Apocalisse in breve. L'angelo di luce
10 Giugno 2014

NA - Notizie AvventisteFrancesco Zenzale – “Allora l’angelo che avevo visto con un piede sul mare e un piede sulla terra, alzò la destra verso il cielo e giurò per Colui che vive nei secoli dei secoli; che ha creato cielo, terra, mare, e quanto è in essi: ‘Non vi sarà più indugio!’” (Ap 10:5,6; versione Cei).

Dopo il sesto schofar il profeta fa una pausa, come era accaduto dopo il sesto sigillo. Questo inserto introduce il settimo schofar e, come per i sigilli, l’interludio si svolge nella dimensione di Dio. Il passo intercalato tra la sesta e la settima visione delle trombe fa salire la tensione al massimo, giacché dopo il settimo e ultimo squillo di tromba “non vi sarà più indugio” e si “compirà il mistero di Dio” (v. 7).

Questo foglio di transizione si suddivide in due gruppi di testi e di motivi: la visione del libro e l’evento storico che viene annunciato; la visione del tempio e dei testimoni.

Alla stella caduta, angelo dell’abisso che richiama il nulla e la morte (Ap 9:1,2) si oppone, ora, un angelo potente di luce, che guarda al Dio creatore (Ap 10:1). L’arcobaleno sulla sua testa è il segno dell’alleanza tra il Dio dell’universo e l’uomo (Gn 9:12,13). I suoi piedi, posati successivamente sul mare e sulla terra (Ap 10:2,5), ricordano l’azione creatrice di Dio, la quale si attua prima sulle acque (Gn 1:1-8), poi sulla terra (v. 9 e segg.). Questo personaggio ricorda il Figlio dell’uomo della prima visione di Apocalisse. Come lui, ha il volto che splende come il sole (10:1; 1:16), i suoi piedi ardono come il fuoco (10:1; 1:15), la sua voce è come il tuono (10:3; 1:15). Come lui, scende sulle nuvole del cielo (10:1; 1:7).

È arrivato il tempo del giudizio, di porre fine all’esistenza umana caratterizzata da ingiustizia, violenza, rivolta contro Dio e i suoi figli. Al grido dei martiri del quinto sigillo “fino a quando?” (Ap 6:10), l’angelo risponde che è arrivato il tempo in cui “non vi sarà più indugio”, dove si compirà il mistero di Dio; ovvero il regno di Dio in tutta la sua pienezza trionferà nel cuore degli uomini di buona volontà e di tutti coloro che hanno immolato la loro vita per amore di Cristo e della verità.

L’illusione di un’esistenza priva di un responso finale è senza fondamento. Verrà il giorno in cui tutti dovremmo comparire davanti al tribunale di Dio; e tutti saremo giudicati dalle nostre opere. “E vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi davanti al trono. I libri furono aperti, e fu aperto anche un altro libro che è il libro della vita; e i morti furono giudicati dalle cose scritte nei libri, secondo le loro opere” (Ap 20:12).
Vita eterna o morte eterna?

Per saperne di più: assistenza@avventisti.it

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