Sostenere le famiglie neurodivergenti nella chiesa avventista.
Notizie Avventiste – In questi giorni, le chiese avventiste in Italia e nel mondo sono invitate a vivere l’annuale Settimana di preghiera per la comunione in famiglia che si concluderà con un sabato speciale il 7 settembre. Quest’anno, il tema scelto è “Coltivare cuori di benvenuto: comprendere le famiglie diverse”.
“La diversità nelle famiglie va oltre l’età e l’etnia” nota Alyssa Truman di Adventist News Network (Ann) “Anche le famiglie con membri neurodivergenti fanno parte di questa comunità diversificata, che affronta sfide uniche. Quanto sono diffuse queste sfide e cosa rivelano le statistiche e le storie sulla necessità del nostro supporto?”
Le difficoltà delle famiglie neurodivergenti
Secondo la rivista Forbes, circa il 20% della popolazione degli Stati Uniti è neurodiversa: il 10% di persone ha una diagnosi di dislessia, il 5% soffre del disturbo da deficit di attenzione e iperattività (Adhd) e l’1-2% di autismo (Asd).[1] Anche se questi dati si riferiscono agli Stati Uniti, si tratta di una realtà presente in tutta la nostra chiesa globale, sottolinea Truman.
Ann ha parlato con una persona della chiesa avventista il cui figlio è ha una diagnosi di Asd (disturbo dello spettro autistico). Ogni sabato, devono decidere se andare in chiesa o meno, sapendo che il loro figlio fa fatica a partecipare ai servizi di culto tradizionali e alla Scuola del sabato (il momento comunitario, di discussione in gruppi, su un argomento biblico).
“Spesso sentiamo che non c’è posto per nostro figlio in chiesa. Le Scuole del sabato non sono attrezzate per gestire le sue esigenze ed è straziante vedere che si sente escluso” ha raccontato il padre.
Un’altra famiglia affronta una sfida diversa. La loro figlia, con una diagnosi di Adhs di tipo disattento, fa fatica a restare attenta alla Scuola del sabato in chiesa. Spesso scarabocchia per rimanere concentrata, una pratica comune in chi soffre di Adhd. Eppure, l’animatrice e altri adulti pensano che questo modo di fare manifesti un disinteresse per la lezione, ma sbagliano. Sua madre spiega: “Scarabocchiare la aiuta a concentrarsi su ciò che dice l’insegnante. È frustrante vedere che il suo interesse per la fede viene interpretato erroneamente come disinteresse, solo perché elabora le cose in modo diverso”.
Di certo nessuno vuole ferire questi giovani di proposito, ma la realtà è che molti non sono consapevoli delle grandi sfide che le famiglie neurodivergenti affrontano all’interno della nostra comunità ecclesiale. “Queste storie hanno lo scopo di evidenziare l’urgente necessità di maggiore consapevolezza, comprensione e supporto” ribadisce la redattrice di Ann.
Capire la neurodiversità
Neurodiversità non è un termine che indica una diagnosi medica, ma “è un modo per descrivere le persone usando parole diverse da ‘normale’ e ‘anormale'”.[2] Il concetto di neurodiversità si rivolge a individui che presentano dislessia, disprassia, disturbo da deficit di attenzione e iperattività, disturbo dello spettro autistico, sindrome di Tourette e altro.[3] Queste differenze nella funzione cerebrale sono state tradizionalmente considerate come qualcosa da “aggiustare”. Tuttavia, la neurodiversità dovrebbe essere riconosciuta come una variazione del “cablaggio” umano e le differenze neurologiche dovrebbero essere riconosciute e rispettate come qualsiasi altra variazione umana.
Man mano che la società è più istruita e accetta gli individui neurodiversi, anche “la nostra chiesa deve impegnarsi a diventare uno spazio più inclusivo che rifletta l’amore di Cristo per tutti i suoi figli. Il termine ‘neurotipico’ descrive un modo generalizzato di funzionamento, la base su cui è stato costruito gran parte del mondo che ci circonda (il termine è usato per indicare le persone non neurodiverse, ndt). La generalizzazione può essere utile, ma può far sentire fuori posto coloro che si discostano da quella norma. Come chiesa, abbiamo la responsabilità di educare noi stessi e di cercare di capire queste differenze, assicurandoci che tutti si sentano al sicuro, accettati e inclusi all’interno della nostra comunità” afferma Truman.
