D. Bognandi: “Siamo consapevoli che il lavoro è solo all’inizio”.
Notizie Avventiste – La consegna delle firme a Laura Bodrini, presidente della Camera dei deputati, è stato l’atto conclusivo della campagna 2016 della Federazione delle donne evangeliche in Italia (Fdei) contro la violenza di genere. La Fdei ha lanciato una duplice petizione e raccolto 5.158 firme di uomini e donne che hanno sottoscritto un impegno personale e una richiesta a chi governa il nostro paese. All’incontro del 30 marzo ha partecipato una delegazione di donne rappresentanti le denominazioni evangeliche che fanno parte della Fdei.
Sull’incontro e l’impegno futuro della Federazione contro la violenza di genere, Notizie Avventiste ha intervistato Dora Bognandi, presidente della Fdei.
Notizie Avventiste: Che cosa hai provato nel consegnare le oltre 5.100 firme raccolte durante questa campagna della Fdei contro la violenza sulle donne?
Dora Bognandi: Ho provato una grande gioia perché le consegnavamo a una persona, la presidente Laura Boldrini, che da sempre si batte per i diritti umani. Ero anche accompagnata da amiche delle varie denominazioni che collaborano all’interno della Fdei, ognuna delle quali aveva delle storie da raccontare: storie di impegno e di lotte per combattere la violenza contro le donne. Nell’esporre le nostre iniziative ci siamo sentite molto fiere, ma anche consapevoli che il lavoro è solo all’inizio.
N. A.: Pensi che le istituzioni recepiranno le richieste della Fdei?
D. B.: Me lo auguro con tutto il cuore. Nel vedere la Presidente incuriosita e interessata a quello che dicevamo, nel sentire i suoi complimenti per l’impegno civile che cerchiamo di onorare e il suo assenso man mano che spiegavamo il contenuto delle petizioni, spero che le nostre richieste non cadano nel vuoto. Non per negligenza di persone che credono in queste cose, ma per i giochi della politica che spesso interrompono iniziative lodevoli.
N. A.: Quanto è importante che un’associazione come la Federazione delle donne evangeliche sia arrivata alle istituzioni con questa iniziativa?
D. B.: Questa è stata un’occasione per far conoscere una realtà abbastanza ignorata dalle istituzioni, sia perché siamo minoranze, sia perché neanche noi abbiamo l’abitudine di cercare il dialogo con i massimi esponenti della società. Attraverso l’intervento dell’on. Luigi Lacquaniti, che ci ha facilitato l’incontro, abbiamo dovuto attendere qualche tempo perché la Presidente trovasse un momento da dedicarci, ma alla fine l’incontro è stato molto positivo. E credo che il nostro passaggio alla Camera non sia stato insignificante.
N. A.: Il “segno” di solidarietà della Fdei verso le donne vittime di violenza e di femminicidio è stato apprezzato anche dalla presidente Boldrini?
D. B.: La Presidente è stata colpita subito nel vederci tutte con la collana rossa di lana, simbolo della violenza che come Fdei non vogliamo dimenticare. Quando gliene abbiamo offerto una e le abbiamo detto che era stata fatta a mano appositamente per lei, è stata molto contenta e l’ha subito indossata.
N. A.: L’impegno della Fdei contro la violenza sulle donne si è sviluppato negli anni con numerose iniziative ed è diventato sempre più ampio e incisivo. Quale strategia pensate di attuare per il futuro?
Penso che ci orienteremo verso la strategia delle tre “P”, cioè: prevenzione, protezione, promozione.
Per prevenire il problema bisogna fare un’operazione culturale e svolgere un’azione educativa nei confronti di donne, uomini, ragazzi/e. Per millenni filosofi, letterati, religiosi, uomini di scienza hanno veicolato l’idea che le donne sono esseri inferiori agli uomini. Esse non sono né inferiori né superiori, hanno la stessa dignità e bisogna che tutti e tutte lo riconoscano.
Per protezione intendiamo che bisogna mettere da parte indifferenza e rassegnazione per offrire aiuti concreti a chi vive a contatto con persone violente. Le donne minacciate, se lasciate sole, sono molto più a rischio.
Con la terza “P”, promozione, affermiamo la necessità di continuare a lavorare affinché la dignità delle donne sia sempre più rispettata e considerata, affinché ci sia parità di diritti e di doveri, affinché si neutralizzino i vari stereotipi che stanno sempre in agguato e che vogliono riportare le donne a un livello di inferiorità.