Buone notizie da una zona di guerra
12 Luglio 2025

In collaborazione con la redazione della rivista Il Messaggero Avventista.

Buone notizie da una zona di guerra
12 Luglio 2025

In collaborazione con la redazione della rivista Il Messaggero Avventista.

La clinica avventista opera in prima linea in Ucraina

A Kiev, in Ucraina, un gruppo di 12 medici professionisti, oltre a chi si occupa dell’accoglienza e gli autisti, si prepara per un viaggio di 8-10 ore verso il luogo dove la clinica mobile sarà operativa il giorno successivo. La mattina presto allestiscono gli uffici sul semirimorchio prima di aprire al pubblico alle 9.00. Trascorrono le successive nove ore fornendo oltre 400 servizi a circa 120 pazienti, adulti e bambini: visite pneumologiche, ecocardiogrammi, ecografie, visite odontoiatriche e pediatriche, valutazioni psichiatriche, neurologia e cure generali.
Durante il rapporto del presidente uscente, Ted N. C. Wilson, tenutosi giovedì sera, 3 luglio, all’Assemblea della Conferenza Generale (CG), Yuri Bondarenko, psichiatra e direttore della Clinica Angelìa, ha brevemente illustrato le attività che svolgono in Ucraina e le condizioni in cui operano.
“I droni attaccano due o tre volte a settimana” ha dichiarato Bondarenko durante il servizio “Ora, mentre parliamo, mia moglie e le mie figlie sono nel nostro rifugio antiaereo da sei ore. Qualche mese fa, un membro del nostro staff è stato ucciso da un drone mentre svolgeva un incarico. Abbiamo bisogno di preghiere e supporto costanti”.

La clinica, che ha una sede fisica permanente in città, è operativa da 11 anni, ma i suoi servizi sono diventati ancora importanti e fondamentali dal 2022, con l’inizio della guerra.
Nei mesi successivi allo scoppio del conflitto, diverse comunità avventiste in Italia hanno raccolto e spedito farmaci e altro materiale di emergenza per supportate la Clinica Angelìa, tra cui Napoli, Padova, Pavia; senza dimenticare le altre chiese che hanno inviato aiuti in Ucraina.

La clinica ha un’équipe medica di 30 persone, composta da specialisti della salute mentale, neurologi, medici di base, cardiologi, traumatologi, dentisti, fisioterapisti, ginecologi e farmacisti.
“La situazione continua a peggiorare” ha affermato Bondarenko in un’intervista rilasciata dopo la presentazione del rapporto di Wilson “Il nostro Paese combatte, ma sono tre anni che siamo sotto stress traumatico. Siamo esausti ed esauriti, e viviamo in modalità di sopravvivenza“.

Ha aggiunto che oltre il 65% della popolazione ucraina ha bisogno di cure psichiatriche. E questa percentuale potrebbe facilmente includere Bondarenko e i suoi colleghi medici, considerate le condizioni in cui vivono. Nei giorni di presenza nelle cliniche mobili, i gruppi portano i camion nei villaggi la cui vicinanza alle linee del fronte rende l’assistenza medica insufficiente nella migliore delle ipotesi, inesistente nella peggiore.

“Una delle città che visitiamo regolarmente si trova su un fiume” dice Bondarenko “Quel corso d’acqua largo quasi due chilometri è l’unica cosa che separa quella città dal nemico”.
Prima, in questo centro urbano viveva una popolazione di oltre 300.000 abitanti, ora ne sono rimasti circa 40.000. “La riva del fiume è una zona di morte” aggiunge Bondarenko “I droni sono costantemente a caccia di civili”.

I militari ucraini non indossano uniformi perché è troppo pericoloso essere identificati come tali; quindi, i droni russi danno la caccia a chiunque. “Di solito quando sono lì, alloggio da un amico che vive a circa un miglio e mezzo dal fiume” racconta Bondarenko “Ma non dormo bene”. L’incessante sbarramento della artiglieria, con proiettili e mine, rende difficile se non impossibile dormire. “È un continuo sentire il fischiare delle armi e il boom di case e edifici che esplodono”.
Anche a 32 chilometri oltre la linea del fronte, dove i volontari della clinica lavorano per la maggior parte del tempo, ci sono bombe volanti che nessuno può sentire finché non sono appena sopra la testa. I buchi che lasciano potrebbero nascondere uno stabile di tre piani.
“Il Signore ci ha protetti finora” dice Bondarenko “Dio è così buono”.

