La gestione del tempo. Prima parte
22 Febbraio 2022

Michele Abiusi – Il punto di fede n. 21 della Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno recita così: “Noi siamo gli amministratori di Dio che ci ha affidato tempo e opportunità, capacità e beni, ricchezze dalla natura e sue risorse. Noi siamo responsabili nei suoi confronti del loro giusto uso”.

Vorrei soffermarmi sulla saggia gestione del tempo e vi spiego il perché. Da due anni sono in pensione e pensavo che, una volta terminato il servizio attivo come pastore, avrei avuto tanto tempo a mia disposizione. Oggi vi dico che non è così. Anche da pensionato il tempo vola e non riesco a fare tutto ciò che vorrei! Ma non sono il solo. Le persone della chiesa dicono che non hanno tempo per poter dare una collaborazione attiva nella comunità, approfondire lo studio della Scuola del Sabato (lo studio personale della Bibbia da condividere poi in gruppi il sabato mattina in chiesa, ndr) come animatori di un gruppo, ecc. Insomma, mi viene da dire: “Signore, ma lo capisci che non abbiamo tempo?”.

Definizione
Da un punto di vista filosofico, è estremamente difficile definire il tempo. L’Enciclopedia Treccani dà la seguente definizione di tempo: “L’intuizione e la rappresentazione della modalità secondo la quale i singoli eventi si susseguono e sono in rapporto l’uno con l’altro (per cui essi avvengono prima, dopo, o durante altri eventi), vista di volta in volta come fattore che trascina ineluttabilmente l’evoluzione delle cose (lo scorrere del t.) o come scansione ciclica e periodica dell’eternità, a seconda che vengano enfatizzate l’irreversibilità e caducità delle vicende umane, o l’eterna ricorrenza degli eventi astronomici; tale intuizione fondamentale è peraltro condizionata da fattori ambientali (i cicli biologici, il succedersi del giorno e della notte, il ciclo delle stagioni, ecc.) e psicologici (i vari stati della coscienza e della percezione, la memoria) e diversificata storicamente da cultura a cultura”.

Nella Scrittura neotestamentaria troviamo due termini greci: kronos, che identifica il tempo che scorre, quindi la quantità; kairos è il tempo nel senso di qualità.

Kronos
Il tempo kronos è il tempo misurabile: “ma quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge” (Galati 4:4). Ma è proprio vero che il tempo scorre e può essere misurato? “Certo che sì!” esclamerà qualcuno. Tuttavia, se ciò fosse vero, se esistesse una dimensione del tempo che scorre sempre in avanti, allora si correrebbe il rischio di collocare Dio nella dimensione temporale; una dimensione che contiene Dio stesso.

Questo è quanto sostengono alcuni interpreti della Scrittura quando asseriscono quanto segue: “Dio sapeva che Adamo ed Eva avrebbero peccato? Molti fanno questa domanda in tutta sincerità. E quando esaminano perché Dio permetta la malvagità, la loro attenzione si concentra sul peccato della prima coppia umana nel giardino di Eden. L’idea comune che ‘Dio sa ogni cosa’ potrebbe facilmente portarli a concludere che egli doveva sapere in anticipo che Adamo ed Eva gli avrebbero disubbidito […] Comunque qualcuno potrebbe obiettare: ‘Ma come poteva un Dio onnisciente non aver saputo?’. È vero, la grande sapienza di Geova include la capacità di conoscere ‘dal principio il termine’. (Isaia 46:9, 10) Tuttavia non è costretto a usarla” (rivista La Torre di Guardia, 1° gennaio 2011, p. 14). Come chiaramente espresso dagli autori della Torre di Guardia, Dio se vuole può non conoscere il futuro. Cosa comporta questo modo di vedere? Implica che Dio vive nella nostra dimensione temporale con la conseguenza che non è onnipotente ed è soggetto alle leggi della natura che lui stesso ha creato. Ovviamente noi non condividiamo questa idea.

Forse più che parlare di tempo che scorre si dovrebbe parlare, nel nostro caso, di temporalità o tempo relativo. È questa temporalità che ha avuto inizio alla creazione e scorre verso il futuro. Il tempo, quello di Dio, invece è fermo, eterno. È una sua caratteristica. Per Dio, passato, presente e futuro sono davanti ai suoi occhi e non c’è nulla che gli sia ignoto. Questo è un concetto difficile da comprendere perché appartiene alla natura di Dio e quindi insondabile dalla mente umana. Probabilmente si può comprendere meglio il concetto di kronos con l’illustrazione di un viaggio in auto o in treno. Guardando fuori dal finestrino vediamo scorrere il paesaggio, ma in realtà siamo noi che ci spostiamo.

Ecco, tutto il creato si sposta attraverso il tempo eterno e immobile di Dio, e in questo procedere, si consuma. Il testo biblico di Romani 16:25-26 dice che la rivelazione di Gesù Cristo fu tenuta nascosta dai tempi più remoti (kronos, tempo che scorre) ed ora è manifestata.

Kairos 
Il Vocabolario del Nuovo Testamento dà questa definizione della parola kairos: “Un tempo fisso e definito, il tempo quando le cose sono portate ad una crisi, l'epoca decisiva che si aspettava, il tempo opportuno o convenevole, il tempo giusto”. Troviamo questo termine in molti passi biblici. In 1 Corinzi 7:5, Paolo invita i coniugi a non privarsi l’uno dell’altro dell’intimità coniugale, se non per un tempo da dedicare alla preghiera (kairos, qualità del tempo, un tempo fissato).

Il tempo kairòs può riferirsi anche al tempo favorevole e al tempo appropriato. Kairòs è certamente il tempo stabilito da Dio; diversi passi biblici lo certificano. Il testo di Efesi 6:18 “pregate in ogni tempo” in greco recita en pantì kairò, “in ciascun tempo stabilito”. Potrebbe riferirsi ai momenti stabiliti per la preghiera. Presso gli ebrei erano tre: al mattino, a mezzogiorno e alla sera. Nel tempo kairos si realizza quindi qualcosa di unico, speciale; è il punto focale o culminante della realizzazione dei propositi di Dio.

Il tempo di Dio, che è eterno, è fermo. La temporalità è unidirezionale e va sempre verso il tempo di Dio. Prima della creazione non esistevano né spazio, né temporalità. Alla creazione il tempo eterno di Dio si infrange con lo spazio, creando la temporalità: primo giorno, secondo giorno, ecc. Dio creò la settimana. In seguito, fissò nel calendario del popolo ebraico tutte le festività e i giorni solenni. Noi ci consumiamo passando attraverso l’eternità di Dio. Nell’eternità ogni momento è contemporaneo di Dio: “difatti in lui viviamo, ci muoviamo e siamo” (Atti 17:28). L’uomo che vive con Dio vive sotto le mentite spoglie della temporalità: “… la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio” (Colossesi 3:3).

“Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno” afferma Ebrei 13:8. E allora chiediamoci: come si pone Dio che è fuori del tempo nella temporalità dell’essere umano? Dio tiene conto della nostra temporalità, ma riempie il nostro tempo, attraversandolo (cfr. Giovanni 1:1,14).

Dio usa la nostra temporalità per formarci per il suo regno. 

Leggi anche "La gestione del tempo. Seconda parte".

 

 

 

 

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