Mario Calvagno commenta il testo di 1 Pietro 2:18-25 soffermandosi in maniera particolare sul versetto 21. “Infatti a questo siete stati chiamati, poiché anche Cristo ha sofferto per voi, lasciandovi un esempio, perché seguiate le sue orme”.
Nell’ultima parte di questo capitolo, Pietro incoraggia i servi a sopportare i loro padroni. Il discorso si conclude su Gesù che è il più grande esempio di servizio anche per noi. Che cosa ha fatto e che cosa fa ancora?
«Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì». Così inizia la parabola dei talenti, il brano che troviamo nel Vangelo di Matteo, capitolo 25, versetti dal 14 al 30 (Mt 25,14-30).
Cosa rappresentano i talenti di questa parabola?
Due servitori capaci e uno inadeguato. In che cosa consistono le differenze?
La reazione del padrone al comportamento del terzo servo sembrerebbe eccessiva, a prima vista. Ѐ così?
Mario Calvagno e Carmen Zammataro intervistano il prof. Saverio Scuccimarri, pastore, decano della Facoltà Avventista di Teologia e responsabile della redazione religiosa della Casa editrice ADV.
“Uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l'orecchio, disse: "Non ti ho forse visto nel giardino con lui? "E Pietro da capo lo negò, e subito il gallo cantò”. (Giovanni 18:26,27)
"Come il Padre mi ha amato, così anch'io ho amato voi; dimorate nel mio amore. Se osservate i miei comandamenti, dimorerete nel mio amore; come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e dimoro nel suo amore. Vi ho detto queste cose, affinché la mia gioia dimori in voi e la vostra gioia sia completa. "Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi. Nessuno ha amore più grande di quello di dar la sua vita per i suoi amici. Voi siete miei amici, se fate le cose che io vi comando. Io non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo signore; ma vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho udite dal Padre mio” (Giov. 15:9-15).