararsi per le prove senza essere disturbato. Ma la vera oasi della sua vita è il sabato. Tutti i suoi colleghi d’orchestra sanno che in questo giorno vuole stare in pace. Non vede l’ora di recarsi nella più vicina chiesa avventista, nella città in cui si trova, e quando arriva succede spesso che gli venga dato il privilegio di predicare.

“Ci sono molti buoni direttori nel mondo, ma ciò che mi distingue da tutti gli altri è l’osservanza del sabato”, afferma Blomstedt che spesso nelle interviste dei giornalisti risponde con piacere alle domande sul suo stile di vita e la sua fede. È un po’ un ambasciatore della chiesa cristiana avventista.

“Sono molto felice di poter fare qualcosa per la nostra chiesa affinché le persone capiscano che siamo persone abbastanza normali. Perché ci sono ancora molti pregiudizi”.

Il sabato scorre come un ritmo vibrante di vita attraverso la carriera del maestro, uno dei più importanti direttori del mondo. Talvolta il sabato poteva essere percepito come un ostacolo alla sua carriera, in realtà è stato una benedizione e un ricordare la cura e la potenza di Dio di intervenire nelle difficoltà. Blomstedt afferma di aver sperimentato molti miracoli come risultato di ciò che, agli occhi di molti, era considerata una ostinata fedeltà ai suoi principi e valori.

Il Premio Blomstedt agli studenti dell’università Friedensau
In memoria della moglie Waltraud, morta nel 2003, l’università avventista di Friedensau, a Magdeburgo, assegna la borsa di studio “Waltraud e Herbert Blomstedt”, di 500 euro. Gli studenti possono utilizzarla per conseguire una laurea o un master in ambito teologico, sociale cristiano o della musica ecclesiastica.

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La fede avventista al centro della battaglia sull’immigrazione di Trump


La politica del presidente colpisce anche una famiglia della chiesa spagnola di Huston in Texas.

Spectrum/Notizie Avventiste – Una famiglia di avventisti della Pasadena Spanish SDA Church di Houston, in Texas, è al centro della politica dell’amministrazione Trump di massicce deportazioni di immigrati clandestini. La moglie e le figlie di Juan Rodríguez hanno sporto denuncia, lo scorso 19 giugno, contro il procuratore generale americano Jeff Sessions e il segretario di sicurezza nazionale John Kelly, per impedire l’ordine di deportazione che sarebbe divenuto effettivo il 29 giugno.

La famiglia sostiene che la deportazione dell’uomo sarebbe incostituzionale in quanto violerebbe le loro credenze religiose, inoltre “vuole difendere il suo diritto costituzionale di esercitare pienamente la propria religione e di impedire la deportazione del marito e padre da parte delle autorità federali sull’immigrazione”.

Nato a El Salvador, Juan è sposato con Celia, cittadina statunitense, e ha tre figlie, tutte cittadine degli Stati Uniti. Juan è entrato negli Usa nel 2001 per cercare lavoro. Poco dopo è stato trattenuto dai funzionari dell’immigrazione ed è entrato in un programma di partenza volontaria. Juan non è mai andato via ma periodicamente ha comunicato con l’Immigration and Customs Enforcement (Ice). Ha mantenuto la fedina penale pulita, paga le tasse, è membro attivo della sua chiesa avventista locale e ha costruito una famiglia tipica americana, si afferma nell’azione legale. Per questo motivo, Juan non rientra tra i “bad hombres”  latini che Trump usava come grido di battaglia durante la sua campagna presidenziale.

Sotto l’auspicio del Religious Freedom Restoration Act (1993), la denuncia afferma che la separazione della famiglia “imponga un onere sostanziale all’esercizio religioso dei ricorrenti e li costringe a modificare o violare le loro credenze religiose”. Più specificatamente, evidenzia che la deportazione di Rodríguez viola il punto dottrinale n. 23 della chiesa cristiana avventista su “Matrimonio e famiglia”, e sostiene che “i ricorrenti… chiedono di stare insieme e di vivere come una famiglia almeno fino alla maturità completa dei figli”.

Inoltre, poiché il resto della famiglia intende seguire Rodríguez a El Salvador, in caso di deportazione, la loro partenza sarebbe “de facto una deportazione religiosa dell’intera famiglia in una nota zona di guerra di inimmaginabile violenza”. El Salvador è uno dei paesi ritenuti pericolosi dal dipartimento di Stato Usa a causa degli “alti tassi di criminalità e violenza”.

Il caso è salito alla ribalta dei media; ne hanno parlato Univision, le stazioni televisive locali, diversi siti web e i quotidiani Daily Caller e Houston Chronicle.

Il 23 giugno, la causa è stata respinta senza pregiudizio dal giudice Lee Rosenthal, che consente agli avvocati di ripresentarla. Il 26 giugno, i funzionari dell’Ice hanno concesso alla famiglia 60 giorni di “prosecutorial discretion”. Nel frattempo, gli avvocati di Rodríguez presenteranno una richiesta di asilo per suo conto sulla base degli stessi argomenti presentati nella senuncia.

Il caso della famiglia Rodríguez è emblematico della situazione di centinaia di migliaia di immigrati avventisti irregolari, i quali apportano un contributo significativo alla denominazione in America. La chiesa avventista nordamericana ha anche creato un Minisero a favore dei rifugiati e dei migranti, la cui missione è “condividere il vangelo con i rifugiati e gli immigrati in America del nord”.

Gran parte dell’aumento dei membri nella chiesa nordamericana si registra nei gruppi di immigrati, in particolare nelle comunità di lingua spagnola.

 

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