Le parabole – I lavoratori delle diverse ore

Le parabole – I lavoratori delle diverse ore


Il pastore avventista tirocinante Alessandro Butera commenta il testo di Matteo 20,1-16: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa, il quale uscì di mattino presto per assumere dei lavoratori per la sua vigna. Accordatosi con i lavoratori per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna. Uscito di nuovo verso l’ora terza, ne vide altri che se ne stavano sulla piazza disoccupati e disse loro: "Andate anche voi nella vigna e vi darò quello che è giusto". Ed essi andarono. Poi, uscito ancora verso la sesta e la nona ora, fece lo stesso. Uscito verso l’undicesima, ne trovò degli altri che se ne stavano là e disse loro: "Perché ve ne state qui tutto il giorno inoperosi?". Essi gli dissero: "Perché nessuno ci ha assunti". Egli disse loro: "Andate anche voi nella vigna". Fattosi sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: "Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, cominciando dagli ultimi fino ai primi". Allora vennero quelli dell’undicesima ora e ricevettero un denaro ciascuno. Venuti i primi, pensavano di ricevere di più; ma ebbero anch’essi un denaro per ciascuno. Perciò, nel riceverlo, mormoravano contro il padrone di casa dicendo: "Questi ultimi hanno fatto un’ora sola e tu li hai trattati come noi che abbiamo sopportato il peso della giornata e sofferto il caldo". Ma egli, rispondendo a uno di loro, disse: "Amico, non ti faccio alcun torto; non ti sei accordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare a quest’ultimo quanto a te. Non mi è lecito fare del mio ciò che voglio? O vedi tu di mal occhio che io sia buono?". Così gli ultimi saranno primi e i primi ultimi». Perché Gesù racconta questa parabola? Cosa ci comunica ancora oggi?

Intervista a cura di Alessia Calvagno.

Sfogliando il giornale: Fortnite World Cup

Sfogliando il giornale: Fortnite World Cup


Fortnite sforna milionari. L’atteso mondiale, la Fortnite World Cup, si è chiusa nel fine settimana: il 16enne Kyle Giersdorf, noto come “Bugha”, è stato il migliore di tutti e ha portato a casa l’incredibile bottino di 3 milioni di dollari, dichiarando “questo mi ripaga di anni di sacrifici”. Ma i videogiochi posso essere paragonati a uno sport? Tutte queste ore passate a giocare, giovano ai nostri ragazzi?

Partendo da un articolo della Gazzetta dello Sport del 29 Luglio, Roberto Vacca intervista Luca Musso, che commenta la dichiarazione di “Bugha” e fa il punto sulla situazione di come i videogiochi stanno diventando uno “sport” nella nostra società.

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