I dirigenti della Ted ricordano un'eredità di fede, impegno e servizio.

Notizie Avventiste – Ieri, 8 settembre, si è spenta Elisabetta II, regina del Regno Unito e degli altri reami del Commonwealth. Aveva 96 anni. I vertici della Regione transeuropea (Ted) della Chiesa avventista ricordano così la monarca. 

Nel giugno del 1953, una giovane principessa Elisabetta venne incoronata regina del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord. Durante la cerimonia promise di "mantenere le leggi di Dio e la vera professione del vangelo". L'arcivescovo di Canterbury rispose con le seguenti parole:

“Nostra graziosa regina:
per mantenere vostra maestà sempre memore della legge e del vangelo di Dio 
come regola per tutta la vita e il governo dei principi cristiani, 
le presentiamo questo Libro, 
la cosa più preziosa che questo mondo offre”.(1)

In quanto monarca costituzionale, Elisabetta II doveva essere politicamente neutrale. Quando si trattava della sua fede, non era neutrale e si mantenne fedele al giuramento fatto nel 1953. Quasi mezzo secolo dopo, all’inizio del nuovo millennio, disse apertamente alla nazione: “Per me, gli insegnamenti di Cristo e la mia responsabilità personale davanti a Dio sono il contesto in cui cerco di condurre la mia vita”.(2)

Una fede personale ma viva 
Sebbene avesse una fede profondamente personale e privata, non era nella sua natura essere “evangelista” circa le sue convinzioni. Nell’accogliere calorosamente Billy Graham a Londra nel 1956, si diceva che fosse “incuriosita” dal fatto che l'uomo predicasse le sue ferme convinzioni fondamentaliste. Anche se non poté partecipare alle sue conferenze, si incontrarono in diverse occasioni per conversazioni private, studio e preghiera. La sua mancanza di attività “evangelistica” non deve far concludere che la sua non fosse una fede viva perché, come spesso accade, gli inglesi, in particolare della sua generazione, preferiscono mostrare Cristo più nei fatti che con le parole.

Una volta all'anno, il giorno di Natale, la regina parlava alla nazione e ai cinquantasei Paesi indipendenti del Commonwealth, con parole calde e edificanti sul messaggio e sul significato dell'Avvento. Gli osservatori di queste trasmissioni hanno notato che in seguito, quando il Regno Unito è diventato sempre più laico, il suo messaggio di Natale è diventato più apertamente cristiano. Più l'anno era difficile, più il suo messaggio di speranza era radicato in Cristo.

Costanza 
Nell'introduzione a un recente libro pubblicato dalla Società biblica, Elisabetta II ha scritto: “Sono stata molto grata, e lo rimango, per le vostre preghiere e a Dio per il suo amore costante”. La parola “costante” è stata più che significativa nei suoi 96 anni di vita. Ha affrontato problemi e conflitti, molti dei quali comuni a tutti noi, e la sua fede e fiducia in Dio è rimasta costante. Sempre nel messaggio di inizio millennio, affermò anche: “Nei momenti difficili, come tanti di voi, ho tratto grande conforto dalle parole e dall’esempio di Cristo".(3)

Uno di questi problemi avvenne nel periodo del conflitto nordirlandese (noto in inglese come "The Troubles"). Nel 1979 suo cugino di secondo grado, lord Louis Mountbatten, fu assassinato dall'Ira. A quel tempo, fu visto come un profondo attacco all'establishment britannico. Mountbatten era un membro della famiglia, molto amato da Elisabetta e Filippo e, in particolare, un mentore dell’allora giovane principe Carlo. Fu una perdita che li addolorò profondamente.

Pace e riconciliazione 
Trentadue anni dopo, al ricevimento ufficiale irlandese del 2011, la regina aprì il suo discorso a nome del popolo della Gran Bretagna e dell'Irlanda del Nord con le parole in gaelico “A Uachtaráin agus a chaired” (Presidente e amici) tra il sussulto di molti ospiti presenti. Fu un momento chiave nella ricostruzione delle relazioni tra i due Paesi e un momento vitale nel processo di pace in Irlanda del Nord. Continuò dicendo: “Con il senno di poi della storia, possiamo tutti vedere cose che vorremmo fossero state fatte in modo diverso o che non fossero mai accadute”.(4) Erano parole che seppe dire con convinzione, il cui fondamento risale alla sua fede.

In un recente messaggio di Natale, ha detto: “Per me, la vita di Gesù Cristo, il Principe della Pace… è un’ispirazione e un’ancora nella mia vita. Modello di riconciliazione e perdono, egli ha teso le mani con amore, accettazione e guarigione. L'esempio di Cristo mi ha insegnato a rispettare e apprezzare le persone di qualsiasi o di nessuna fede”.(5)

Condoglianze 
Daniel Duda, presidente della Regione transeuropea (Ted) della Chiesa avventista, ha presentato le condoglianze “ai membri della famiglia reale che hanno perso la loro madre, nonna e bisnonna. Esprimiamo anche dolore insieme alla nazione, ai cittadini del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord. Mentre preghiamo per tutti i membri della famiglia reale, ricordiamo in particolare il re Carlo III”.

Audrey Andersson, già segretario esecutivo della Ted e da giugno vicepresidente della Chiesa avventista mondiale, ha riflettuto sul fatto che la regina Elisabetta II fosse una donna “la cui vita di servizio era radicata nella sua profonda fede personale. Il suo senso del dovere verso Dio, il Paese e il Commonwealth è stato fonte di stabilità e speranza in tempi difficili, e fonte di ispirazione per molti. Mentre piangiamo la sua morte, riconosciamo che la sua eredità di umile servizio continuerà nella vita delle tante persone con cui è venuta in contatto”. 

Note
(1) Oremus.com.
(2) Elizabeth II, Christmas Address 2000– cited in The Queen’s Way, A Celebration of Biblical Discipleship in Public Life.
(3) Elizabeth II, Christmas Address 2000– cited in The Queen’s Way, A Celebration of Biblical Discipleship in Public Life.
(4) A speech by The Queen at the Irish State Banquet, 2011. 
(5) Elizabeth II, Christmas Address 2014– cited in The Queen’s Way, A Celebration of Biblical Discipleship in Public Life.

[Fonte e foto: Ted News]

 

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