Nepal. I leader avventisti chiedono di pregare dopo il nuovo terremoto
13 Maggio 2015

M18-nepal-adventist-may12-1Maol/ARnews – Kathmandu è stretta nella morsa della paura, informano i dirigenti della Chiesa avventista in Nepal, dopo il forte terremoto che martedì 12 maggio ha colpito di nuovo la capitale e il paese, a sole due settimane dal primo grande sisma costato la vita a oltre 8.000 persone.

Umesh Pokharel, presidente della Chiesa in Nepal (che fa parte della Divisione Sud-asiatica), ha chiesto alla famiglia avventista mondiale di pregare per il paese.
«Questo terremoto ha causato altri danni e la chiesa in Nepal ha bisogno delle vostre preghiere speciali e del vostro sostegno», ha affermato U. Pokharel all’Adventist Review, «Già da domani (mercoledì 13 maggio, ndt) ricominceremo a muoverci per raggiungere le vittime e rispondere ai loro bisogni».
Ha poi aggiunto: «Ci avviciniamo alla fine della storia della terra. Gesù sta per ritornare e dobbiamo restare vicini a Dio e fare la sua volontà».

M18-nepal-adventist-may12-3U. Pokharel ha descritto il clima di incertezza e paura che ha attanagliato la capitale nella notte di martedì. Molte persone hanno deciso di non cucinare e di mangiare del cibo secco, mentre ascoltavano le notizie e chiamavano i propri cari.
«Le persone sono talmente terrorizzate che tutti dormono in ripari temporanei», ha spiegato.

L’elettricità è saltata e i network delle comunicazioni hanno avuto problemi per il sovraccarico dovuto alle troppe telefonate. Il terremoto di magnitudo 7.3 della scala Richter ha colpito mentre U. Pokharel era in riunione nel suo ufficio con gli altri leader della Chiesa locale, per fare il punto sulle attività di aiuto in atto dall’ultimo sisma.
«Stavamo valutando l’opera di soccorso e pianificando la fase successiva alla prima M18-nepal-adventist-may12-2emergenza», ha raccontato, «quando, improvvisamente, il terremoto ha colpito di nuovo e in qualche modo siamo riusciti a uscire dall’edificio».

La Chiesa avventista in Nepal ha distribuito centinaia di tende, sacchi di riso, scatole di spaghetti istantanei, biscotti e altri aiuti agli avventisti e a tutta la popolazione dopo il terremoto di magnitudo 7.8 del 25 aprile.

Quando il nuovo terremoto ha colpito martedì, alle 12.35 ora locale, U. Pokharel e i suoi colleghi si sono uniti alle migliaia di cittadini di Kathmandu in fuga per le strade. La terra ha tremato per un minuto e ci sono state altre sei scosse nella successiva ora e mezza. L’epicentro è stato individuato alle falde dell’Everest. Almeno 37 persone sono morte e oltre 1.000 sono state ferite, secondo il rapporto delle autorità nepalesi. Altre 17 persone sono rimaste uccise nella vicina India.

M18-nepal-adventist-may12-4«Stiamo tutti in tende provvisorie fuori, all’aria aperta», ha ribadito U. Pokharel, «perché questo terremoto ha causato tanti danni». Il presidente della Chiesa avventista nepalese ha inviato le foto di persone che vagavano intorno agli edifici di Kathmandu sbriciolati dal sisma di martedì. Una foto mostra un autobus che si è ribaltato in seguito al terremoto. Ventiquattro persone sono rimaste ferite, quattro in modo grave.

Tutti i negozi sono stati chiusi e il governo ha annunciato che le scuole resteranno chiuse fino alla fine di maggio. Nel frattempo, l’ansia è diventata profonda nella città. Molte persone arrivate a Kathmandu per vari motivi dopo l’ultimo terremoto, ora cercano di andare via. Lo stesso U. Pokharel dice di aver sentito il forte desiderio di partire.
«I miei genitori vivono in un’altra città, vicino al confine indiano e ci chiedono di andare lì, da loro», ha spiegato, «ma non posso farlo, perché il nostro posto ora è qui a prenderci cura dei membri di chiesa, a essere loro vicini in questo momento di bisogno».

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