Podcast: Download (18.0MB)
Intorno all’anno 50, l’apostolo Paolo scrive una lettera di incoraggiamento alla giovane comunita’ di Tessalonica che attraversa momenti difficili. Una lettura attenta ci permette di cogliere le “pulsazioni cardiache” delle comunita’ cristiane sul territorio, a confronto con una cultura e un modo di pensare distante da quello giudaico e palestinese. “Aspettando il Signore” e’ una serie di conversazioni radiofoniche a cura del pastore avventista Giuseppe Marrazzo, intervistato da Roberto Vacca, centrate sulla prima lettera ai Tessalonicesi dell’apostolo Paolo. In questa puntata il brano commentato si trova nel capitolo 4, versi da 13 a 18:
Fratelli, non vogliamo che siate nell’ignoranza riguardo a quelli che dormono, affinche’ non siate tristi come gli altri che non hanno speranza. Infatti, se crediamo che Gesu’ morì e risuscito’, crediamo pure che Dio, per mezzo di Gesu’, ricondurra’ con lui quelli che si sono addormentati. Poiche’ questo vi diciamo mediante la parola del Signore: che noi viventi, i quali saremo rimasti fino alla venuta del Signore, non precederemo quelli che si sono addormentati; perche’ il Signore stesso, con un ordine, con voce d’arcangelo e con la tromba di Dio, scendera’ dal cielo, e prima risusciteranno i morti in Cristo; poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore nell’aria; e cosi’ saremo sempre con il Signore. Consolatevi dunque gli uni gli altri con queste parole.
Giuseppe Marrazzo e’ autore del libro Il tempo dell’attesa. Riflessioni pastorali sulla prima lettera ai Tessalonicesi, edizioni ADV