Il ruolo della chiesa come luogo sicuro
“La chiesa è fatta per essere un rifugio” continua “Nel nostro recente impegno con la comunità avventista abbiamo constatato che vi è ancora del lavoro da fare per rendere ciò una realtà per le famiglie neurodivergenti. Ann ha condotto alcuni sondaggi sui social media per misurare la consapevolezza delle famiglie neurodivergenti all’interno della comunità ecclesiale. I risultati sono stati rivelatori: il 32% degli intervistati su X e il 44% su Instagram ritiene che le loro chiese locali non supportino adeguatamente i membri neurodivergenti e le loro famiglie. Inoltre, i livelli di consapevolezza tra i membri sono bassi, con solo il 20% su Instagram e il 35% su X che si sente ben informato sulle difficoltà che queste famiglie devono affrontare.
Le risposte rivelano una lacuna significativa nella nostra comprensione collettiva. Se i nostri membri non comprendono queste esigenze, ciò si riflette nel modo in cui valutiamo le nostre chiese, poiché sono composte proprio da questi membri. Per rendere le nostre chiese veri luoghi di accoglienza e inclusione, dobbiamo prenderci il tempo di ascoltare e affrontare queste lacune con urgenza e compassione”.
Verso una maggiore comprensione
In un articolo del Ministry Magazine di marzo 2020, Shaun Brooks riflette sul suo percorso da giovane pastore frustrato a padre di un bambino con Asd, e offre consigli pratici per le chiese locali. Sottolinea di iniziare con la compassione, incoraggiando a chiederci: “Come possiamo, come chiesa, servirti?”.[4]
“Anche se Brooks suggerisce che risorse come le stanze sensoriali o gli interpreti potrebbero non essere disponibili all’inizio, le chiese possono comunque inviare un forte messaggio di benvenuto e supporto. Ciò è in linea con il feedback dei social media. Un follower di Instagram ha sostenuto l’idea che le chiese mettano a disposizione delle cuffie, notando che alcune persone potrebbero voler godere del servizio di culto senza ‘sovraccarico sensoriale’. Su Facebook, qualcuno ha sottolineato che ‘educare la congregazione è fondamentale per cambiare la cultura’. Un individuo su Instagram ha suggerito un modo per farlo: ‘Invitare le famiglie, se sono disposte, a condividere le loro esperienze’. In questo modo le chiese possono capire quali sfide sono presenti in mezzo a loro” spiega la redattrice di Ann.
Verso una chiesa più inclusiva
Ecco tre passi pratici che le chiese possono compiere:
– Seminari di formazione. Organizzare dei seminari per educare i membri della chiesa sulla neurodiversità, sul suo impatto nelle famiglie e su come fornire un supporto significativo.
– Gruppi di sostegno. Istituire o promuovere gruppi di sostegno per le persone neurodivergenti e le loro famiglie, offrendo uno spazio sicuro per condividere esperienze e risorse.
– Culto inclusivo. Considerare i modi per rendere i servizi di culto più inclusivi; ad esempio, fornire ambienti adatti ai sensi o creare spazi tranquilli per coloro che ne hanno bisogno.
Un invito all’azione
“Mentre ci addentriamo in questa settimana di preghiera, impegniamoci a coltivare cuori di benvenuto. Cerchiamo di comprendere le sfide uniche che le famiglie neurodivergenti affrontano e adottiamo misure concrete per garantire che le nostre chiese siano veramente inclusive. Accogliendo la diversità all’interno della nostra famiglia ecclesiale e supportando attivamente i membri neurodivergenti, facciamo più che coltivare cuori di benvenuto; adempiamo la nostra missione di riflettere l’amore di Cristo, un amore che vede, valorizza e abbraccia ogni individuo, indipendentemente dalle sue differenze. Lavoriamo insieme per garantire che ogni famiglia si senta a casa nella nostra chiesa, sapendo di essere apprezzata, supportata e amata” conclude Alyssa Truman.
Tutte le risorse in italiano del Dipartimento nazionale della Famiglia sono sul sito: famiglia.avventista.it
Note
[1] www.forbes.com/councils/forbestechcouncil/2021/08/13/neurodiversity-as-a-strengthening-point-for-your-team-and-our-society/
[2] https://my.clevelandclinic.org/health/symptoms/23154-neurodivergent
[3] https://neurodiversitysymposium.wordpress.com/what-is-neurodiversity/
[4] https://www.ministrymagazine.org/archive/2020/03/Making-room-for-those-with-special-needs
[Foto e fonte: Ann]