Michele Abiusi – Dio ha un disegno. È il piano della salvezza che Gesù ha realizzato nella nostra temporalità, pronunciando sulla croce le parole: “È compiuto”.
Alla creazione, Dio ha creato il tempo del riposo, il sabato. Suddividendo la settimana in sei giorni di lavoro e riservando il settimo per il riposo, Dio ha voluto inserire nel ritmo del tempo un giorno che serva come memoriale, perché non dimentichiamo le nostre origini di figli di Dio. È così importante ricordare che la mia vita non dipende solo dal mio impegno, è così “naturale” illudersi di essere autosufficienti, è così facile dimenticare Dio immersi e sommersi dal consumismo e dal materialismo, per questo ogni settimana sono invitato a celebrare il Signore, a onorarlo, a incontrarlo.
Se avessimo veramente ricordato questa verità, forse non ci saremmo persi lontani da Dio e dalla sua Parola. Dio sapeva che la sua creatura avrebbe avuto bisogno di una pausa settimanale dai suoi impegni fisici e mentali. Il sabato sarebbe stato il giorno in cui ritrovare se stessi fuori dai ritmi frenetici del lavoro che ci trasformano spesso in macchine, schiavi dei nostri bisogni materiali. Ritornare alle origini, con il sabato, per ritrovare il proprio equilibrio a contatto con la natura in una dimensione più umana. Se avessimo vissuto il sabato secondo la volontà di Dio, forse lo stress, l’esaurimento e le tante malattie nervose non ci avrebbero vinto come purtroppo accade.
È interessante notare che in questo precetto, “Ricordati del giorno del sabato” (Esodo 20:8 Cei), è inclusa la propria famiglia e non solo. Gli stranieri, i servi e addirittura gli animali; tutti dovevano godere del privilegio di adorazione e di riposo (vv. 9-11). Con il sabato si ritorna ancora alle nostre origini per ritrovarci parte di un tutto. Riconosco che gli altri hanno i miei stessi diritti perché sono figli di Dio come lo sono io. Anche se il colore della pelle è diverso, anche se la lingua e la cultura cambiano, siamo tutti fratelli, figli dello stesso Padre.
Cosa sarebbe stato della nostra storia se avessimo capito questo messaggio insito nel comandamento del sabato? Forse avremmo risparmiato tante guerre; forse non saremmo stati schiavi delle tante forme di discriminazioni razziali, etniche o sessuali; forse non avremmo sfruttato, per il nostro interesse e per il nostro piacere, né la natura, né gli animali e neppure gli altri esseri umani.
C’è una parabola, quella del gran convito (Luca 14:15-24), che mostra con chiarezza come dare la giusta priorità alle cose veramente importanti. Voglio proporvi anche la lettura di una poesia di Michel Qoist, intitolata “Signore, ho il tempo”. Leggila qui.
Nella nostra temporalità, Dio ha un tempo che ha deciso di non rivelarci: “Ma quanto a quel giorno e a quell’ora nessuno li sa, neppure gli angeli del cielo, neppure il Figlio, ma il Padre solo” (Matteo 24:36).
Non sappiamo quando Gesù ritornerà per mettere fine a questo mondo. Il messaggio che Gesù offre parlando dell’ultimo evento della temporalità umana è “Voi siate pronti…” (v. 44). Ci aspetta l’eternità, il tempo fermo, il tempo senza fine.
Io voglio viverlo quel tempo, e tu?
Leggi anche “La gestione del tempo. Prima parte“.