Riconoscere le nostre emozioni

Riconoscere le nostre emozioni


Siamo alla quarta puntata del nostro viaggio, ci ricorda il dottor Giovanni Varrasi, psicologo e psichiatra. Il consiglio di oggi riguarda un gioco di fantasia: proviamo a far finta che qualcosa o qualcuno, anche persone care, non ci sia più. Dopo un po’, quando ci riprendiamo dal gioco, forse la vedremo sotto una luce diversa. È che, con l’abitudine, con la banalità, col dare tutto per scontato, circondiamo la realtà e le persone di un velo opaco di insensibilità, che non ci fa vedere e sentire a pieno la persona e la relazione. Il viaggio perde la sua parte migliore. La stessa cosa vale per i sentimenti. È utile sentirli fino in fondo per distinguerli tra di loro. Sono essi che cambiano il senso delle nostre giornate. Se riconosciamo il nostro “mondo di dentro” possiamo, col vederlo, distaccarcene un po’ e gestirlo meglio. Una cosa è permettere alla nostra rabbia di rovinarci la vita e le relazioni, un’altra è vederla e cercare di ridurla o farla cessare. Solo se riconosciamo le nostre emozioni possiamo gestirle. Altrimenti saranno loro a gestire noi.

Come riconoscere i piani di Dio per noi?

Come riconoscere i piani di Dio per noi?


Il pastore avventista tirocinante Nicolò D’Elia ci invita a riflettere sui primi 2 versetti del Salmo 127: “Se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori; se il Signore non protegge la città, invano vegliano le guardie. Invano vi alzate di buon mattino e tardi andate a riposare e mangiate pane tribolato; egli dà altrettanto a quelli che ama, mentre essi dormono”. Un testo che ci invita ad affidarci ai piani di Dio. Ma come li riconosciamo?

Intervista a cura di Alessia Calvagno

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