Stefano Calà – Lunedì 28 aprile, entro in un’aula insieme agli studenti del primo anno del corso di infermieristica dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale, sede di Alessandria. Non sono un nuovo studente ma uno dei relatori del seminario intitolato “L’assistenza nel fine vita: approccio transculturale”. Da alcuni anni l’università ripete questo momento, invitando esponenti di varie fedi religiose, per aiutare gli studenti a confrontarsi con sensibilità diverse.
Fa gli onori di casa la dott.ssa Eleonora Massobrio, tutor della didattica professionale.
Il dott. Giulio Zella, già presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche della provincia di Vercelli, introduce il seminario, soffermandosi sugli articoli del codice deontologico delle professioni infermieristiche, che parlano del diritto del paziente a essere curato e assistito “senza alcuna distinzione sociale, di genere, di orientamento della sessualità, etnica, religiosa e culturale”.
Seguono gli interventi del past. Gregorio Plescan, della chiesa metodista, il mio, per la chiesa avventista, e quello di don Stefano Tessaglia, cappellano dell’ospedale “Santi Antonio e Biagio” di Alessandria.
Credo sia stata una occasione nuova per gli studenti, per la maggior parte ragazzi e ragazze, che hanno avuto la possibilità di fare domande per capire e conoscere meglio realtà diverse.
Auspico che questa iniziativa possa essere replicata non solo ad Alessandria negli anni a venire, ma in tutte le università italiane che hanno un corso di infermieristica o di medicina.
[Foto: Renato La Mantia]