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È stato presentato nei giorni scorsi a Donnalucata (RG) il dossier”Canale di Sicilia, da favola blu a incubo nero?”. La”favola blu” del titolo è il bel mare della costa meridionale dell’isola, e l’”incubo nero” è il petrolio che già viene estratto in quest’area, destinato ad aumentare, viste le richieste di nuove autorizzazioni da parte delle multinazionali del settore. Qual è l’attuale situazione nel Canale di Sicilia? Se avvenisse uno sversamento di petrolio da una piattaforma di estrazione o da una petroliera quali sarebbero i possibili danni? La regione Sicilia non è la sola ad aver intrapreso la strada del rilancio delle estrazioni di idrocarburi in Italia. Il Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi e il Presidente del consiglio Matteo Renzi ritengono le nostre riserve di fossili nel sottosuolo e nei fondali marini l’elemento determinante per giocare un ruolo decisivo nel dibattito energetico nazionale. È realmente così? Investire in efficienza energetica e fonti rinnovabili quali benefici porterebbe all’Italia? Quali sono le richieste e gli auspici di Legambiente sia in merito al Canale di Sicilia sia, più in generale, alla situazione dell’intero paese? Mario Calvagno, caporedattore, e Carmen Zammataro, redattrice di RVS Roma, intervistano Stefano Ciafani, vicepresidente nazionale di Legambiente, curatore del dossier”Canale di Sicilia, da favola blu a incubo nero? – I numeri dell’insensata corsa al petrolio nel mare e sul territorio siciliano”.