John Surridge – Il periodo prima della Pasqua tende ad essere molto tranquillo qui nell’ufficio dell’Unione avventista britannica (Buc). Alcuni miei colleghi hanno figli in età scolare e approfittano delle vacanze per andare via qualche giorno. Altri visitano i parenti o usano parte delle feste lavorare nei loro giardini e orti che prendono vita rapidamente in questo periodo dell’anno.
Vi è un’atmosfera un po’ sommessa tra quelli di noi che sono ancora in ufficio. Ci sono molte meno e-mail e telefonate e abbiamo tempo per recuperare alcuni dei lavori meno urgenti, sebbene ancora essenziali, che si sono accumulati dall’inizio dell’anno.
Nelle meditazioni del mattino che tengo su Facebook, e chi mi segue lo sa già, mostro sovente con la webcam il panorama che si vede dalla mia finestra, con i narcisi, i fiori di ciliegio e ora la quercia che prende vita. È come se la tranquillità e l’immobilità mascherassero la vasta energia nascosta della natura, che sta per scoppiare in un’esplosione di nuova crescita.
Quasi 2000 anni fa ci fu un altro giorno tranquillo. Era un sabato, e gli scrittori dei Vangeli lo menzionano appena. Luca afferma brevemente che le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea "si riposarono di sabato, secondo il comandamento" (Luca 23:56). Matteo ci dice che, in modo alquanto sorprendente per tali devoti osservatori del sabato, i capi dei sacerdoti e i farisei andarono da Pilato, e ottennero il permesso di sigillare la tomba di Gesù e di mettere una guardia (Matteo 27:62-66). Ma a parte questo, non sappiamo molto del primo sabato di Pasqua.
Mi chiedo se qualcuno dei discepoli abbia passato del tempo a guardare i fiori e le gemme sugli alberi, pensando ai parallelismi tra la natura e ciò a cui avevano assistito negli ultimi giorni. Credo che nessuno di loro avrebbe potuto immaginare l’esplosione di vita che stava per scatenarsi sulla terra. Le onde d’urto di quell’esplosione risuonano ancora oggi in tutto il mondo, amplificate dagli oltre due miliardi di cristiani che celebrano la Pasqua quest’anno.
Qualunque sia il tuo approccio alla Pasqua, che si tratti di contemplazione tranquilla o celebrazione esuberante, possa Dio concederti la visione della vita abbondante che ha fornito, nella natura, ma soprattutto attraverso la potenza di suo Figlio risorto, Gesù Cristo.
(John Surridge è segretario esecutivo dell’Unione avventista britannica)
[Fonte: tedNews. Traduzione: L. Ferrara]