Su ogni gioco d’azzardo, fisico e digitale, ci dovrebbe essere questa avvertenza: “Attenzione! Nuoce gravemente alla salute”. Nella terza edizione del Diagnostic and Statistical of Mental Disorder (Dsm) del 1980, lAmerican Psychiatric Association (Apa) ha infatti introdotto per la prima volta il concetto di dipendenza da gioco dazzardo, inquadrandola come una nuova categoria allinterno dei disturbi mentali. In questo modo è stato riconosciuto ufficialmente il “pathological gambling” che nel successivo Dsm-IV è stato classificato nella sezione Disturbi del controllo degli impulsi non classificati altrove.

In Italia sono circa 5,2 milioni i giocatori “abitudinari”, di cui circa 1,3 milioni sono considerati, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, giocatori problematici, ovvero a cui è stato diagnosticato un disturbo da gioco d’azzardo, quello che un tempo si chiamava ludopatia. Poiché si stima che per ogni giocatore patologico siano almeno 8 le persone coinvolte nella rete del disagio familiare, sociale ed economico, bisogna moltiplicare 1.300.000 per 8 per rendersi conto del danno alla salute, non solo individuale, ma anche pubblica, che l’azzardo causa al nostro Paese; consideriamo inoltre che i numeri sono sottostimati, dato che il sommerso di persone con problemi di gioco problematico o patologico che non chiedono aiuto è molto ampio.

Ammalarsi di gioco non è difficile né ci vuole molto tempo, inoltre, dati clinici alla mano, non esistono fasce di età o sociali protette, il rischio è concreto e in agguato per tutti. 
L’Istituto Superiore di Sanità suddivide i giocatori in quattro fasce, secondo la gravità dell’abitudine al gioco. Si tratta di quattro tappe progressivamente sempre più patologiche. 
Il giocatore sociale è chi ha un approccio al gioco dazzardo puramente ricreativo, mentre il giocatore a basso rischio mostra già atteggiamenti appunto a rischio che si presentano in poche occasioni e che riguardano la gestione del tempo dedicato al gioco: più è elevato il tempo che si dedica al gioco e più sono elevati i rischi. Quindi il giocatore a rischio moderato presenta per la maggior parte del tempo uno o più comportamenti del giocatore problematico, come ansia, depressione, insonnia, abuso di tabacco/alcol/droghe, disturbi gastrointestinali, problemi cardiaci, inappetenza, crisi di sudorazione, tremore, irrequietezza motoria. All’ultimo stadio c’è il giocatore problematico che fatica a gestire il tempo da dedicare al gioco, a controllare quanto spende, alterando i comportamenti familiari e sociali, e accusando problematiche fisiche che riguardano: ansia, depressione, insonnia, abuso di tabacco/alcol/droghe, disturbi gastrointestinali, problemi cardiaci, inappetenza, crisi di sudorazione, tremore, irrequietezza motoria.

Sul portale Se questo è un gioco puoi trovare contenuti e video di esperti sul tema dell’azzardo e le implicazioni per la salute. Trovi anche la chat di supporto e la mappatura dei SerD nazionali.

Se questo è un gioco è il progetto di Fondazione Adventum e Avviso Pubblico, che ci accompagna in un percorso di presa di consapevolezza dei rischi legati al gioco d’azzardo e risponde a domande, esigenze e richieste di aiuto, smascherando tutti gli inganni dell’azzardo di massa.

Il progetto è finanziato dall’Otto per mille avventista

 

 

 

 

 

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