Assistenza a 360 gradi
La privazione del sonno, sommata ad ansia e stress, rappresenta una seria sfida per la salute mentale. Consapevole di ciò, Bondarenko si impegna al massimo per proteggere se stesso e il suo gruppo di lavoro. In qualità di formatore ufficiale per la salute mentale dei cappellani militari ucraini, Bondarenko sottolinea l’importanza della cura di sé, che include la preghiera, le tecniche di respirazione, il tempo trascorso nella natura, le docce di contrasto (alternando acqua calda e fredda) e il canto.

Il suo consiglio principale per mantenere la salute mentale? Gli abbracci.
“Quando si dà o si riceve un abbraccio, si producono dopamina e ossitocina, e i livelli di cortisolo diminuiscono” spiega “Svolgo attività fi consulenza da oltre 20 anni e due delle mie domande di valutazione standard sono: ‘I tuoi genitori ti abbracciavano spesso durante l’infanzia?’ e ‘Il tuo partner ti abbraccia spesso?’. Il più delle volte la risposta a entrambe le domande è no”. Recentemente, una donna anziana si è recata alla clinica mobile per consultare uno psichiatra e ha detto a Bondarenko di non voler più vivere. La sua casa e la sua chiesa erano state distrutte e abitava in una stanza piccolissima, senza riscaldamento. Due dei suoi tre figli vivevano in Russia, mentre il terzo lavorava in un porto sotto continui attacchi di droni. Non poteva nemmeno parlare con i suoi figli in Russia, figuriamoci abbracciarli.
“Mia madre vive in Russia e ha la stessa età di questa donna” continua Bondarenko, con le lacrime agli occhi “Ho detto alla donna che non riuscivo ad abbracciare mia madre da tre anni e le ho chiesto se potevo abbracciarla. Dopo qualche minuto di abbracci, ha iniziato a sorridere”.

La Clinica Angelia collabora con l’Agenzia Avventista per lo Sviluppo e il Soccorso (ADRA) per offrire un ministero completo alla popolazione ucraina. Un gruppo di operatori biblici (persone formate per condividere la Bibbia con gli altri, ndr.), supportati dalla Chiesa avventista mondiale, si reca ogni giorno nelle località visitate di recente da ADRA, per valutare i bisogni dei residenti in merito a salute mentale e spirituale. Il 15% dice “Sì” allo studio della Bibbia e il 70% dice “Sì” a essere chiamati per pregare.

“Quando i nostri operatori telefonano per pregare insieme, spesso le persone piangono perché nessuno le chiama da molti mesi” afferma Bondarenko “Alcuni di loro hanno perso tutti i familiari e gli amici e non hanno più nessuno che li chiami. Molti soffrono di depressione”.

Un terzo di queste telefonate ha portato a richieste di studi biblici. Solo negli ultimi cinque mesi, gli operatori biblici della Clinica Angelia hanno creato una lista di 2.000 contatti che desiderano studiare la Scrittura, e ci sono ancora 4.000 persone in attesa di ricevere telefonate per pregare assieme. “Questo è solo uno dei cinque distretti in cui agiamo” afferma Bondarenko “E abbiamo solo tre operatori biblici per condurre le valutazioni e due operatori di preghiera per fare le telefonate. Confidiamo che il Signore ci fornirà un modo per continuare questo ministero”.
Il nome “Angelìa” è una combinazione tra il concetto di cura di un angelo e la parola euangélion, che in greco significa “buona notizia”.
“Il nostro nome significa essenzialmente: ‘Buona notizia; sarai guarito'” afferma Bondarenko.

Lo scorso settembre, Bondarenko si trovava nell’Ucraina meridionale quando un attacco con un drone ha distrutto diversi edifici vicino al porto. Mentre era in cerca di aiuto, ha incontrato una famiglia la cui casa era stata distrutta per la seconda volta in due anni.

“Ho chiesto loro dove fosse la loro casa e la donna ha indicato il cielo vuoto sopra un cumulo di macerie. Ho pensato subito: ‘Ha indicato la direzione giusta, perché tutti noi abbiamo una dimora in cielo'” racconta “La mia preghiera non è di fermare o porre fine alla guerra; la mia preghiera è: ‘Signore, vieni presto’”.

[Fonte: Becky St. Clair, Adventist Review, 9 luglio, 2025 General Conference Session Bulletin, pp. 22-23].
[Traduzione di Francesco Mosca, Il Messaggero Avventista]
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